La regola del silenzio – Oscar Farinetti
“La regola del silenzio”, il romanzo d’esordio nel mondo della narrativa di Oscar Farinetti, pubblicato da Bompiani, è l’oggetto delle conversazioni che si sentono oggi sedendosi al bancone del Thriller Café. Il nome di Ugo Giramondi passa di bocca in bocca. È lui il protagonista principale di questa storia, un adolescente che diventa uomo, attraversando una vita vissuta tutta a modo suo, un’esistenza costellata di libri, fatta di osservazione e, soprattutto, di silenzi.
Sì, silenzi, perché Ugo Giramondi ha perso la parola durante quel terribile giorno in cui ha assistito impotente alla morte di una persona troppo importante per lui, suo nonno che tutti chiamavano Chiodo, un soprannome passato di padre in figlio. Nonno Chiodo lavorava nella sua ferramenta e Ugo ci passava i pranzi e i pomeriggi, avvolto dall’odore di ferro e incantato dall’entusiasmo di quell’uomo così vecchio e così saggio.
“Il chiodo è il padre di tutto ciò che l’uomo adopera per migliorarsi la vita. Senza il chiodo non esisterebbero le case, le chiese, i mobili, la tua scuola. L’invenzione del chiodo ha fatto fare all’uomo un salto di qualità infinito. Devi andarne fiero, che ti chiamino Chiodo.”
Questa storia ruota quindi tutta attorno ad Ugo che, alle 16:37 di quel maledetto giorno in cui il nonno esalò l’ultimo respiro, vide chiaramente la conclusione della sua infanzia. Avrebbe voluto reagire, urlare, chiamare qualcuno, ma in quel momento restò immobile, muto. E muto ci rimase per moltissimo tempo. La sua mente però scalpitava, correva, a volte si incagliava e poi riprendeva la sua corsa fatta di complessi ragionamenti. Ugo si arrabbiava, soffriva, urlava, tenendo tutto dentro di sé.
“Sono fatto così, penso molto e parlo poco, per non dire niente. Il fatto è che – da quel terribile pomeriggio alla ferramenta – a parlare non riesco più.”
Ed è partendo proprio da quel tragico momento che Oscar Farinetti inizia a raccontarci le vicende di questo personaggio, dividendo la narrazione in tre parti. La prima, la più ricca di avvenimenti e digressioni, riguarda la pubertà e l’adolescenza di Ugo, condivisa con il suo gruppo di amici. La seconda parte assume le tinte del giallo, perché parla del processo. Sì, perché ad un certo punto Ugo si trova implicato in un caso di omicidio in cui risulta essere il colpevole. Lui, infatti, parla al lettore da dietro le sbarre, ancora incredulo per essere stato accusato di un crimine di quella portata, un fatto di cui non ricorda assolutamente nulla. La terza parte parla appunto della sua permanenza in carcere.
Ci sono diversi personaggi che fanno parte della vita del nostro Ugo Giramondi, iniziando da suo padre, con cui ha un rapporto di affetto, ma fino a un certo punto. Passando poi alle amicizie, ossia ad Augusta, la ragazza per cui Ugo ha perso la testa; Giorgio, il giovane Casanova futuro avvocato; Luca, l’amico impossessatosi dell’identità del giovane Holden; Arianna, la ragazza più spensierata del gruppo, sempre pronta a mangiare qualcosa di buono.
Attraverso una narrazione scorrevole e, soprattutto, ricca di divagazioni letterarie, riferimenti e citazioni di libri, spiegazioni a volte eccessivamente prolisse, e curiosità, con “La regola del silenzio” Farinetti ci presenta quindi un romanzo piuttosto fuori dagli schemi. Non si tratta infatti di una semplice storia thriller fine a se stessa, è un racconto avvincente, tutto incentrato su un personaggio caratterizzato magnificamente nella sua psicologia complessa e che riesce ad entrare con delicatezza nel cuore del lettore. Non manca la suspense, somministrata dall’autore a piccole dosi per poter permettere a chi sfoglia le pagine del libro di centellinarla, alternandola ad emozioni autentiche e momenti di riflessione. Il finale inatteso regala la giusta coinvolgente conclusione di un racconto che rimane in testa e che ci guida nel magico e silenzioso mondo dei libri che hanno cambiato la vita di Ugo Giramondi.
“…perché io sarò anche lento a parlare ma ci sono dei libri che tolgono la parola a tutti, tanto riescono a esprimere ciò che abbiamo nel cuore.”
Oscar Farinetti
Natale Oscar Farinetti, detto Oscar, è un imprenditore. Nato ad Alba, capitale delle Langhe, nel 1954, comincia nel 1978 a lavorare con il padre nel supermercato Unieuro. A metà degli anni ottanta, trasforma Unieuro in centri specializzati in elettronica di consumo. Nel 2002 vende la catena Unieuro per tornare alla tradizione di famiglia, il cibo. Fonda Eataly, che oggi è la più importante realtà mondiale per l’alta qualità enogastronomia italiana. Ha scritto Coccodè (Giunti, 2009), 7 mosse per l’Italia (Giunti, 2011), Storie di Coraggio (Mondadori, 2013), Mangia con il pane (Mondadori, 2015) e, con Feltrinelli, Nel blu (2015) e Ricordiamoci il futuro. Sette storie e un riassunto (2017).
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