Fa troppo freddo per morire - Christian FrascellaFa troppo freddo per morire: il romanzo di Christian Frascella edito da Einaudi è l’oggetto della nostra recensione di oggi.

Se è vero che perdere è una questione di metodo, l’investigatore privato Contrera è un campione olimpionico della disciplina. La sua vita è una collezione di fallimenti: ex-poliziotto, espulso per spaccio di cocaina, ex-marito di una moglie che lo detesta e padre di una figlia adolescente che lo disprezza, vive in casa della sorella e fatica a sbarcare il lunario. Per ufficio ha un angolo in una lavanderia a gettoni in Barriera di Milano, un quartiere periferico di Torino multietnico e difficile. L’unico pezzo di arredamento è un frigobar per le birre (rigorosamente Corona) ed è in questo scenario improbabile che riceve i suoi clienti, sgangherati almeno quanto lui.

Quando Mohammed, il marocchino padrone del locale, gli chiede di aiutare Driss Bouda, figlio di un amico che si è indebitato con degli albanesi per delle scommesse, Contrera non può tirarsi indietro e inizia così a investigare nel sottobosco malavitoso di Barriera, tra bar malfamati, locali notturni e sale da gioco. In una Torino gelida e grigia come la canna di una pistola, il detective si troverà ad assistere a un omicidio inspiegabile e a rischiare la sua stessa vita per scoprire la verità. Contro di lui, non solo la delinquenza albanese, ma anche la ‘ndrangheta e la stessa polizia, con l’arrogante Vice Questore Falco che fa di tutto per trasformargli la vita in un inferno. Sbagliando, cadendo e rialzandosi, Contrera affronterà i propri fantasmi e i propri errori, riuscendo anche a innamorarsi.

A bordo della sulla Panda Young esplorerete le strade di Barriera, dove le luci scintillanti e gli edifici eleganti del centro sembrano lontani anni luce, rimpiazzati da “muri spazzolati di smog e balconi arrugginiti”, che accolsero un tempo gli operai della FIAT e oggi immigrati di ogni etnia e provenienza, in un crogiolo di culture che si confrontano e di mondi distanti che si intrecciano.

In Italia c’è ormai una grande abbondanza di detective: le strade letterarie di Torino, così come quelle di molte altre città italiane, sono praticamente invase da un esercito di investigatori con gli abiti stazzonati, la sigaretta in bocca e un passato tormentato alle spalle, altrettante declinazioni regionali dell’archetipo immortale creato da Raymond Chandler con il suo Philip Marlowe. C’era quindi bisogno di un altro investigatore privato? Ebbene, nel caso dell’anti-eroe creato da Christian Frascella la risposta è un vigoroso sì. Contrera buca la pagina, suscitando un’immediata simpatia nel lettore. Paradossalmente, il suo punto di maggiore forza è proprio la sua imperfezione. “Da qualche parte, in un punto imprecisato che non riesco mai a individuare, devo aver perso la mia innocenza. Sono cominciati i mezzucci e i sotterfugi, le menzogne e i tradimenti, la fame di soldi e quella di un’altra vita. Poi tutto è andato a precipizio, e mi sono ritrovato con un pugno di mosche in mano. Posso solo dire che questa discesa ha avuto un unico teatro: Barriera”.

Sotto le sue cicatrici e pose si nasconde un’umanità sincera e intelligente. Nell’arco di poche pagine, questo personaggio saprà farvi ridere e commuovere, mescolando, come accade nella vita reale, la tragedia alla commedia. Intorno al protagonista si muove una schiera di comprimari, caratterizzati con tratti decisi e convincenti: le loro storie incrociano quella di Contrera, dando vita a una trama articolata e avvincente.

Con “Fa troppo freddo per morire” Christian Frascella esordisce nel mondo del romanzo poliziesco: in esso, l’autore è riuscito a trasportare l’ironia e la vena esilarante che hanno contraddistinto le sue opere precedenti (ricordiamo, ad esempio, Mia sorella è una foca monaca, edito da Fazi nel 2009), adattandole con successo all’impianto duro e drammatico del noir, regalandoci una lettura di alta tensione e di qualità. Il romanzo si preannuncia come seriale e la seconda parte delle (dis)avventure di Contrera sarà pubblicato nell’aprile 2019 da Einaudi con il titolo “Il delitto ha le gambe corte”.

Recensione di Gian Mario Mollar

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Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli:

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