children-revolutionL’Ispettore Capo Alan Banks è, fra i “segugi” britannici contemporanei, quello che mi ricorda di più il commissario Montalbano. A parte il salto abissale dalla solatia Vigata alle langhe ventose dello Yorkshire, Banks è un uomo “normale” come Montalbano. Un poliziotto normale, ormai oltre la cinquantina, testardo, pratico ma anche geniale. Che affronta con umanità storie di agghiacciante normalità. Ambientate in un’Inghilterra (del nord) semi-rurale ed un po’ fuori dal tempo, ma non meno terribili, con la loro ordinaria crudeltà, di quelle metropolitane.
La formula funziona, siamo al ventiduesimo romanzo di una serie iniziata nel 1987 con “Gallows View”. Nel tempo Peter Robinson ha dato spessore alla figura di Banks, trasferitosi all’inizio della serie da Londra allo Yorkshire per una scelta di vita. E ad Eastvale, cittadina immaginaria, si è ben radicato, grazie alle sue doti di investigatore originale e fuori dal coro, come Montalbano, e come lui poco ‘super cop’: scarpe magari un po’ grosse ma cervello fino.
Children of the Revolution” (è anche il titolo di un brano di successo dei T-Rex, gruppo glam-rock degli anni ’70 – Robinson e Banks sono appassionati di musica, dal pop all’opera) è la riprova che si può costruire una detective story avvincente partendo da una premessa banale: il ritrovamento del cadavere di un cinquantenne, forse suicida forse no, precipitato o spinto da un ponte in aperta campagna. Un solitario, un poveraccio (apparentemente) senza arte né parte.  Seguendo meticolosamente il lento procedere dell’indagine di Banks e dei suoi uomini (e donne, sì perché l’ispettore nel tempo non ha disdegnato la dolce compagnia di qualche collega, a discapito del suo matrimonio), Robinson costruisce una trama intricata, che mano a mano si popola di personaggi sorprendenti e diventa avvincente.
Niente inseguimenti adrenalinici, sparatorie con armi pesanti o femme fatales per Banks. Ma un’intensa analisi psicologica e l’istinto dell’investigatore perseverante, che lo portano alla soluzione del caso. Mentre nel frattempo si profila, vista la sua età, lo spettro della pensione. Che Banks, esattamente come Montalbano, non vede di buon occhio…
Peter Robinson migliora col tempo: se la natura di Banks si è evoluta senza però cambiare radicalmente, i suoi gialli sono diventati sempre più sofisticati nella trama e credibili nelle situazioni e nei personaggi, senza però perdere quella ‘normalità’, insidiosa ed intrigante, così apprezzata dai suoi lettori fedeli.

Articolo protocollato da Nicola Mira

Nicola Mira è un traduttore dall’italiano all’inglese e viceversa. Vive a Londra ed è membro dell’ Emerging Translators Network e dell’English PEN (poets, essayists and novelists society). Ha iniziato la carriera di traduttore dopo una mezza vita nel marketing della cosmesi e della moda , ed ha lavorato di recente ad un romanzo semi-autobiografico di G. D’Annunzio, “Licenza” . La passione per il giallo è nata da ragazzino e l’obiettivo è leggere autori di crime fiction di tutti i paesi del mondo. Non preferisce un genere in particolare, sono importanti la qualità della narrativa ed il fascino dei personaggi ma l’autore giallo, anzi l’autore punto, che mette in cima alla sua personale classifica è Georges Simenon.

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