Gioco crudeleRecensiamo oggi un romanzo di John Saul un po’ datato e di difficile reperibilità, ma che ogni amante del brivido dovrebbe leggere. Stiamo parlando di Gioco Crudele.

Port Arbello, una tranquilla cittadina dell’America d’oggi, dove il delitto e la violenza sono sconosciuti. Ma a Port Arbello, cento anni fa, una bambina è stata violentata e assassinata, ed un uomo, suo padre, si è gettato in mare.
I Conger e la loro casa sul promontorio nascondono da anni una misteriosa leggenda legata ad una caverna ricavata nei meandri della scogliera. Si dice che la caverna nasconda la “porta dell’inferno”, un cunicolo che intere generazioni hanno cercato inutilmente e che la leggenda collega ad episodi di orrore e violenza.
Due bambine, Sarah ed Elizabeth giocano con la tavoletta oui-ja e vengono raggiunte dallo spirito di una bambina, Beth. Da quel momento iniziano a scomparire bambini e Port Arbello inizia a fare i conti con una violenza mai incontrata prima.

John Saul è uno degli autori più importanti nel panorama thriller – horror internazionale anche se molti lettori non ne conoscono l’estro e la creatività anche per la ormai difficile reperibilità dei suoi romanzi. A parte Baldini e Castoldi che ha pubblicato “La casa maledetta”, “I cacciatori del sottosuolo” e “Voci di mezzanotte”, Saul rappresenta una specie di leggenda per gli amanti contemporanei del genere soprattutto in relazione alla sua opera forse più complessa, “Gioco Crudele” che già nel suo titolo originale “Suffer the Children” consegna al lettore la promessa, ampiamente mantenuta, di un’opera altamente inquietante.
Tutto ruota intorno alle vicende di una famiglia, i Conger, che da generazioni abitano una enorme casa in cima a un promontorio. La proprietà dei Conger è costeggiata da un folto bosco giusto in cima alla scogliera ed un ampio prato che porta fino alla veranda della villa dei Conger.
I Conger abitano lì da sempre, sin da quando, 100 anni prima, un antenato ha violentato ed ucciso sua figlia Beth nascondendone poi il corpo in una caverna ricavata in un’intercapedine della scogliera. Da quel momento, o forse anche da prima, la leggenda narra di una terribile maledizione che avrebbe avvolto ogni generazione della dinastia Conger. La caverna nella scogliera, si tramanda, conterrebbe addirittura la Porta dell’Inferno.
I Conger oggi hanno 2 figlie, Elizabeth e Sarah, quest’ultima affetta da una particolare forma di schizofrenia generatasi a seguito di un misterioso episodio avvenuto nel bosco in compagnia di suo padre. Quando iniziano a scomparire alcuni bambini del posto, Port Arbello, la gente ricomincia a parlare della maledizione dei Conger e le attenzioni si spostano sulla silenziosa Sarah, che manifesta improvvisi scatti d’ira che iniziano a spaventare i genitori e la sorella maggiore Elizabeth, l’unica che sembra in grado di comprendere cosa si nasconda al di là dello sguardo vuoto della sorellina.
John Saul è un maestro della tensione. In un romanzo popolato da pochi personaggi riesce a costruire un crescendo di suspence che non ha nulla da invidiare ad autori del calibro di John Farris o Ira Levin. Sono le due sorelle Elizabeth e Sarah a reggere, con la loro intelligenza particolare, l’intero schema narrativo. Intorno a loro gravitano gli altri personaggi a partire da Jack e Rose Conger, genitori che non sono in grado di affrontare la malattia di Sarah sentendosi oltretutto inadeguati a comprenderne le difficoltà comunicative. Ray Norton, un poliziotto senza gloria che deve fare i conti con un mistero troppo crudele da accettare. E poi, i bambini che scompaiono e che vengono inghiottiti nella Porta dell’Inferno.
Scrittura elegante, dialoghi serrati e descrizioni suggestive. Se applichiamo questi ingredienti ad una trama piena di scene memorabili e momenti di orrore puro otterremo un autentico capolavoro. Stephen King e Ramsey Campbell, solo per citare solo due grossi calibri, hanno incensato Saul e il suo “Gioco Crudele” tramandando ai posteri giudizi entusiastici.
La grande capacità dell’autore, a mio avviso, è stata quella di scrivere un romanzo dell’orrore arricchendone i contenuti con eleganti riflessioni sulla condizione della famiglia americana arricchita e oggi in declino oltre che sui rapporti tra i genitori ed i figli.
Si tratta di un romanzo davvero difficile da trovare ed è un grosso peccato. Meriterebbe di essere ristampato e distribuito nuovamente sul mercato. Permetterebbe di far conoscere un autore come John Saul che in America è considerato un autentico big, e con pieno merito.

Luca Marchesani

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