Mimica – Sebastian Fitzek
Trascinante, ammantato di un fascino oscuro che regala una lettura immersiva e irresistibile, “Mimica” è il nuovo thriller psicologico di Sebastian Fitzek.
Fitzek (Berlino, 13 ottobre 1971), è uno scrittore tedesco autore di numerosi thriller. Il suo primo romanzo, “La terapia” ha avuto un grande successo in Germania nel 2006, arrivando a contendere a “Il Codice Da Vinci” il primo posto nelle classifiche di vendita.
Con “Mimica” non si smentisce: è una lunga notte quella che sta vivendo Hanna Herbst. Esperta di mimica facciale e per questo preziosa collaboratrice della polizia, si risveglia in una stanza di hotel, legata al letto e prigioniera di un uomo pericoloso. Hanna è ferita e confusa. In realtà non sa nemmeno chi sia lei stessa, perché una rara allergia ai farmaci anestetici le fa cadere in un’amnesia profonda per alcuni giorni dopo essere stata sedata. Con fatica ricostruisce alcuni eventi precedenti ed era meglio non sapere. In un video vede sé stessa confessare lo sterminio della propria famiglia: il marito, la figlia di lui e il tentato omicidio del figlio in comune. Hanna è impazzita? Tutti gli orrori visti sul lavoro l’hanno portata a questo gesto estremo? E dov’è Paul? In una corsa folle, nel freddo della notte tedesca, Hanna dovrà lottare contro il dolore e la sua memoria per ricostruire la sua storia e arrivare alla verità oltre le apparenze. Riuscirà nel suo intento e se sì, accetterà le risposte che troverà?
“Mimica” si dimostra attraente dalle prime pagine, lanciando al lettore tantissime domande inserite in un contesto di pura adrenalina e tensione. Una situazione surreale, un pericolo mortale e l’oblio della perdita di memoria della protagonista, incatenano alle pagine. Si vuole solo leggere e capire.
Pur essendo scritto in terza persona, il lettore è al cento per cento al fianco di Hanna, vivendo le sue sensazioni. Ci sono da subito tante complicazioni nella trama: la ferita e il rapimento di Hanna, l’uomo che l’ha sequestrata è che è, di fatto, un assassino evaso dal carcere, la confessione che la inchioda e il caso sul quale stava lavorando, l’omicida nominato “Il Pescatore”, che rapisce e uccide o libera i bambini, a seconda di come rispondono a un test sull’empatia. Tanta carne al fuoco e informazioni al limite del fantasioso che possono far temere a un “mappazzone” letterario, ma niente paura: l’autore ha il controllo totale della storia, sa come esporre per gradi, ma in modo dinamico e soprattutto, seguendo i capitoli, tutto assume un sapore reale, spaventosamente possibile.
I personaggi sono creati con cura e rappresentano le guide perfette per condurre il lettore nei gironi dell’animo umano. Sono figure carismatiche, per le loro unicità, piene di luci e ombre. Possono trasmettere pericolo o essere accudenti in momenti diversi, restando però fedeli al loro ruolo, persone da prendere con le molle come si direbbe. È interessante come il primo alleato di Hanna sia, di fatto, un omicida che la minaccia di morte. Le dinamiche che si formano in questa improbabile coppia tengono alto il ritmo della narrazione.
In “Mimica” ci sono tantissime sorprese e capovolgimenti. Molte volte si crede di vedere una luce in fondo al tunnel, di comprendere, per poi scivolare su una nuova onda di dubbi e domande. In tutta questa tensione e sensazione, non si perde il messaggio profondo e non scontato del romanzo: l’essere umano è buono o cattivo? Nasce buono e poi le situazioni e l’ambiente lo cambiano o certi individui sono semplicemente malvagi, nati male? C’è un modo scientifico e indubbio che permette di individuare già nei bambini, il germe del male? E in caso la risposta sia sì, cosa si fa? Si prova con l’amore e l’educazione o forse sarebbe meglio sopprimere gli individui guasti per evitare in futuro omicidi e stupri? Dov’è il male minore?
Fitzek lancia una provocazione, ma nel farlo fa riflettere e non si può rimanere indifferenti di fronte alla portata di un simile dubbio esistenziale.
“Mimica” non perde mai tensione, nemmeno alla fine, perché quando si crede di aver chiuso il cerchio, ecco l’ultima rivelazione, la più terribile. Un finale come questo è sconvolgente.
“Mimica” si legge con voracità. Consigliato a tutti gli amanti del genere.
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