La signora di Reykjavík - Ragnar Jónasson

Con La signora di Reykjavík Ragnar Jónasson, già noto al pubblico italiano per la serie I misteri di Islanda, torna nelle librerie italiane presentandoci un nuovo personaggio che saprà conquistare i lettori come Ari Þór, e che nelle intenzioni dell’autore sarà protagonista di una trilogia.

Personaggio difficile, Hulda Hermannsdottir: ottima ispettrice della vecchia scuola, tenace e caparbia, non ha mai però fatto squadra, soprattutto ora che a 64 anni si sente circondata da colleghi maschi e giovani che non riesce a capire. Hulda sa che il suo pensionamento è sempre più vicino, con il suo carico di incertezze che vede avanzare amplificato dalla solitudine nella quale vive, anche se fa di tutto per rimuovere l’inevitabile. Poi, d’improvviso, quello che sembrava un evento lontano diventa una realtà immediata: mentre sta interrogando una potenziale colpevole del tentato omicidio di un pedofilo, il capo la informa che entro quindici giorni dovrà sgombrare la scrivania. Quindici giorni, e un ultimo caso da risolvere: Hulda sceglie un cold case che forse non è nemmeno un delitto, solo la percezione che qualcosa nell’indagine sulla scomparsa di una rifugiata russa non quadri, e forse un ultimo tentativo di negare che quella fase della sua vita sta finendo. Una ultimo caso diventa per Hulda una sorta di nemesi, perché man mano la storia della ragazza viene alla luce, Hulda sembra sprofondare nell’oscurità dei suoi ricordi e nell’idea di un futuro fatto di solitudine e routine.

Ragnar Jónasson è un autore prolifico e conosciuto a livello internazionale, e questo La signora di Reykjavík è forse uno dei suo migliori romanzi, del quale pare che la WARNER Bros abbia acquistato i diritti: non c’è da stupirsi, perché il romanzo per ritmo e trama si presta a una trasposizione cinematografica, con un finale un po’ amaro che non manca di spiazzare il lettore.

Quello che però sostiene realmente il romanzo è la figura di Hulda: omen nomen, perché Hulda significa “donna nascosta”, e la sua storia scorre in parallelo alla ricerca della verità sulla ragazza russa con una trama che non è meno affascinante della vicenda primaria. Con lo scorrere delle pagine capiamo meglio da dove provenga la rudezza di questa donna malinconica, da dove nascono alcuni suoi demoni e la radice di alcune oscurità dell’anima che spingono Hulda, in questa ultima indagine, a fare errori, forzare le regole per arrivare comunque a una verità che nessuno ha voluto indagare.

Jónasson è però anche uno scrittore capace di raccontare la propria isola. In questo romanzo non sono tanto gli aspetti sociali he fanno da sfondo al racconto, quanto la descrizione di un posto colto nella transizione verso la primavera, un’isola meravigliosa che può essere anche spaventosa: nella ricostruzione delle ultime ore di vita della giovane vittima la neve è un elemento straordinariamente potente, e nel racconto l’autore riesce a trasmetterci quella sensazione di gelo e ansia crescente che la ragazza deve aver provato in un ambiente ostile e magico allo stesso tempo. Una vera esperienza islandese, come  Jónasson la definisce in un breve video di presentazione della trilogia, e chissà quali algre esperienze islandesi ci aspettano nei prossimi due capitoli.

Ragnar Jónasson (1976), tradotto in ventuno lingue e pubblicato in trentadue paesi, è avvocato e docente di diritto d’autore all’Università di Reykjavík, è membro della UK Crime Writers’ Association e cofondatore di Iceland Noir, festival del giallo nordico. Ha scritto la serie Misteri d’Islanda, pubblicata nella UE Marsilio, e la Trilogia di Hulda, di cui La signora di Reykjavík è il primo episodio.

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La signora di Reykjavik
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La signora di Reykjavik
  • Jónasson, Ragnar (Autore)

Articolo protocollato da Marina Belli

Lettrice accanita, appassionata di rugby e musica, preferisco – salvo rare eccezioni – la compagnia degli animali a quella degli umani. Consumatrice di serie TV crime e Sci Fy, scrittrice fallita di romanzi rosa per eccesso di cinismo e omicidi. Cittadina per necessità, aspiro a una vita semplice in montagna o nelle Highland scozzesi (a condizione che ci sia una buona connessione).

Marina Belli ha scritto 135 articoli: