Una vicina gentile – Chris Cander
Dopo il grande successo di “Un pianoforte” – pubblicato in Italia nel 2019 – a marzo la casa editrice Nord ha dato alle stampe “Una vicina gentile” della scrittrice statunitense Chris Cander, per la traduzione di Claudine Turla.
Martha vive in una villetta in un quartiere residenziale, tranquillo, di una città del Texas, insieme al marito Lewis ed al figlio Harry che va alle medie. Nonostante viva tra prati curati e bellissime case, Martha non è del tutto soddisfatta, vorrebbe qualcosa di più dal suo quartiere: vorrebbe non essere snobbata dagli altri residenti perché la sua famiglia è un po’ meno facoltosa delle altre, vorrebbe non dare nell’occhio perché non ha un giardino e le sue piante non sono curate da un giardiniere, e soprattutto vorrebbe dei vicini. Dei buoni vicini con cui fare amicizia, scambiarsi cortesie e inviti a cena… Così, quando scorge la targhetta rossa con scritto “venduto” apposta all’immensa ed abbagliante casa affianco alla sua, Martha si riempie aspettative e dà il via a febbrili preparativi. Sorpresa delle sorprese: la sua vicina sarà una delle sue ex compagne di scuola, la sempre bellissima ed affascinante Minnie, dalla vita sfolgorante e le arie da donna di mondo. La chiave perfetta per aprire a Martha le porte dell’accettazione e della parificazione. Ma, Martha se ne accorge pian piano, c’è qualcosa di stonato, di fuori posto nella vita perfetta di Minnie. Che non sia tutto come sembra? Quando un brutale omicidio scuote la tranquillità del quartiere, questi interrogativi assumono tutt’altro valore per Martha e la sua famiglia.
Chris Cander è un’autrice bestseller americana il cui successo ha raggiunto anche l’Italia. Oltre ad “Una vicina gentile” ha scritto anche “Un pianoforte” (Nord, 2019) ed altri romanzi non ancora tradotti in italiano.
Chi voglia già cominciare ad immergersi nella storia, può dare un’occhiata al prologo, che vi lasciamo qui di seguito.
“Non potevamo immaginare che sarebbe finita con un omicidio. Non lo avremmo mai sospettato. Perché avremmo dovuto? Viviamo vicine ma siamo così lontane, anche se dobbiamo tutte sopportare le stesse cose.
Ci siamo sforzate di nascondere la nostra vergogna, i nostri segreti e le nostre insicurezze. Abbiamo imitato le altre donne per sentirci adeguate, per integrarci nella comunità, per poi scoprire che, nonostante i prati tirati a lucido, le case magnifiche e tutto il resto, eravamo sole. Potevamo ferire ed essere ferite.
Le cose sarebbero andate diversamente se avessimo agito in modo migliore?
Sappiamo solo che, se potessimo tornare indietro, non saremmo così superficiali. C’impegneremmo di più. Non avremmo tanta fretta di giudicare”.
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