Fresco vincitore della seconda edizione del Concorso letterario Thriller Café, nella sezione racconti lunghi, ospitiamo oggi al nostro bancone Gianluca Di Matola. Godetevi questa interessante intervista.
[D]: Ciao Gianluca, benvenuto al Thriller Café. Domanda rompighiaccio: chi è Gianluca nella vita e come scrittore?
Tutto sommato mi considero un uomo piuttosto “normale”, nonostante la mia disabilità faccia pensare il contrario. Ho due lauree, una in Scienze della Comunicazione e l’altra in Beni Culturali, e da due anni sono sposato con Ilaria, archeologa e funzionario responsabile del museo di Eboli che ha avuto il coraggio di sopportarmi.
Come autore, che dirvi, sono sempre alla ricerca di una storia che sia migliore di quella che ho appena terminato di scrivere. Ma credo sia il cruccio di ogni scrittore. Il mio genere di riferimento, quello in cui riesco a esprimere il massimo della mia creatività, è il noir/thriller. Massimo Carlotto è stato fin dall’inizio una fonte di ispirazione. Detto ciò, consiglio di non scimmiottare mai i propri autori di riferimento. Trasformarsi in una brutta copia di un altro offrirebbe un risultato veramente pessimo.
[D]: Raccontaci i tuoi passi come autore: perché ti sei avvicinato alla scrittura e dove sei arrivato ora?
[R]: Attratto dal genere noir, ho iniziato a saccheggiare le librerie con atteggiamento quasi compulsivo. Fin quando non ho provato a cimentarmi in qualche piccolo esperimento di scrittura creativa. Storie che tenevo solo per me e per pochi intimi. Fino a che una cara amica e autrice mi ha invitato a tentare la via di qualche concorso letterario, a uscire allo scoperto mettendomi seriamente alla prova. Va detto che di carattere sono uno a cui piacciono le sfide. Così, in tempi devo ammettere rapidissimi, ho ottenuto i primi attestati di merito, come nel caso dello Scerbanenco@Lignano, della prima edizione del vostro concorso, e della vittoria al Sanremo Writers con il romanzo Luce, primo assoluto su oltre 500 elaborati in valutazione.
[D]: Hai vinto il concorso di Thriller Café superando molti altri scritti e raccogliendo un plauso dalla super-giura composta autori affermati come Lama, Novelli e Zarini, Bassini. Che effetto ti fa?
[R]: Quando ho letto il mio nome in cima alla lista dei finalisti ho provato un’immensa sensazione di gioia. Una felicità che ripaga di tutti gli occhi rossi e delle ore trascorse davanti allo schermo di un computer pregando che quella appena battuta sia davvero la storia giusta. Guarda, è difficile da descrivere, anche se uno scrittore dovrebbe essere bravo nel fare proprio questo, ma si tratta di un’emozione talmente personale che forse soltanto un altro autore può realmente comprendere.
Il fatto di essere stato valutato da autori del calibro di Novelli, Zarini, Bassini, Lama, l’anno scorso la menzione di Marilù Oliva, mi arriva come una botta esagerata di energia. Se dovessi però osservare il tutto da un altro punto di vista, allora ti direi che si tratta pure di una bella e grossa responsabilità, perché adesso, più di ieri, capisco quanto sia fondamentale proseguire nel mio impegno, che non posso sprecare il lavoro di questi ultimi anni. Nella speranza, ovviamente, di essere sempre all’altezza di chi mi ha giudicato e vorrà ancora giudicarmi.
[D]: Parlaci un po’ del tuo racconto: com’è nato? C’è qualcosa da cui hai preso spunto?
[R]: “I compleanni di Viola” sono la descrizione di un’ossessione, di uno tra i più grandi misteri che accompagnano la vita (non vado oltre per non svelare troppo). Nella mia fase creativa, ormai è un copione, costruisco ogni passaggio della storia partendo da una paura, da un’emozione negativa che fin troppo spesso siamo costretti a subire. L’ispirazione mi deriva perlopiù da questo, da un elemento che disturba la mia vita e che adatto a quella degli altri.
Poi c’è un altro aspetto, che considero determinante: i personaggi femminili, dalle quali sono molto attratto. Trovo stimolante attaccarmi alle loro inquietudini, alle difficoltà che da uomo posso incontrare nel voler descrivere le loro dinamiche.
[D]: Quale credi sia il punto di forza?
[R]: Il mio stile punta molto sul ritmo, sulla velocità delle scene e la credibilità dei dialoghi. Per questo caratterizzo il più possibile i personaggi cercando di renderli reali, vicini a ciò che affrontiamo quotidianamente. Chi mi legge rimane affascinato soprattutto da queste caratteristiche, dalla capacità che ho di trasportare nelle pagine il vissuto di ognuno di noi. Potendo fare una similitudine col mondo del cinema, senza presunzione, mi sento vicino al neorealismo.
[D]: Il tuo cammino ha incrociato quello di Thriller Café in occasione di entrambe le edizioni del nostro concorso letterario (con un secondo e un primo posto). Cosa ne pensi dei concorsi in genere? E del nostro?
[R]: I concorsi, come ripeto più volte a quanti me lo chiedono, sono essenziali nella formazione di ogni aspirante scrittore. Spesso, e mi ci inserisco anche io, si ha la presunzione di aver scritto qualcosa di epico e di essere i nuovi Carlotto o Carofiglio. Questa fretta fa sì che si spediscano subito gli elaborati a questa o quella grande casa editrice convinti che ci debbano a tutti i costi pubblicare. Tutto sbagliato. Niente di più sbagliato. Bisogna volare bassi. Farsi le ossa. Costruirsi un curriculum letterario di tutto rispetto e presentarsi a chi di dovere con un minimo di esperienza. Altrimenti, per le cocenti delusioni che arriveranno (ce ne saranno ve lo garantisco), si rischia di abbandonare quello che potrebbe essere un probabile potenziale.
Il mio consiglio è di selezionare ogni anno un pacchetto di concorsi, quelli che nel proprio genere fanno la differenza, come nel caso di Thriller Café. Il vostro concorso rappresenta per me un’importante svolta, perché siete la piattaforma di genere tra le più importanti e conosciute, e all’interno delle giurie annoverate autori ed esperti del settore che rendono la partecipazione un obiettivo fondamentale per un autore che vuole emergere.
[D]: A breve uscirà un’antologia con i migliori scritti selezionati dalla giuria: cosa ti aspetti da quest’opera, avendo già partecipato alla prima raccolta Delitti al Thriller Café?
[R]: Innanzitutto poter far leggere “I compleanni di Viola.” Per uno scrittore la pubblicazione, la presenza sugli scaffali delle librerie è il senso di tutta la sua missione.
Già nel volume 1 si è apprezzata l’altissima qualità degli elaborati, impreziositi da chi ha offerto la propria autorevolezza per accompagnare noi emergenti: Pulixi, De Marco.
Delitti al Thriller Café porta gli autori che pubblica a un livello superiore, li introduce in una stanza dove chi ci entra deve aver ben chiaro che da quel momento in poi si fa sul serio.
[D]: Che programmi hai in termini di scrittura creativa nel breve e nel lungo periodo?
[R]: Al momento sto promuovendo il mio ultimo romanzo, Pulcinella è cattivo, un noir edito da Clown Bianco edizioni uscito in tutte le librerie a ottobre. Pulcinella è cattivo ha vinto nel 2019 il concorso Giallo Luna Nero Notte come miglior romanzo inedito.
Nello stesso tempo, però, mi impegno su più fronti. Sto scrivendo un nuovo romanzo e continuo a produrre racconti per concorsi, come è stato nel caso di Thriller Café. Insomma, non mi fermo un attimo.
[D]: Un momento per te per dire qualcosa prima dei saluti.
[R]: Bisogna amare la scrittura per ciò che può donare a noi stessi autori. A me sta insegnando tanto, dalla disciplina alla costanza. Oltre a essere uno strumento di rivalsa sociale rispetto a un sistema che tende a escludere chiunque subisca una marginalità.
[D]: Grazie per essere stato con noi, Gianluca.
[R]: Grazie a te, Giuseppe, per lo spazio e per il merito che m’avete riconosciuto.
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