A fuoco lento - Philip Kerr

Fazi pubblica nuovamente, nella collana Darkside, il grande e compianto Philip Kerr, che esce con un altro episodio del ciclo del detective Bernie Gunther: “A fuoco lento” (traduzione di Luca Merlini). L’ex poliziotto ha lasciato la Germania sotto falso nome, per trovare rifugio, come molti ex-ufficiali nazisti, in Argentina. Lì si fa chiamare Carlos Hausner, di professione medico, e spera di poter occultare il suo scomodo passato. Ma viene quasi immediatamente scoperto, anzi, si autodenuncia, alla prima occasione nella quale viene richiesto di un parere che, ovviamente, non essendo medico non è in grado di dare. Parere che tra l’altro avrebbe dovuto dare niente meno che al Presidente in persona, Juan Perón. Fortunatamente per lui, nello staff presidenziale c’è qualcuno che lo conosce e decide di affidargli un caso intricato di scomparsa di persona. Un caso che Bernie collegherà brillantemente al suo passato in Germania, individuando con la sua arguzia la chiave per risolvere l’enigma.

Kerr, come suo solito, mescola la Storia ufficiale a quella immaginaria, personaggi realmente esistiti a figure inventate appositamente, creando un mix estremamente riuscito, perché da un lato la fiction rende “viva” la Storia, mentre dall’altro la cornice storica conferisce solidità alla struttura narrativa. Mi vengono in mente un paio di altri scrittori bravissimi nel fare questo, Don DeLillo e James Ellroy, ma mentre in quei casi l’obiettivo è più che altro ironico e dissacrante, qui Kerr ha una finalità documentaristica e di denuncia. E che la finalità di denuncia sia palese ci appare chiaro non solo da tutto il ciclo di Bernie Gunther, ma anche dalla dedica iniziale in questo romanzo: “Para el desaparecido”, oltre che dalla documentata e appassionata nota finale dell’autore, che invito a non perdere assolutamente. Da questa breve nota si capisce anche, ammesso che ce ne fosse bisogno, dell’enorme sforzo documentario fatto da Kerr per scrivere questo romanzo.

Desaparecidas sono le persone che Bernie Guenther deve trovare, ma dietro a questo espediente ci sta la volontà di ricordare l’enorme tragedia che ha distrutto le forze vive di una nazione, quando in Argentina, negli anni Ottanta del Novecento, furono fatte sparire dopo essere state atrocemente torturate almeno trentamila persone, perlopiù giovani studenti e sindacalisti, contrari alla dittatura militare. Un dramma sul quale forse non si è scritto e detto abbastanza, che ha interessato anche altri stati del Sudamerica, come “A fuoco lento” ci ricorda in più di un passaggio. Eventi che non nascono dal nulla, ma che si snodano lungo un filo rosso, che questo romanzo ci aiuta brillantemente a ricostruire, fatto di protezione data ai criminali nazisti, di governi corrotti e di complicità internazionali.

Il tutto, filtrato attraverso lo sguardo lucido e al tempo stesso ironico e dissacrante di un detective che molti hanno paragonato ai grandi personaggi dell’hard boiled americano, Philip Marlowe o Sam Spade o altri ancora. Ma Bernie Gunther, a mio avviso, ha qualcosa di diverso e forse di ancora più coinvolgente. È europeo fino al midollo. Ha visto l’orrore quotidiano delle devastazioni, dalla prima guerra mondiale, che Bernie cita continuamente nei suoi discorsi, alla lenta, inesorabile e distruttiva ascesa del nazismo nel cuore della Germania, allo sterminio programmato, cosciente e “normale”. La banalità del male l’ha chiamata Hannah Arendt anni dopo, descrivendo proprio la fine di Adolf Eichmann che Kerr fa partecipare a questo romanzo, immaginandone la fuga dalla Germania proprio insieme a Gunther. Così Bernie non può dimenticare quello che gli è successo, non può darsi pace. E se gli esseri umani lo hanno deluso e lo hanno reso cinico e talvolta indifferente, riesce a riconoscere il male che si annida nella Storia e a smascherarlo, proprio perché ha visto l’Europa in fiamme, che bruciava come brucia la sua coscienza, quando nel corso della sua indagine in “A fuoco lento” dice: “Ma più che con tutti ce l’ho con me stesso. Per non aver fatto niente. Che è stato meno di quanto avrei dovuto fare. Che era tutto quello che era necessario perché trionfasse il nazismo.” Che questa frase serva di monito a tutti noi per il futuro.

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A fuoco lento
111 Recensioni
A fuoco lento
  • Kerr, Philip (Autore)

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 127 articoli:

Libri della serie "Bernie Gunther"

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