Si chiama Attilio Toscano il nuovo investigatore creato da Roberto Perrone. Dopo la trilogia che il giornalista e scrittore genovese aveva dedicato ad Annibale Canessa, tra il 2017 e il 2019, HarperCollins manda in libreria “Un odore di toscano”, che gioca sul binomio tra il cognome del poliziotto protagonista e il sigaro, che guarda caso del poliziotto è una delle abitudini incancellabili. E già dal lancio editoriale capiamo che questo personaggio ci accompagnerà per un po’ di tempo, cosa che devo dire non dispiace affatto, perché a Toscano è molto facile affezionarsi.

Poliziotto, ma al contempo spirito un po’ ribelle e indomito, Attilio Toscano lavora alla questura di Reggio Calabria, dove riesce miracolosamente a rimanere illeso in un attentato della ‘ndrangheta. Anzi, sfoderando un fucile mitragliatore che di certo non è in dotazione alla Polizia, riesce a uccidere tutti gli attentatori. Diventato per questo eroe nazionale, gli viene proposto di subentrare all’assassinato vice Questore di Milano. Titubante se accettare il trasferimento tra le nebbie del Nord, lui che ha giurato a sé stesso, da buon ligure (come Perrone) di lavorare solo in città di mare, alla fine accetta. Finirà per trasformare l’ambiente milanese, dando la sua originalissima impronta a una Questura un po’ paludata, gonfia di raccomandati e, manco a dirlo, corrotta fino al midollo.

Toscano è un personaggio che cattura, se mi passate questo verbo in tema, fin dalle prime pagine. Dotato di un sano e talvolta un po’ cinico distacco dalle cose della vita, si rivela a uno sguardo più approfondito dotato di inossidabili principi. Ma non perché questi gli derivino da una sorta di architettura morale imposta, da sé o dagli altri. Piuttosto perché la sua capacità empatica di legarsi alle caratteristiche umane di chi incontra per strada, lo obbliga a una generosità irrefrenabile nei confronti dei suoi simili, in uno slancio di solidarietà libertaria che divora convenzioni, istituzioni, gerarchie, spesso in modo anche politicamente scorretto.

Toscano ha due vizi atavici, come lui stesso ci racconta fin dall’inizio: il cibo e le donne. Il cibo non per eccesso bulimico, ma per amore del buon gusto. Frequenta infatti solo locali autenticamente gourmand, che vengono citati esplicitamente e che esistono nella realtà, anche se nella nota conclusiva Perrone ci dirà che portati dentro al romanzo divengono quasi luoghi di fantasia (io comunque per non sbagliare mi sono segnato tutti i nomi). Con le donne ha un atteggiamento che potrebbe apparire sessista, del quale non si vergogna minimamente, da buon cultore di tutte le trasgressioni, compresa quella nei confronti del politicamente corretto. In realtà non è sessismo, ma irrefrenabile voglia di vivere intensamente. Senza filtri e senza barriere, sapendo poi che grazie alla sua enorme capacità professionale e al suo irresistibile fascino, tutto gli verrà perdonato.

Rimuovendo un po’ la patina letteraria, dietro a Toscano mi pare impossibile non scorgere Perrone. Uomo che è stato nel cuore della giovinezza negli anni Settanta, fa ereditare a Toscano le caratteristiche di chi ama le moto di grossa cilindrata (Toscano ha una Harley che ci fa subito pensare a Easy Rider), ha una colonna sonora di rock e cantautori che lo accompagna costantemente (Guccini, Brel, De Andrè citati esplicitamente), ama il mare, non perché luogo di villeggiatura ma perché luogo di ispirazione, e possiede una cultura smisurata, che gli permette di districarsi a menadito tra le terzine della Divina Commedia. Nel suo essere politicamente scorretto, Toscano ha un culto per le armi, più per il suo amore del dettaglio tecnico, che per l’uso che ne viene fatto.

Come tutti gli investigatori irregolari, odia la gerarchia. Comanda più come capotavola, che come sergente maggiore. Ama la vita in tutte le sue manifestazioni, tranne quelle che minano la libertà altrui e che sfruttano i deboli. Cinico e nichilista fino al midollo è però capace di strapparci una lacrima per la sua straordinaria umanità. Toscano ci piace. E, quando lo leggerete, sono sicuro che piacerà anche a voi.

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Un odore di toscano
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Un odore di toscano
  • Editore: HarperCollins Italia
  • Autore: Roberto Perrone

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

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