Gli eredi – Wulf Dorn
Da poco edito da Corbaccio, recensiamo oggi Gli eredi, il nuovo romanzo di Wulf Dorn.
Patrick Landers sta sfidando un nubifragio per raggiungere l’ex moglie Susan, che molto probabilmente è in pericolo. Sulla strada trova la carcassa di una macchina e riconosce la guidatrice, Laura. Nel bagagliaio trova un cadavere di una bambina con il cranio aperto dal quale fuoriesce il cervello. Cosa diavolo sta succedendo? Non sappiamo ancora nulla dei personaggi ma già intuiamo l’incubo nel quale ci trascinerà questa storia.
Il secondo capitolo aggiunge contemporaneamente nuove informazioni e nuovi misteri: scopriamo che Laura, la quale si trova ora sotto interrogatorio della polizia coadiuvata dallo psicologo Robert Winter, è la sorella dell’ex moglie di Patrick, ma soprattutto che il corpo nel bagagliaio è quello di Mia, la figlia di quest’ultimo. Non vi basta? Nel paesino vicino sono scomparsi tutti: 163 persone svanite nel nulla, lasciando solo degli apparenti segni di lotta. Laura dice che ci sono dei mostri che vogliono uccidere chiunque trovino. Una bella sfida per Bennell, il poliziotto incaricato di seguire il caso, e per Winter, il cui razionalismo è messo a dura prova da una storia che non sembra avere né capo né coda.
Laura comincia a raccontare, consapevole che le sue parole suoneranno incredibili. Da questo momento si alternano le ricostruzioni dei giorni precedenti a brevi momenti nel presente. È iniziato tutto con un malore della nipote Mia, unito ad uno strano comportamento dei bambini vicino a lei. Qualsiasi cosa stia accadendo, infatti, coinvolge proprio i più piccoli, che sembrano sentire delle voci fastidiose provenienti da tutto il mondo. Laura è incinta, e la vita che custodisce nel suo grembo la mette a sua volta in contatto con queste voci che si fanno man mano più angoscianti e minacciose. La presenza di un medico come Robert, il cui mestiere consiste nel trovare spiegazioni scientifiche ai sintomi dei suoi pazienti, pone in discussione fino alla fine la veridicità della versione della donna: sta davvero vivendo episodi di telepatia o è solo vittima di allucinazioni? E’ una vittima o è la carnefice?
Nel racconto, Mia peggiora sempre di più: diventa apatica e cessa di comunicare con l’esterno, persa nei suoi pensieri e in quello che vede e sente solo lei. La scrittura di Dorn preannuncia spesso gli shock che ci aspettano poco dopo, creando così la tensione che è alla base del romanzo.
“La realtà è sempre molto più agghiacciante di qualsiasi invenzione” annuncia l’autore nella prefazione, ed in effetti il libro ha uno sguardo esplicito sul mondo che ci circonda ed affronta apertamente una questione che, seguendo la metafora presentata dallo scrittore tedesco, prima o poi deborderà violentemente come un lago nel quale si sono gettati troppi sassi. Gli intermezzi che costellano queste pagine sono ispirati a vicende reali: storie di bambini di tutto il mondo, di bambini veri, che subiscono i più gravi abusi e atrocità.
Le protagoniste precipitano in una situazione à la Uccelli di Hitchcock, con lo stesso senso opprimente di minaccia esterna da parte di forze della natura sovvertite, anche se in questo caso le motivazioni di questa trasformazione violenta sono chiare e diventano sempre più dichiarate, fino ad assumere i contorni netti di un atto d’accusa morale lanciato da questo romanzo horror-thriller.
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