Il prezzo della verità – Michael Wendroff
Con “Il prezzo della verità” Michael Wendroff porta al pubblico il suo primo thriller.
Wendroff ha lavorato per anni nel mondo del marketing e dell’editoria prima di realizzare il sogno di scrivere un romanzo. Vive negli Stati Uniti, ama viaggiare, giocare a tennis e andare in barca. “Il prezzo della verità”, opera d’esordio nata durante la pandemia, a detta dell’editore ha conquistato lettori e critica per la sua capacità di intrecciare suspense, attualità e profondità emotiva, suscitando nel lettore una buone dose di aspettative.
I detective Jack e Jill, proprio come quelli della filastrocca aspetto sul quale piace giocare ai due, fanno il loro ingresso nel romanzo col botto: in piena azione, tra pallottole e difficoltà, poliziotti freschi di accademia.
Da questo primo, intenso, momento, alla trama principale passano alcuni anni, dodici per l’esattezza e arrivare così al presente narrativo. Jack e Jill sono più maturi, consapevoli e lavorano insieme. Il caso sul quale stanno indagando è all’inizio fumoso, portando i due a entrare nel mondo violento e ignorante dei suprematisti bianchi, che inneggiano all’allontanamento dei migranti colpevoli, a loro dire, di portare via il lavoro agli onesti americani bianchi e causando insicurezza economica per cui molti giovani ragazzi, sempre bianchi, si suicidano. Anche il ruolo della donna va ridimensionato per queste frange estremiste, riportando indietro l’orologio e indipendenza e diritti per tornare a una casalinga obbediente, silenziosa, a completo servizio del marito, dei figli e della casa.
In un’atmosfera violenta, ricca di scontri e ideologie folli, Jack e Jill si muoveranno alla caccia dei colpevoli di delitti razziali, danneggiamenti, senza dimenticare il misterioso cecchino che può essere un giustiziere come un serial killer.
Quando all’inizio i protagonisti entrano in scena, è facile per i lettori di Patterson, paragonarli ai suoi carismatici e cattivi Jack e Jill, sperando di trovarne una versione altrettanto attraente dalla parte della legge. Ben presto si arriva alla triste realtà di personaggi stereotipati, eccessivi e scontati: il Jack del libro ha un’infanzia di violenza domestica e una violenza pronta a uscire durante il servizio, più simile a un giustiziere che a un poliziotto, con in aggiunta un’aura di bravura e imbattibilità; Jill è la super ragazza bravissima, con grande intuito ed empatia, che nella polizia trova la sua missione per commemorare la morte in servizio del padre. I due all’inizio non si sopportano e poi, come nel più scontato dei Romance, enemy to lovers, tra loro scocca la prevista scintilla.
Gran parte del libro dove si parla dei casi seguiti dai due è un mero resoconto, perché sono eventi del passato e le indagini dove dovrebbero essere impegnati si limitano a chiacchierate con colleghi o membri di altri dipartimenti, davanti a lattine di birra o nei bar. I loro dialoghi appaiono forzati, perché passano da discorsi tosti a momenti smielati per portare avanti messaggi buonisti e motivazionali di recupero e seconde occasioni per tutti, ribadendo il loro impegno a cambiare e migliorare il mondo.
Non mancano attimi di azione, dove ancora si riscontra da un lato un eccesso in reazioni esagerate, per poi sgonfiarsi come un fuoco d’artificio che esplode troppo presto, dove i personaggi principali concludono poco o niente, quando non cascano in performance deludenti.
Per fortuna gran parte dell’opera si svolge all’interno di una frangia di estremisti bianchi, dove l’autore ha modo di esplorare questo grave fenomeno sociale per nulla raro o isolato. È questa parte della storia a essere davvero centrale, importante, protagonista. Wendroff fa entrare il lettore nel cerchio dell’odio, dove il senso di inadeguatezza viene consolato portando la colpa di tutto all’esterno, sugli altri, con la violenza solitaria che si autoalimenta quando diventa rabbia condivisa. Personalità deboli, vittime di altre carismatiche, ma disturbate. Facile che la situazione sfugga di mano, che una dimostrazione, una “lezione”, si trasformi in omicidio e, invece di un senso di orrore e repulsione, si ottenga un ulteriore rafforzativo che porta a violenze ancora più estreme ed eclatanti.
Interessanti sono anche i capitoli dove è all’opera il cecchino: il mistero sulla sua identità, il percorso di cambiamento che compie, dà una bella spinta a continuare la lettura.
“Il prezzo della verità” è un thriller imperfetto, dove convivono parti interessanti ad altre che danno ben poco, banali. Un romanzo da affrontare senza troppe aspettative, per non rimanere male nella delusione e apprezzare il buono.
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