intervista-ad-alberto-custerlina-0Il 15 aprile è stata ufficialmente resa nota la sestina dei vincitori del Premio Selezione Bancarella 2014; tra questi, vi è un libro che abbiamo avuto il piacere di recensire qualche tempo fa dandone un giudizio molto positivo. Si tratta del romanzo di Alberto CusterlinaAll’ombra dell’impero – Il segreto del Mandylion”, un’appassionante avventura a tinte gialle ambientata nella Trieste del 1902, che sta riscuotendo molto successo nella comunità dei lettori e apprezzamento da parte della critica. La notizia ci ha fatto piacere, ma non ci ha colto di sorpresa: All’ombra dell’impero è un gran bel libro, lo abbiamo detto nella recensione e lo ripetiamo qui a beneficio di coloro che ancora non l’hanno letto, e ai quali consigliamo vivamente di rimediare quanto prima.
Noi, nel frattempo, abbiamo pensato di fare quattro chiacchiere con l’autore.

[D]: Buongiorno, Alberto. Bentornato su Thriller Cafè. Allora, com’è essere nella sestina del Bancarella?
[R]: È una grande soddisfazione personale, ma anche per la mia casa editrice, che nonostante le mille difficoltà affrontate e superate nell’ultimo anno, è riuscita a dare al mio romanzo la giusta valorizzazione.
Hip Hip Hurrà per le ragazze e i ragazzi di Baldini&Castoldi!

[D]: Quando hai saputo la notizia, qual è stata la tua prima reazione?
[R]: La mia prima reazione è stata di stupore assoluto. Non me l’aspettavo e non faceva nemmeno parte delle mie speranze segrete, perché io sono uno abituato a stare con i piedi per terra, uno a cui piace lavorare di fantasia ma solo per la scrittura; in quel momento, l’unico pensiero che avevo in testa era scrivere bene il secondo episodio della trilogia.

[D]: Quando si parla di premi letterari la comunità degli scrittori spesso si divide. Qual è la tua posizione in merito?
[R]: Se permetti, mi tolgo un sassolino dalla scarpa: certi ambiti della comunità degli scrittori di genere italiani sono caratterizzati da un notevole tasso di perniciosa invidia per i successi altrui (sempre che tu non appartenga a certe piccole lobbies) e quindi vien da sé che sul web si leggano critiche ai Premi letterari da parte di chi non ne ha mai vinto uno.
Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto interesse a fare dietrologie o ideare complotti a riguardo, anzi, fin dall’inizio (la finale del Premio Camaiore Letteratura Gialla 2009 n.d.r.) ho accolto come una benedizione questo genere di riconoscimenti.
Io sono un autore che si è fatto da solo e che è andato avanti soltanto con la forza del proprio lavoro – senza campagne di marketing, padrini, fascette gialle, passaggi televisivi o raccomandazioni – ed è per questo motivo che vedo il mio Premio Selezione Bancarella 2014 come un riconoscimento per tutti i sacrifici che ho fatto negli ultimi 8 anni.
Inoltre, non dimentichiamo che i sei autori premiati sono stati scelti da un consesso di 200 librerie indipendenti e ciò dà al Premio Bancarella una forza e un’autorevolezza senza eguali, soprattutto per quanto riguarda la letteratura popolare.

[D]: Come vedi la corsa al premio finale? C’è un concorrente che t’impensierisce particolarmente?
[R]: M’impensieriscono tutti, perché sono sei libri validi che hanno avuto un gran consenso popolare.

[D]: Se potessi dedicare il premio a qualcuno, chi sarebbe?
[R]: Alla memoria di Luigi Bernardi, grande scrittore, talent scout ed editore, nonché uomo che la vedeva molto lunga e che è stato il primo a credere nelle mie potenzialità.

[D]: Quanto incide sulla motivazione di un autore un premio come questo? I riconoscimenti sono importanti, nella carriera di uno scrittore?
[R]: Per quanto mi riguarda, incide moltissimo.
Innanzitutto c’è una questione di visibilità, che oggi come oggi è una brutta bestia da affrontare, poiché il mercato editoriale è dominato da uscite che godono di un gran marketing (e di pochi lettori, e su questo tema mi fermo qui).
Poi, come dicevo prima, un riconoscimento tanto importante ti sprona a continuare senza curarti troppo della fatica che hai fatto per scrivere un bel romanzo.
Per ultimo, considera che stiamo parlando di una trilogia e quindi il sostegno di un Premio letterario tanto prestigioso diventa molto importante anche per i prossimi due romanzi.

[D]: A che punto sei con la stesura del secondo capitolo della trilogia? Sei consapevole che i lettori sono là fuori, col fiato sospeso, in attesa di sapere che ne sarà dei protagonisti?
[R]: Ne sono consapevole. Non passa giorno che qualcuno – di persona oppure sul web – non mi chieda che fine ha fatto Davorin Paternoster, se è vivo e quando si potrà leggere il secondo episodio.
Ora sto completando la stesura, poi per la data di pubblicazione sarà la casa editrice a decidere, ma non sarà molto lontana.

Non ci resta che ringraziare Alberto per essere stato con noi e augurargli un caloroso in bocca al lupo per il Bancarella. Restate all’ombra dell’impero!

Articolo protocollato da Oreste Patrone



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