Pallida Mors - Danila Comastri MontanariEra il 1990 quando, con Mors tua, vincitore del Premio Tedeschi, cominciava la serie di Publio Aurelio Stazio: a distanza di ventitre anni ancora in ottima salute, il nobile senatore della Roma di Claudio ritorna protagonista nel nuovo romando di Danila Comastri Montanari, intitolato Pallida mors.
Arrivato alla diciassettesima avventura, l’investigatore dilettante più famoso dell’antica Roma stavolta si trova coinvolto nel crollo di un’antica tomba sul colle Esquilino dal quale emerge la macabra scoperta dello scheletro di una donna inchiodata al sepolcro. Un rito barbaro di cui mai nessuno aveva sentito parlare, anche se nelle province più lontane dell’impero si narrano leggende misteriose che hanno al centro le “Empuse”, come le chiamano i greci: demoni femminili dai piedi bronzei che dopo aver sedotto giovani maschi li riducono in fin di vita succhiandone le forze vitali, o addirittura il sangue. Secondo queste stesse leggende, uccidere le empuse non basta: per scongiurare che riemergano dalla loro tomba è necessario inchiodarle a questa.
Publio Aurelio Stazio però non è uomo che si faccia fermare dalle superstizioni e si mette a indagare, arrivando a individuare la proprietaria della tomba. Si tratta di Festia Velthinia, matriarca di una famiglia d’estrazione etrusca. Recatosi alla sua casa per interrogarla, tuttavia, la trova cadavere nel letto, con attorno nipoti ed eredi in lacrime, una donna d’eccezionale bellezza, Sofia Sofiana, e Lavinia, una cugina poco attenta alle convenienze. Un caso strano, reso più complesso dalla voce che circola su un tesoro che Velthur (detto l’Avvoltoio), fratello di Fastia, avrebbe sotterrato da qualche parte nei boschi di proprietà della famiglia.
Con sempre presenti l’astuto liberto Castore, la matrona Pomponia afflitta da un eccesso di atrabile e il medico Ipparco, Pallida Mors è un libro imperdibile sia per i fan di Publio Aurelio Stazio che del giallo storico in generale.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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