Il peso del coraggio - Michele Navarra

Michele Navarra è un avvocato romano che si è scoperto romanziere di legal thriller. Ha creato un personaggio che è un po’ un suo alter ego: Alessandro Gordiani, che di mestiere fa anche lui l’avvocato ed è impegnato nella soluzione di casi “di strada” che hanno per sfondo la città in cui vive. Il suo punto di vista non è quello del detective, ma quello di chi si trova a dibattere in tribunale le vicende che non hanno ancora una verità conclamata.

Nell’ultima uscita per Fazi, intitolata “Il peso del coraggio”, titolo che l’autore prende a prestito da una bellissima canzone di Fiorella Mannoia, Gordiani esordisce già in dibattimento. Non si parte quindi dalla narrazione del crimine, ma dal processo che viene messo in piedi successivamente. L’imputato è un medico che viene accusato di un reato odioso: pedofilia. Gordiani rappresenta la parte civile, ovvero la famiglia del minore che ha subito la presunta violenza e che cerca nel processo di trovare giustizia e riparazione. Ma, ribaltando un po’ la logica sequenza degli eventi, in poche pagine, cari amici del Thriller Café, arriviamo alla sentenza. Sentenza di assoluzione per il presunto pedofilo. Sentenza che scatena una sequenza di avvenimenti, giudiziari e non, che vedranno ancora una volta Gordiani protagonista.

Navarra abbandona in questo romanzo il lato noir delle precedenti puntate della serie Gordiani e trasforma la sua narrazione in un romanzo stile Grisham (o Law and Order se preferite), dove tutta l’attenzione è dedicata al dibattimento in tribunale. Il ritmo della vicenda è fornito infatti dalle diverse fasi processuali e anche chi non fosse particolarmente familiare con il Codice di Procedura Penale potrà assistere quasi a un caso di studio forense, che riesce tuttavia (almeno a me che ho una particolare predilezione per questi riti) a non risultare noioso e a conservare il suo pathos.

Oltre a questo, c’è anche molta attenzione all’approfondimento psicologico dei personaggi e in particolare alla figura di Gordiani, che Navarra mette a nudo, quasi a celebrare una seduta di autocoscienza, non solamente in ambito professionale. Ne emerge il ritratto di un uomo in età matura che riflette sulla propria vita e fatica a trovare una dimensione, schiacciato tra il dovere deontologico e i lati umani che non possono essere cancellati. Un uomo che vive una condizione di spaesamento in una società che fatica a ritrovare valori genuini e spesso si arrende alla prevaricazione, all’arbitrio e alla violenza.

Sullo sfondo, come tema più importante, quello del rapporto tra la giustizia degli uomini e la giustizia come valore assoluto. Con la perenne tensione che si genera nell’impossibilità di accertare la verità con la V maiuscola e la conseguente resa alle ricostruzioni plausibili di una verità inafferrabile. Rimangono a me, e probabilmente a chi leggerà, alcuni interrogativi alla fine della lettura di questo piacevole romanzo. La trasformazione di Alessandro Gordiani da uomo di strada a uomo di aula giudiziaria sarà una trasformazione permanente? O è solo una fase di riflessione? Personalmente, pur essendo un’amante delle trial novel, preferirei tornare a leggere di un Gordiani più vispo e attivo, anche perché la Roma esplorata da Navarra/Gordiani è una Roma sempre bellissima, talvolta anche nella sua cruda manifestazione un po’ trash. Mentre ne “Il peso del coraggio” ci tocca guardarla un po’ dalla finestra o magari immaginarla dalle ricostruzioni dei vari testimoni che si susseguono alla sbarra. Come se il nostro Gordiani fosse stufo della fatica della dura società di oggi e avesse deciso di prendersi un periodo sabbatico. O, peggio, come se la sua meravigliosa Roma non riuscisse più a dargli quegli stimoli che lo fanno sentire vivo. In ogni caso, non ci resta che attendere la prossima puntata.

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Michele Navarra
  • Navarra, Michele (Autore)

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 125 articoli:

Libri della serie "Alessandro Gordiani"

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