La sposa gitana è il primo caso seguito dall’ispettrice Elena Blanco, personaggio nato dalla fantasia di tre scrittori spagnoli, celati sotto lo pseudonimo Carmen Mola. Riceverete vari pugni nello stomaco, resterete atterriti, indignati, spesso schifati ma vi verrà voglia matta di continuare a girare le pagine che vi dividono dallo sconvolgente finale. D’altronde, non si vince il Premio Planeta senza possedere talento e tecnica.
Dopo la festa di addio al nubilato organizzato dalle sue amiche, Susana Macaya, una ragazza gitana da parte di padre, sta tornando nella sua casa di Madrid, con ancora indosso il tutù rosa della festa, quando viene ghermita da una mano assassina. Dopo due giorni di ricerche della polizia, il suo corpo viene ritrovato in strada a Quinta de Vista Alegre, un sobborgo malfamato della città.
Il caso viene affidato immediatamente alla BAC, Brigada de Análisis de Casos, a capo della quale c’è l’ispettrice Elena Blanco, perché il medico legale ha ravvisato nelle atroci torture inflitte alla povera ragazza delle strabilianti similitudini con un caso di sette anni prima, che aveva riguardato proprio la sorella maggiore di Susana, Lara, uccisa anch’ella alla vigilia delle nozze.
Un colpo terribile per i poveri genitori, Moisés e Sonia Macaya.
A complicare esponenzialmente la vicenda è la sicurezza che il colpevole della morte di Lara, Miguel Vistas, sia stato già assicurato alla giustizia, condannato e detenuto. Come avrebbe fatto ad uccidere anche Susana? O forse, si è attivato un emulatore?
Moisés lo guarda come se non ricordasse che era lì, come un ospite che non è benvenuto, come un baro durante una partita di carte.
“Nella mia famiglia non sono tanti gli uomini miti come me. Mi hanno offerto il loro aiuto decine di volte e io non ho accettato, ho pensato che fosse meglio la giustizia dei non gitani. Ecco perché sono morte entrambe le mie figlie”.
Le indagini della BAC sono veloci e accurate, ma più Elena Blanco scava in profondità, più affiorano anche i suoi demoni personali, alimentati da un segreto terribile che conoscono solo le poche, fidatissime persone che compongono la squadra: il medico legale Buendía, l’esperta di dark web Mariajo e gli agenti Chesca e Orduño.
Nella terribile sequela di accadimenti legati al “caso della sposa gitana” tutto sarà doloroso per Elena, soprattutto il finale.
“Il cadavere non ha un aspetto tanto peggiore del tuo… Notte di follie?”
Buendia, il medico legale della squadra, è una delle poche persone a cui Elena permette un commento del genere. Lavorano insieme da anni, gli affiderebbe la sua vita, se fosse necessario, anche se spera che non lo sia mai: a Elena non piace lasciare nulla di importante in mano agli altri, si fida solo di sé stessa.
Il thriller La sposa gitana fa parte di una trilogia che ha come protagonista l’ispettrice Blanco, tratteggiata in maniera tale dagli autori da diventare un personaggio indelebile: solitaria, centrata sul proprio lavoro, forte consumatrice di grappa con cui affoga un dolore del passato troppo grande da gestire, appassionata di karaoke ed estimatrice delle canzoni di Mina, integerrima tutrice della legge tanto quanto spregiudicata consumatrice di sesso occasionale.
Elena Blanco è indubbiamente un personaggio sopra le righe ma accattivante per la poliedricità, contornato da altri comprimari non meno a fuoco.
I componenti della squadra, per esempio, ognuno con una piccola particolarità che li connota (Chesca, brusca e impetuosa, che partecipa a gare illegali di velocità; Orduño che si appassiona a tutti i dettagli macabri di un caso; Mariajo, dall’aspetto rassicurante di una donna di mezza età, esperta navigatrice del dark web) ma anche Angel Zárate, il giovane poliziotto che per primo ha trovato il corpo di Susana e che chiede di entrare a far parte della BAC per non perdere il caso; il padre gitano delle ragazze uccise, Moisés, dilaniato dai sensi di colpa per aver troncato i rapporti con la sua ingombrante famiglia per amore di una paya, Sonia, che non voleva che le figlie fossero educate secondo le usanze gitane; il cugino di Moisés, El Capi, piccolo trafficante di droga, che incarna il personaggio del gitano tipico; l’ex investigatore del caso di Lara Macaya, Salvador Santos, ormai in preda alla demenza e dai brutti ricordi; Miguel Vistas, l’ergastolano mite e rassegnato a scontare una pena per un delitto che sostiene di non aver commesso; gli avvocati di Vistas, Masegosa e Jáuregui, tanto diversi tra loro ma entrambi inquietanti. Non poteva mancare il capo della polizia Rentero, terrorizzato dall’essere attaccato dalla stampa e con il suo amore per i ristoranti di lusso.
La sposa gitana è un ottimo thriller, uno di quelli da cui fai fatica a staccarti e dei quali ti ricordi di tutti i personaggi, nessuno escluso (li ho citati a memoria anche io).
E questo significa una cosa solamente: che è scritto benissimo.
Buona lettura a tutti!
Who is who?
Carmen Mola è lo pseudonimo di tre scrittori e sceneggiatori spagnoli, Jorge Díaz Cortés, Agustín Martínez e Antonio Santos Mercero.
La sposa gitana è la prima parte di una trilogiaproseguita con La red púrpura e La nena.
Nel 2021 con il romanzo La Bestia hanno ottenuto il Premio Planeta.
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- Mola, Carmen (Autore)