Per interposta persona - Monica BartoliniIl Maresciallo stra-ordinario in quanto immaginario è tornato! Dopo “Interno 8” e “Le geometrie dell’animo omicida”, è appena uscito per I Buoni Cugini Editori “Per interposta persona” di Monica Bartolini. Lo recensiamo al Thriller Café.
Il Maresciallo Nunzio Piscopo, giunto al terzo capitolo della serie che lo vede protagonista, si trova davanti a una scena del crimine all’apparenza ordinaria: il gioielliere Vito Greco è stato ucciso nel suo negozio a colpi di pistola ed è facile ipotizzare una rapina o un regolamento di conti; eppure, da subito, qualcosa non torna. Non è stato rubato nulla e soprattutto, accanto al cadavere, viene trovata la pistola d’ordinanza del Maggiore Spada che ne ammette, senza reticenze, la proprietà.
Dai qui l’inizio di un’indagine in cui segreti ben custoditi fino a quel momento verranno a galla e in cui molte maschere della finzione cadranno. Con il procedere delle pagine emergeranno intrecci inaspettati di storie, personaggi ed esistenze; bene e male si alternano e si mescolano seguendo un ritmo brillante e una struttura del romanzo originale e fuori dal comune. È un libro che unisce logica, deduzione, ricerca di indizi e interrogatori – propri del poliziesco classico – alle tecniche investigative scientifiche più moderne che l’autrice padroneggia con rimarchevole competenza.
Grandi sono i dilemmi che investiranno Piscopo oltre l’accusa infamante al Maggiore Spada: un giuramento da rispettare, una famiglia da tutelare e un’altra da tenere insieme, la dolorosa sensazione di non sentirsi all’altezza, l’onore dell’Arma come unica stella polare. Tra le molteplici tematiche che Monica Bartolini affronta, toccano nell’animo l’amore genitoriale e filiale – intesi come presenza o purtroppo mancanza – raccontati in ogni singola sfumatura: il nucleo familiare può essere salvifico ma può anche distruggere. Scava dentro l’animo umano l’autrice, ne coglie l’essenza, mette a nudo i sentimenti più nobili e i vizi malati, i suoi protagonisti commuovono ma sanno anche strappare un sorriso.
La scrittura è moderna e frizzante; lo stile rapido e incisivo, e quel pizzico di ironia che avvertiamo soprattutto nei pensieri e nelle battute del Maresciallo, è piacevole e stempera la tensione che porta all’epilogo intenso e inatteso. Si ha la confortante sensazione di giungere alla risoluzione del caso tenuti per mano da Piscopo, attraverso le sue emozioni e il suo essere carabiniere integerrimo e uomo fallibile, come tutti.

Articolo protocollato da Francesca Mancini

Lettrice appassionata di gialli, thriller e noir da sempre, amo molto anche le serie TV dello stesso genere e di scienza di confine. Ho una passione sfrenata anche per la musica anni ’80, il buon vino, il mare, la famiglia, gli amici veri e la comunicazione non verbale.

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