Trappola bianca - Jim KellyMystery è la parola d’ordine oggi al Thriller Café: mystery come la nuova collana di Giunti e come Trappola bianca, il glaciale giallo che recensiamo scritto da Jim Kelly, autore inglese già vincitore del Dagger in the library per la carriera nel 2006 (e non per The skeleton man nel 2007, come riportato invece anche dall’editore).

Titolo: Trappola bianca
Autore: Jim Kelly
Traduttore: Mauro Boncompagni
Editore: Giunti, collana Mystery
Anno: 2012

Norfolk, Inghilterra. Tardo pomeriggio di un lunedì di febbraio particolarmente nevoso. L’ispettore Shaw e il sergente Valentine si stanno congelando sulla spiaggia di Ingol Beach alla ricerca di alcuni fusti di rifiuti tossici, segnalati dalla Guardia costiera. Quello che troveranno invece sarà il cadavere di un uomo dentro un gommone, arenato sui banchi di sabbia. Chiamati i soccorsi via radio e risaliti sulla strada si imbattono in una fila di automobili, intrappolate da un albero caduto sulla stretta carreggiata. La neve turbina, la notte si approssima, i cellulari sono muti e i soccorsi tardano ad arrivare. Tutto sembra immobile e candido, mentre invece ogni cosa è in divenire e maledettamente torbida.
Nel furgone in testa alla fila, appena dietro l’albero caduto, Shaw rinviene il cadavere di un uomo con uno scalpello conficcato nell’orbita oculare sinistra. L’ispettore ed il sergente ispezionano la scena del delitto, ma devono subito arrendersi alla strana evidenza che il terreno innevato è immacolato: un cadavere in un autoveicolo e nessuna impronta intorno. Come ha fatto l’assassino a volatilizzarsi?
Sarà solo il primo di un’inquietante serie di interrogativi che arrovelleranno la mente di Shaw e Valentine, dal momento stesso in cui cercheranno di tracciare le prime linee di collegamento tra gli automobilisti intrappolati a Siberia Belt.

Trappola bianca è un giallo molto accattivante e ben scritto, riconducibile alla lunga tradizione britannica del mystery. Kelly, infatti, parte da una situazione-tipo del giallo classico (un omicidio senza apparente movente e una scena del delitto priva di tracce) per costruire una storia ricca di colpi di scena, aggiungendo ad ogni capitolo un elemento nuovo nelle indagini. Siamo certi che, nell’intenzione dell’Autore, tale espediente tecnico avrebbe dovuto aiutare il lettore ad aggiungere tasselli al puzzle. L’eccessivo utilizzo dell’effetto sorpresa, però, crediamo abbia sortito l’effetto contrario e il suddetto puzzle, lungi dal completarsi, tende invece ad allargarsi a dismisura. L’investigazione sull’omicidio “stradale”, infatti, viene intrecciata via via con un traffico di animali esotici, lo smaltimento selvaggio di rifiuti tossici, il rapimento di un minore, un terzo cadavere trovato in mare, un quarto in una vasca da bagno, e un conto in sospeso dell’ispettore Shaw con il passato paterno: un vecchio caso costato la mancata cattura del colpevole dell’omicidio di un bambino, la reputazione al Dipartimento di Polizia e la carriera al padre di Shaw e al suo vice Valentine, retrocesso a sergente e affiancato ora – guarda il caso! – proprio al figlio dell’ex partner oramai defunto.
A nostro giudizio questa ridda di situazioni devia l’attenzione dal caso iniziale e toglie spazio alla delineazione dei singoli personaggi, la psicologia dei quali invece dovrebbe essere meglio tratteggiata, perché funzionale alla ricerca dei moventi delle azioni delittuose.
Il paradosso che si crea, quindi, è che il ritmo narrativo è elevatissimo, il lettore è indotto da una lettura scorrevole a macinare pagine su pagine, ma in maniera tutto sommato abbastanza incolore, nonostante l’immacolata neve del Norfolk venga sciolta più e più volte dal sangue.
Gli unici due guizzi di tensione autentica si rintracciano nell’eco del dondolio rugginoso di un’altalena e in una coda di topo lasciata in una cassetta delle lettere.
La perfidia, invece, alberga nell’animo dell’ispettore Shaw, quando decide di estromettere Valentine dall’investigazione che gli avrebbe permesso il riscatto.
Questo, forse, è il momento in cui è più biecamente umano e quindi maggiormente credibile.

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Articolo protocollato da Monica Bartolini

Monica Bartolini (Roma 1964) si afferma nel mondo della scrittura gialla con i romanzi della serie del Maresciallo Nunzio Piscopo (Interno 8 e Le geometrie dell'animo omicida, quest'ultimo finalista al Premio Tedeschi nel 2011). Nel 2010 vince il Gran Giallo Città di Cattolica per il miglior racconto italiano in ambito mystery con il racconto Cumino assassino, compreso nell'antologia 10 Piccole indagini (Delos Digital, 2020). Autrice eclettica, per I Buoni Cugini Editori pubblica nel 2016 Persistenti tracce di antichi dolori, una raffinata raccolta di racconti gialli storici che ha per filo conduttore le vicende legate al ritrovamento di alcuni reperti storici, che ancora oggi fanno bella mostra di sé nelle teche dei musei di tutto il mondo, e nel 2019 la terza investigazione del suo Maresciallo dal titolo Per interposta persona. Collabora con i siti www.thrillercafe.it e www.wlibri.com per le recensioni ed è membro dell'Associazione Piccoli Maestri - Una scuola di lettura per ragazzi e ragazze che si occupa di leggere i classici nelle scuole italiane. Bibliografia completa in www.monicabartolini.it Contatti: [email protected]

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