La recensione di oggi è dedicata all’unico libro tradotto in Italia di Jack Ketchum: In viaggio con l’assassino, uscito nel lontano 1995 e ormai di difficile reperibilità.

Titolo: In viaggio con l’assassino
Autore: Jack Ketchum
Editore: Sperling & Kupfer
Anno di pubblicazione: 1995
Traduttore: A. Caminiti
Pagine: 248

Trama in sintesi:
Lee e Carole sono due amanti che decidono di ammazzare Howard, l’ex marito di lei, violento e ostinato a non uscire dalla sua vita, a considerarla ancora “cosa sua”. I due architettano un delitto perfetto… O quasi, perché Wayne Lock, un barman dalla mente deviata, li sorprende e li obbliga a condividere le sue esperienze assassine. Lee e Carole diventano allora spettatori impotenti di una serie di omicidi immotivati, finché tentano di ribellarsi e sottrarsi alla follia di Wayne…

Un libro che si fa leggere rapidamente e che fa del ritmo la sua arma migliore, ma che è difficile giudicare senza tener conto che è stato pubblicato 14 anni fa. Con molta probabilità al lettore di oggi questo romanzo apparirà scontato in molti tratti, soprattutto per quanto riguarda l’indagine psicologica condotta sullo psicopatico Wayne. Di serial killer la crime fiction dell’ultimo periodo è piena, e quello messo in scena da Ketchum somiglia a tanti altri senza farsi notare per nessuna caratteristica peculiare. E’ un po’ la figura tipica di personalità antisociale che può emergere da un trattato di psicopatologia criminale, con le “solite” torture ai piccoli animali durante l’infanzia, una madre castrante (e perversa), l’idea fissa che la gente si comporti male nei suoi confronti, la voglia/paura di uccidere per la prima volta. Un episodio, inoltre, è ispirato in maniera evidente alla vicenda dello Zodiac Killer. Tutti ingredienti noti, ma c’è da considerare appunto l’anno in cui il libro usciva, il lontano 1995: non è Wayne Lock ad assomigliare ad altri serial killer romanzati, quanto più il contrario. Risultano abbastanza ben delineati invece i tratti del detective Rule e della protagonista Carole (anche se pure lei con qualche particolare troppo banale), e la relazione di questa con il precedente marito, Howard, e l’amante Lee. Ciò che comunque rende godibile la lettura è la scrittura fluida e che non si perde in dettagli inutili dell’autore, bravo a gestire i cambi di scena e di punti di vista per tenere alta la suspense.
Un romanzo che in sé è nel complesso discreto, ma non di più, e che però lascia una buona impressione sull’autore, purtroppo non tradotto oltre in Italia.
Se volete saperne di più su Ketchum, in ogni caso, vi consiglio di dare uno sguardo al blog di Elvezio Sciallis, che ne tracciava qualche tempo fa un accuratissimo profilo.

Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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