Portami a casa – Sebastian Fitzek
Ѐ un piacere salutare il ritorno di un vecchio amico di Thriller Café, intervistato dal nostro Barman nell’ormai lontano 2013 che esce oggi in libreria con il suo ultimo thriller “Portami a casa” (Fazi, Darkside). Naturalmente stiamo parlando dello scrittore tedesco Sebastian Fitzek.
“Ok, Klara. Mi sta dicendo che ci ha chiamato per sbaglio?”
Usò il plurale di proposito: l’idea che ci fosse un team alle sue spalle dava fiducia all’interlocutore, ed era pur vero che erano parecchi i volontari che lavoravano per la linea. Proprio quel sabato – il momento di maggiore affluenza delle chiamate -, sedute alle loro postazioni berlinesi, quattro volontari rispondevano al numero verde nazionale dalle ventidue alle quattro del mattino, pur non trovandosi tutti assieme in un grande open space com’era invece il call-center di emergenza dei vigili del fuoco, dove Jules lavorava precedentemente.
La linea antiviolenza attiva a Berlino è un servizio di accompagnamento per le donne che rientrano a casa in piena notte da sole dopo il lavoro o dopo una serata con gli amici. Non è ancora mezzanotte quando al volontario Jules Tannberg, che quella sera sostituiva un amico in quel turno, arriva la strana chiamata di una donna che sostiene che le sia partita la telefonata per sbaglio.
La donna in un primo momento vuole interrompere la chiamata, poi comunica a Jules che vuole farla finita, in ultimo confessa cosa la angoscia mortalmente: è fuggita da un aggressore che col suo sangue ha vergato una data sul muro della stanza dove si era consumata la violenza, e l’aveva minacciata dicendole: “Ѐ una data. Tienila a mente. Se entro il 30 novembre non l’avrai fatta finita con tuo marito ti ucciderò al sorgere del sole. E lo farò nel modo più atroce che tu possa immaginare”.
Jules è esterrefatto, perché capisce all’istante di trovarsi dinanzi una potenziale vittima del “killer del calendario” che, con identico modus operandi, aveva già compiuto tre omicidi.
Klara confessa anche che è in preda all’autodistruzione per sfuggire a un marito sadico e manipolatore, mentre Jules cerca in tutti i modi di tenerla in vita, dandole speranza ed esortandola a riconsiderare le sue azioni per il bene della figlia.
“Nonostante lui ti faccia questo, Klara. Nonostante ti torturi e, non soddisfatto, condivida i suoi atti perversi con l’intero mondo per continuare a umiliarti in un ciclo senza fine, tu non lo lasci. Al contrario: tranne oggi, di solito sei di ritorno a casa puntuale. Gli cucini il suo piatto preferito. Gli lavi i calzini, gli stiri le camicie, soddisfi le sue pulsioni. Perché?” […]
“Amelie”, sussurrò. La sua ragione di vita; l’unica pe cui non avesse già da tempo cercato una via d’uscita alla sua miserabile esistenza.
Il domani di Klara però è già precluso dal fatto che a mezzanotte scatterà il fatidico 30 novembre. Meglio morire che andare incontro a una morte terribile. Basta sofferenza! Basta dolore!
La notte trascorrerà tra telefonate, inseguimenti, violenze, colpi di scena mortali e travisamenti, in puro stile Fitzek: fino alla fine non sarà chiaro chi vuole salvare chi ma, soprattutto, se.
Sui-ci-dio.
Tor-tu-ra.
Do-lo-re.
Nella vita di Klara molte parole trisillabe avevano un significato orribile. Ma non v’era nessuna che raggiungesse il livello d’orrore di ma-ri-to. Nessuna che le fosse più odiosa. Nessuna che avesse imparato a temere così tanto nel corso del tempo. Nessuna che fosse cambiata così tanto con il passare degli anni. Da a-mo-re a sa-di-smo. Da dol-cez-za a vio-len-za.
Il tema trattato da Fitzek è terribilmente di attualità: non v’è giorno, infatti, che la cronaca non registri violenze contro donne per mano di coloro che sostenevano di amarle. Dunque un tema caldo, usato dall’Autore nel suo modo straniante e personalissimo.
Ne nasce un thriller psicologico molto particolare da leggere tutto d’un fiato, e che soddisfa sia chi è appassionato di storie al limite del paranormale, sia chi ama il thriller più razionale. E forse sta proprio qui la bravura di Sebastian Fitzek, nell’abilità di saper creare trame logiche, benché avviluppate su sé stesse, in un caleidoscopico gioco di specchi.
L’unico lettore che resta spiazzato è un eventuale recensore: non poter descrivere la trama o lo spessore dei personaggi per paura di scoprire qualche indizio o incongruenza (che si rivelerebbe anch’essa un indizio) è deprimente!
Posso solo farvi la lista dei personaggi che popoleranno la terribile notte di Klara: il marito Martin, Jules del call center, Babbo Natale, Yannick, il ricordo del professor Corzon della clinica Berger Hof e dell’ascensore del club Le Zen.
Non mi resta, dunque, che consegnarvelo alla lettura, chiedendovi di lasciare una vostra deposizione nell’apposito box di Thriller Café una volta terminata la lettura.
“In quella profonda oscurità rimasi a lungo”, sussurrò Klara nel voltarsi, “stupito, impaurito, sospettoso, sognando sogni che nessun mortale mai ha osato sognare”. Quella poesia di Edgar Allan Poe la tranquillizzava.
Voglio chiudere con la citazione di Fitzek alla celeberrima poesia The Raven. Se citare Poe la tranquillizzava, figuriamoci in che psicosi viveva la protagonista!
Sebastian Fitzek
Sebastian David Fitzek, nato nel 1971 a Berlino è uno scrittore e giornalista tedesco. Ha studiato Giurisprudenza ma non ha mai esercitato la professione, preferendo seguire una strada più creativa. Il suo esordio letterario risale al 2006, anno di pubblicazione in Germania di La terapia: il romanzo è stato accolto con grandissimo entusiasmo dai lettori, tanto da contendere al Codice da Vinci il primo posto nelle classifiche di vendita. Nel 2010 La terapia è stato ripubblicato da Elliot (e costituisce il capostipite di una trilogia, assieme a Il ladro di anime e Schegge) fino a diventare nel 2023 una popolare serie tv per Amazon Prime. Finora Fitzek ha pubblicato altri ventisette romanzi, che lo hanno confermato come esponente di punta del thriller psicologico. Da Portami a casa verrà presto tratta una versione cinematografica per Amazon International.
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