La stagione del sangue di Samuel BjorkDopo il grande successo de La stagione degli innocenti ecco che Longanesi conferma tutto il suo interesse nei confronti di Samuel Bjork e pubblica anche La stagione del sangue, nuovo poliziesco per il sorprendente autore norvegese con la traduzione di Ingrid Basso e Alessandro Storti.

Una ragazza morta, trovata in una radura. Nuda, ma circondata da piume e con un giglio bianco in bocca. Come se non bastasse, nel suo stomaco vengono trovati solo residui di croccantini. Cibo per animali.

Samuel Bjørk deve avere una vera e propria passione per le sette: dopo la strana chiesa del primo romanzo, La stagione degli innocenti, tornano i rituali occulti che sfociano negli omicidi, così come si ripresentano i delitti nei confronti dei minori e, tema classico del genere, i misteri che arrivano dal passato.

Avevamo lasciato Mia Krüger in fin di vita, ma salva, in un letto d’ospedale, dopo che il gruppo di poliziotti capitanato da Holger Munch aveva risolto il caso al centro del libro d’esordio di questo autore norvegese. Un’esperienza che aveva messo alla prova la già fragile protagonista, la cui stabilità è stata compromessa dalla morte per overdose della sorella gemella. Anche in questo secondo episodio i demoni non l’hanno abbandonata: Mia continua a sentire la voce di Sigrid che la chiama a sé. Alcol e pillole possono servire a stordirsi e scacciare provvisoriamente la tentazione di raggiungerla, ma quel vuoto minaccia costantemente la poliziotta e dà al romanzo una dimensione opprimente e angosciante.

“Ho una bruttissima sensazione. C’è qualcosa in questo posto che mi sembra di riconoscere, capisci che cosa intendo?”
“Le tenebre”, disse Mia sottovoce.

Le indagini si concentrano attorno al Vivaio Hurumlandet, un istituto che accoglie ragazze disagiate, delle quali Camilla (l’adolescente uccisa) faceva parte. Quando compare “l’uomo col caschetto bianco da ciclista” è subito chiaro che ci troviamo di fronte ad un personaggio chiave: nella sua prima apparizione Bjørk lo inquadra già perfettamente, descrivendo in maniera precisa i suoi disturbi mentali, i suoi comportamenti ossessivi, le allucinazioni, introducendo una vera e propria tensione nel lettore di fronte al mistero inquietante della psicosi. Ed in effetti verrà alla luce un filmato che svelerà cosa ha dovuto passare Camilla in tre mesi di prigionia: un video shockante, difficile da reggere anche per poliziotti abituati a confrontarsi con l’orrore. Ma la ricerca è appena cominciata. La risposta si troverà negli abissi della mente umana, la rivelazione giungerà dall’oscurità che ci abita.

Bjørk si prende il suo tempo, nei dialoghi non lesina lungaggini tipiche dei normali discorsi diretti, dovute anche alla distrazione dei poliziotti causata dai ritmi spossanti cui si sottopongono. Ripetizioni snervanti, che rendono bene il clima di sospensione del sonno nel quale vive la squadra di Munch. Un regime che pregiudica le facoltà d’analisi, ottunde la concentrazione, impedisce di arrivare al fondo degli indizi. Mia resta sempre in bilico sul baratro aperto dentro di lei dalla morte della gemella. Eppure quando il suo cervello ingrana è ancora la migliore: gli appunti che scrive compulsiva la aiutano a trovare un senso nell’intricata selva di segnali e simboli apparentemente senza un disegno chiaro.

La stagione del sangue ha l’andamento classico già adottato nel primo libro: entrambi i romanzi sono esempi di thriller bien fait, nei quali le atmosfere più cupe e i particolari potenzialmente più raccapriccianti sono smorzati dallo stile piano e canonico. Ogni capitolo segue un personaggio, spesso introducendone di nuovi i cui ruoli si capiranno solo col prosieguo della lettura quando i vari pezzi andranno al loro posto. In questa nuova prova Bjørk padroneggia meglio l’alternanza dei capitoli come strumento per creare suspense. Se lo stile non è certo innovativo, le storie di questo scrittore sanno catturare il lettore e le pur numerose pagine dei suoi volumi scorrono in fretta, senza alcuna pesantezza.

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La stagione del sangue: La Squadra Omicidi di Oslo
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Articolo protocollato da Nicola Campostori

Laureato in Scienze dello Spettacolo, vive nella Brianza tossica. Attualmente lo puoi trovare in biblioteca, da entrambe le parti del bancone. Collabora con "Circo e dintorni". Ama il teatro, e Batman. Ha recitato, a volte canta, spesso scrive, quasi sempre legge. Nutre i suoi dubbi, ed infatti crescono bene.

Nicola Campostori ha scritto 76 articoli: