Anno del Signore 1793, Granducato di Toscana. Dopo una copiosa nevicata, il fattore mastro Cecco dell’Otre si aggira, con il suo cane Niffo, nei vitigni del barone Calendimarca preoccupato che la coltre bianca possa rovinare la futura vendemmia.
«Insomma, cosa ti è preso?», gli si avvicinò mastro dell’Otre. «Hai fiutato una lepre? Una pernice?». Ma seguendo lo sguardo del cane, capì di essersi ingannato. Non era stato l’odore di selvaggina ad aver catturato l’attenzione di Niffo, bensì un vite alta, bianca e nodosa che si ergeva in mezzo alle altre come una croce fatta di ossa. Meravigliato dalle proporzioni abnormi di quella vite, e assolutamente certo di non aver mai visto prima d’allora, in quel luogo, una pianta del genere, mastro dell’Otre prese a studiarla più da vicino, notando all’improvviso che, impigliata sotto il groviglio dei tralci, c’era una sagoma scura.
La scoperta di mastro dell’Otre rivelerà un tragico fatto: i vitigni del barone sono teatro di un efferato omicidio. Toccherà al precettore Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, indagare su questo e altri fatti delittuosi portando così alla luce misteri, inganni e antiche passioni che si nascondono tra le sontuose stanze del maniero e la ricca e splendida cantina…
Marcello Simoni, giallista storico molto apprezzato, si cimenta qui con un periodo per lui quasi inedito: il ‘700 e il post Rivoluzione Francese.
La taverna degli assassini è ascrivibile al giallo classico e di quest’ultimo si ritrovano in abbondanza stilemi e peculiarità che vanno dall’indagine deduttiva al finale alla Poirot.
I personaggi di Vitale Federici e di Bernardo della Vipera ricordano alcune coppie celebri del romanzo giallo e il loro disquisire di filosofia, miti e leggende, è il modo in cui Simoni ci fa comprendere i ragionamenti sottesi.
Il romanzo è un insidioso gioco di apparenze che richiama il mito della caverna di Platone… «È un mito riportato nella Repubblica di Platone», lo accontentò Bernardo. «Parla di alcune persone costrette a vivere fin dalla nascita dentro una spelonca, e ad avere conoscenza del mondo esterno soltanto attraverso le ombre proiettate dalla luce del sole su una parete verso la quale esse tengono costantemente rivolto lo sguardo. Le ombre però sono deformi, e chi le osserva ignora quanto siano diverse dagli oggetti reali alle quali corrispondono». «Questo è il mito. Ma in allegoria, cosa intendeva Platone?» «Che i sensi ci possono ingannare», rispose Bernardo. «E che la mente, per scoprire la verità, deve saper guardare al di là di quanto vedano i nostri occhi e odano le nostre orecchie».
I dialoghi, arricchiti con modi di dire tipici toscani, sono appropriati, divertenti e stuzzicanti.
In conclusione, La taverna degli assassini è una lettura piacevole e coinvolgente, arricchita dai disegni dell’autore.
Marcello Simoni nasce a Comacchio, in provincia di Ferrara, nel 1975.
Ex archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici.
Con Il mercante di libri maledetti, suo romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. Ha vinto inoltre il Premio Stampa Ferrara, il Premio Salgari, il Premio Il corsaro nero e il Premio Jean Coste.
‘La saga del Mercante di libri’ ha consacrato Marcello Simoni come autore culto di gialli storici: i diritti di traduzione sono stati acquistati in venti Paesi.
Con La taverna degli assassini (Newton Compton, 2023), dà vita a un nuovo personaggio (che speriamo seriale): Vitale Federici.
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- Editore: Newton Compton Editori
- Autore: Marcello Simoni
Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "Vitale Federici"
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