I giorni del silenzio di Paula Treick DeBoardHarperCollins Italia ha recentemente pubblicato I giorni del silenzio, esordio letterario di Paula Treick DeBoard al quale l’autrice statunitense ha fatto poi seguire altri due titoli.
Uscito in lingua originale con il titolo The Mourning Hours, I giorni del silenzio ha vinto il Niles Library’s Tournament of Books e arriva a noi con la traduzione di Maria Gaetana Ferrari.

Paula Treick DeBoard ha amato la scrittura fin dalla più tenera età e ha scritto il suo primo romanzo a nove anni. In seguito si è laureata in scrittura creativa all’Università del Maine e attualmente insegna composizione alla University of California.
Vive a Modesto, sempre in California, con il marito e dopo I giorni del silenzio ha pubblicato The Fragile World (2014) e The Drowing Girls (2016).

I giorni del silenzio è anche arrivato in finale all’ Housatonic Book Award nel 2014 e, dopo essere stato pubblicato da Harlequin MIRA, ha riscosso plausi da pubblico e critica, con Mary Kubica che ha elogiato il romanzo per la continua tensione e Publishers Weekly che ha sottolineato in particolare l’efficacia del ritratto di una famiglia che si disintegra sotto il peso della tragedia e della tensione.
Cerchiamo ora di offrirvi una succinta sinossi de I giorni del silenzio per poi passare al nostro parere sull’opera.

Kirsten Hammarstrom non visita da molti anni la sua città natale, che si trova in un angolo remoto del Wisconsin. Ha abbandonato quel posto quando aveva nove anni e la sua famiglia era stata trascinata in una tragedia nello scandalo che fece seguito a quell’evento.

Fu quando Stacy Lemke scomparve: la ragazza era conosciuta e amata e la sua sparizione scosse l’intera cittadina. E molti sospetti caddero sull’ultima persona ad aver visto Stacy viva, ovvero il suo fidanzato Johnny. Grande promessa della squadra di lotta della scuola, Johnny è anche fratello maggiore di Kristen: al tempo nessuno riuscì a dimostrare nulla, ma il peso del sospetto fu troppo pesante per la famiglia, che si allontanò dal paese.

Ora, molti anni dopo Kristen e i suoi fratelli sono obbligati a tornare dove sono nati e dovranno quindi affrontare nuovamente l’intera comunità, con i suoi sospetti e pregiudizi…

I giorni del silenzio è prima di tutto e sopra ogni altra cosa un romanzo di formazione, all’interno del quale però sono presenti, alle volte anche in maniera importante e vistosa, elementi da thriller psicologico, saga di famiglia e mistery-crime.

Conosciamo subito l’io narrante, Kristen, mentre guida velocemente per tornare a casa dopo così tanto tempo: è atterrata a Milwaukee dalla California, fa molto freddo, un agente di polizia la ferma per un controllo che ci offre l’occasione per conoscere qualche dettaglio in più sulla Kristen del 2011, ma poco dopo si apre il flashback sul 1994-1995, periodo in cui Kristen aveva nove anni e tutto andava ancora bene.

Suo padre amava dirle che tutto quel che c’è da sapere sul mondo si poteva imparare dalla vita in fattoria, e lei divideva il tempo fra la vita in campagna, i litigi con Emilie, sua sorella, e le gare di lotta di Johnny, suo fratello. La scrittrice ci presenta quindi l’irruzione, in questo quadro semi-idilliaco, di Stacy Lemke, che diventa la ragazza di Johnny.
Contrariamente a quanto possiamo aspettarci Stacy è decisamente antipatica e fra tutti i suoi difetti l’unico aspetto positivo sembra essere la sua notevole bellezza. Attraverso lo sguardo di una bambina che sta diventando ragazza, osserviamo il deteriorarsi del rapporto fra i due: litigi e la sensazione che Johnny si sia cacciato in una gabbia, che per quanto dorata e molto belle, rimane pur sempre una gabbia.

La meccanica dell’incidente che porta alla scomparsa di Stacey è organizzata dall’autrice in modo da lasciare nel dubbio sia Kristen che, di conseguenza, noi lettori: Johnny e la fidanzata litigano, salgono quindi in auto per andare a mangiare, dopo qualche tempo l’auto viene individuata in un fossato e mentre Johnny, pur ferito e scioccato, viene ritrovato, di Stacey non c’è traccia e con le temperature sottozero ogni minuto che passa le possibilità di rivederla in vita si assottigliano.

Non ci sono prove o indizi precisi di qualche colpa da parte di Johnny, ma si tratta di un “dettaglio” quasi inutile. Lo vediamo sempre più spesso con il fenomeno delle false notizie: se qualcuno vuol credere a qualcosa non servirà a nulla dimostrargli il contrario con dati ben precisi, continuerà a crederci. E così l’intera comunità decide in sostanza che Johnny è colpevole, la famiglia crolla sotto il peso di questa situazione e chi pagherà il prezzo più alto sarà proprio il fratello maggiore di Kristen.

Il ragazzo abbandonerà la promettente carriera sportiva, lascerà il paese natale e si arrangerà con lavori di vario tipo: quel singolo evento ha condizionato la sua intera vita, e anche i suoi parenti più stretti continuano, pur amandolo, a nutrire più di un sospetto.

Nell’ultimo paragrafetto sono racchiusi in sostanza i due temi portanti de I giorni del silenzio: come un solo accadimento, che occupa poche ore, può riverberare per sempre e modificare il corso di tutta la nostra vita (e di riflesso, implicitamente, quanto poco reale controllo ognuno di noi ha sulla sua esistenza), e quali siano i limiti della forza di un legame di parentela che si suppone invincibile, come e quanto possa essere messo alla prova e come si possa crescere con queste consapevolezze.

Paula Treick DeBoard svolge un buon lavoro, gestendo con abilità il punto di vista di una bambina di nove anni e mantenendo sempre alto l’interesse del lettore nei confronti di quanto realmente accaduto.
È stato davvero Johnny a uccidere Stacey durante una lite particolarmente violenta?

Attraverso svolte, rivelazioni e sorprese arriveremo fino alla conclusione e probabilmente i lettori più attenti capiranno già qualcosa ben prima, da vari indizi sparsi nella narrazione.
Un romanzo da consigliare a chi è in cerca di un thriller psicologico dai tempi dilatati e rilassati, nel quale sono assenti scene e particolari troppo cruenti e che privilegia atmosfera e sensazioni su azioni, sparatorie, inseguimenti e brividi vari.

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