Pubblicato per la prima volta nel lontano 2003 dalla HarperCollins  col titolo di “A faint cold fear”, poi uscito l’anno successivo per Piemme Edizioni col titolo di Corpi, questo interessante romanzo è il terzo titolo della serie di Sara Linton, pediatra e coroner nella Contea di Grant, a Heartsdale, Georgia (i primi due sono La morte è cieca e Tagli). A questo proposito è d’obbligo precisare che si tratta di un romanzo abbastanza godibile anche senza aver letto i precedenti.

L’autrice è una celebre penna statunitense che non ha bisogno di presentazioni: trentacinque milioni di copie vendute nel mondo, cinque volte “Crimezone Thriller Award” e nome di spicco nella lista dei “New York Times Best Sellers” alle cui opere sono ispirate diverse serie televisive. Stiamo parlando di Karin Slaughter, che lo scorso 10 aprile 2020 è tornata con una riedizione di Corpi tradotta da Anna Ricci per HarperCollins Italia.

Le prime pagine ci catapultano subito nel vivo di un thriller mozzafiato. È stata segnalata la presenza di un cadavere a Heartsdale, su un terreno di proprietà del campus universitario. In quel frangente il medico legale Sara Linton si trova in compagnia di sua sorella Tessa, incinta all’ottavo mese, la quale insiste per accompagnarla. Così le due donne si recano sul luogo del misfatto. Insieme a loro c’è l’ex marito di Sara, Jeffrey Tolliver, capo della polizia di Grant. Una volta giunti a destinazione Tessa si allontana, inerpicandosi su una collina per assecondare un’urgenza fisiologica. Sara e Jeffrey invece si occupano del cadavere.

“Fece scivolare la mano sotto la gamba per tastare le ossa della caviglia, poi la tibia e il perone: fu come stringere una sacchetto pieno di farina. Controllò l’altra gamba, trovandola in uno stato simile. Le ossa non erano solo rotte: si erano polverizzate”.

Il giovane con le ossa sbriciolate giace proprio sulla verticale di un ponte. L’ipotesi più intuitiva appare allora quella di un salto nel vuoto; un suicidio. Sul posto giungono anche Chuck Gaines e Lena Adams, rispettivamente il responsabile della sicurezza del Grant Institute of Technology e la sua vice, un’ex collega di Jeffrey che aveva lasciato la polizia in seguito all’omicidio di sua sorella gemella Sybil, una ragazza non vendente. Chuck e Lena riconoscono la vittima: è un giovane collegiale problematico, pieno di piercing e con problemi di droga. Si chiama Andy Rosen. Nel frattempo Sara inizia a preoccuparsi perché sua sorella Tessa non è ancora tornata in macchina e nessuno l’ha vista ridiscendere dalla collina. Dove si è cacciata? La ricerca nel boschetto della collina restituisce agli occhi di Sara una realtà drammatica, difficile da accettare: sua sorella distesa a terra e sanguinante, ferita in modo severo alla testa e pugnalata allo stomaco. È ancora viva, però. Come se la situazione non fosse già abbastanza ansiogena, ecco le contrazioni: Tessa sta per partorire.

Questo è soltanto l’incipit di un intreccio dentro cui pulsa una storia al fulmicotone, rocambolesca e ricca di colpi di scena fino all’inaspettato finale, e dentro cui si muovono più personaggi tridimensionali e vividi, ognuno dei quali titolare di una ghost story corposa e drammatica, attraverso la quale l’autrice effettua una disamina del lato oscuro delle persone, oltre a conferire una voce alla sofferenza delle vittime e uno spessore psicologico a quella che altrimenti rimarrebbe soltanto una buona narrativa crime d’azione. Insomma è un classico romanzo di genere, appetibile per tutti e in questo senso commerciale, ben scritto e confezionato con maestria e ottimi ingredienti. In una parola “alla Karin Slaughter”, anche nello stile di scrittura come sempre crudo, ritmato e aggressivo.

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Articolo protocollato da Leonardo Dragoni

Romano, classe 1974, dottore in scienze politiche con due master e varie esperienze umane e lavorative, si è tardivamente innamorato di scrittura creativa e di narrativa, in particolar modo quella gialla e noir ad ambientazione storica, generi nei quali ha pubblicato due romanzi ("La psicologia del viola", 0111 Edizioni, 2015; "I figli dell’oblio", Clown Bianco Edizioni, 2018 - candidato al premio internazionale Lattes Grinzane).

Leonardo Dragoni ha scritto 59 articoli: