Di fumetti su ThrillerCafé finora non s’è mai parlato, ma come vedete dall’immagine qui accanto a questa mancanza iniziamo oggi a porre rimedio con una recensione di Cristiano Idini a Criminal, di Ed Brubaker e Sean Phillips.
Titolo: Criminal
Autor: Ed Brubaker, Sean Phillips
Editore: Panini Comics
Collana: 100% Cult Comics
Se volete trovare un po’ di noir allo stato puro, e andare oltre la sovrabbondanza di titoli confezionati su misura come brutte copie di Chandler, uscite dalla libreria e raggiungete la fumetteria più vicina. Qui, nello scaffale dedicato alle grandi opere del fumetto, forse avrete la fortuna di trovare una copia della serie Criminal, e magari proprio il primo volume intitolato Codardo, di Ed Brubaker ai testi e Sean Phillips ai disegni.
Compratelo e poi prendetevi un’oretta di tempo per gustarlo come merita. Non ne rimarrete delusi.
Leo è un ex rapinatore passato a cosette meno rischiose come furti di identità e truffe con carte di credito. Roba poco redditizia, ma sicura. Perchè Leo è ben diverso dalla massa di delinquentelli che entra nelle gioiellerie sparando all’impazzata e sperando in un colpo di fortuna, Leo usa il cervello e non fa mai un colpo prima di essersi assicurato almeno una via d’uscita. E’ così che sopravvive, e non gli importa se quello che per lui è prudenza per altri appare solo vigliaccheria.
Lui rimane uno dei migliori, e negli ambienti giusti questa fama tarda a sparire, anzi fa più in fretta a diventare leggenda. E’ per questo che viene contattato da un paio di tizi, tra cui uno sbirro con tanta voglia di arricchirsi in fretta, per un lavoretto facile facile. Colpo liscio e tanti soldi, può Leo dire di no? I dubbi iniziano ad affiorare, e la prudenza a cedere. Soprattutto se a mettergli pressione è anche una donna che sa come usare il senso di colpa, come un coltello affilato nella carne…
Per chi conosce il fumetto, Ed Brubaker e Sean Phillips non sono affatto due sconosciuti. In particolare il primo deve la sua fama a testate come Daredevil e Capitan America, due personaggi di punta dell’Universo Marvel Comics. Con uno stile asciutto e dialoghi essenziali, la narrazione di Brubaker non è mai piatta né banale, pur utilizzando gli elementi classici del genere noir: il protagonista antieroe che vive ai margini di una città dura e spietata; un colpo ad alto tasso di rischio e di tradimento; la violenza come unica via d’uscita.
Come nella miglior tradizione noir, in Criminal non c’è la lotta del bene contro il male nel senso classico: qui nessuno vive in paradiso, ma nella vita puzzolente dei bassifondi, tra gangster e poliziotti corrotti, in un mondo di tutti contro tutti. Per cercare il bene bisogna scavare a fondo, e liberarsi dai pregiudizi con mente acuta. Il bene è essere fedeli a se stessi, al proprio sistema di valori; al contrario tradire tutto questo significa precipitare in un buco nero da cui poi sarà quasi impossibile uscire.
Lo sa bene il protagonista di Codardo, il cui mondo va a rotoli proprio nel momento in cui vìola ciò che ha giurato di non mettere più in dubbio. Da quel momento sarà in fuga, praticamente solo contro un’intera banda pronta a fargli la pelle senza tanti complimenti.
Criminal è una serie noir dal ritmo serrato e avvincente, retto sull’architettura di una trama solida, senza sbavature, che alterna in maniera credibile momenti di tensione a brevi spazi di riflessione senza mai cadere nella terribile trappola della banalità.
La serie ha vinto nel 2007 l‘Eisner Award, praticamente l’Oscar del fumetto. Ma a differenza del primo, non è riconoscimento che si dà alla leggera: i fumetti sono una cosa seria.
Cristiano Idini
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