Oggi al Thriller Café recensiamo Oregon Hill di Howard Owen, pubblicato da NN Editori.
Il romanzo si apre con un omicidio efferato: nel fiume South Anna, nei pressi di Richmond, Virginia, viene trovato il corpo di una studentessa del college, decapitato. La testa viene consegnata al padre a mezzo corriere. La polizia fa in fretta a identificare il colpevole: si tratta, dicono, di Martin Fell, un playboy locale con la sindrome di Peter Pan, che qualcuno, quella sera, ha visto litigare in un bar con la ragazza assassinata. Il caso è chiuso, e per il reo confesso si aprono le porte del carcere in attesa del processo.

C’è qualcuno, però, che non è convinto di questa conclusione così comoda e lineare. Si chiama Willie Black e fa il giornalista di cronaca nera per un giornale locale. In passato si occupava di politica, ma il suo approccio estremamente critico nei confronti del giornalismo gli ha fatto perdere il posto ed è stato declassato. Oggi cammina sul filo del rasoio, sempre a un passo dal licenziamento. Ha cinquant’anni e una bella serie di problemi. Ha tre ex mogli e una figlia che lo sopporta a malapena, e anche la sua famiglia di origine è tutt’altro che funzionale: sua madre è un’anziana hippy con una grande passione per l’erba e convive con un ex giocatore di baseball affetto da demenza senile, che ama arrampicarsi di notte sui tetti. E la vita non è facile nel vecchio sud, specialmente se la tua pelle ha qualche sfumatura in più del bianco latte. Willie Black, comunque, affronta i suoi guai con la giusta dose di alcol, tabacco e autoironia, senza disdegnare relazioni occasionali e scazzottate quando se ne presenta l’occasione.

Il reporter si appassiona al caso di Isabelle Ducharme e scopre una realtà sordida, che qualcuno sta cercando di nascondere a tutti i costi. Dalle pagine del suo blog inizierà una battaglia pubblica in nome della verità, arrivando a mettere in gioco la sua stessa vita. Malgrado il suo stile di vita non proprio convenzionale, il giornalista ha un’etica ferrea e una grande umanità.

Oregon Hill è stato definito un romanzo hard boiled, e in effetti ne ha le caratteristiche: c’è una storia intricata da chiarire e c’è un protagonista che la indaga tra colpi di scena e violenza. Willie Black, tuttavia, è piuttosto diverso dai suoi colleghi con l’impermeabile e sembra piuttosto un anti-detective, un uomo sempre alle prese con i suoi limiti e fallimenti, e di conseguenza capace di suscitare una grande empatia nel lettore. A dirla tutta, più che la meccanica del delitto in sé mi ha appassionato la tragicomica via crucis che il giornalista deve affrontare per risolverlo. Se anche voi vi affezionerete a Willie, sappiate che esistono altri otto romanzi dedicati a questo strano detective e che NN ha già annunciato la traduzione in italiano del romanzo successivo della serie.

Ancora una volta NN ci regala un prodotto contraddistinto da grande cura editoriale, che si respira tanto nella bella traduzione di Chiara Baffa che nella grafica e l’impaginazione. Chiudiamo citando la loro poetica raccomandazione:

Questo libro è per chi osserva i cerchi espandersi all’infinito nell’acqua, per chi fa le cose a modo suo come canta Frank Sinatra, per chi ha visto un sorriso allargarsi come l’alba in un paesaggio buio, e per chi ha combattuto contro la paura, accettando di perdersi in un labirinto per trovare la verità.

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Oregon Hill
  • Owen, Howard (Autore)

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: