Omicidio al Tour de France dell’autore messicano Jorge Zepeda Patterson – edito da Piemme – è il libro che recensiamo oggi al Thriller Café.

Nato nel 1952, Zepeda, ha lavorato come giornalista e scritto diversi saggi e romanzi ma questo è il suo esordio nell’ambiente giallo. Giallo classico, perché il romanzo è stato più volte paragonato, con le dovute differenze, alla struttura dei libri “a scatola chiusa” degli eterni e imprescindibili romanzi di atmosfera inglese di Agatha Christie. In questo caso, però, l’ambientazione è tutta francese e sportiva perché si svolge durante uno dei giri di ciclismo su strada più importanti e famosi del mondo: il Tour de France (o Grande Boucle).

Qualche rapida informazione: il Tour si svolge ogni anno dal 1903 (esclusi gli anni di guerra) nel mese di Luglio e, in circa tre settimane, attraversa il pentagono della Francia e a volte le nazioni confinanti. Fondamentali nel Giro, e anche nel romanzo, sono le tappe di montagna (tra cui il colle del Tourmalet – 2.114 m sui Pirenei, il Colle del Galibier – 2.645 m nelle Alpi e il mont Ventoux – 1.909 m in Provenza) e dal 1975 la sua tappa conclusiva termina a Parigi, nella cornice degli Champs-Elysées con vista Arco di Trionfo.

Veniamo ora al romanzo: Marc Moreau, detto Annibale, è un giovane e molto talentuoso ciclista di nazionalità francese ma di origine colombiana (da parte di madre) che, dopo una dura gavetta, diventa prezioso gregario della Fonar, squadra molto forte capitanata da Steve Panata, pluripremiato campione e favorito per questo Tour insieme a Peter Stark, inglese e Oscar Cuadrado, colombiano.

La gara inizia e fin da subito si presenta come un’edizione “dannata”: infortuni collettivi dovuti ad incidenti stradali, avvelenamenti da cibo, eliminazioni per doping di atleti insospettabili creano un clima di paura e disagio in tutti i ciclisti fino ad arrivare al fulcro del romanzo ossia la morte di uno di loro, spiegata come un suicidio. Entra quindi in scena la polizia, nelle sembianze del commissario Favre che, conoscendo il passato militare investigativo di Marc Moreau, lo avvicina e chiede un aiuto alle indagini interno alla corsa.

Agli occhi del mondo, il Tour de France è uno dei simboli più conosciuti del nostro paese e per il nostro sport è la vetrina principale: non ci possiamo permettere che si trasformi in un circo di sangue e scandali. Proteggerlo è una questione di Stato. Faccio appello alla sua coscienza come francese, come militare e, soprattutto, come ciclista.

Marc accetta, seppur controvoglia, e inizia la sua indagine personale durante i riscaldamenti, le gare e le cene osservando i volti e le reazioni dei compagni di squadra e degli avversari per cercare di stabilire chi sarebbe disposto a macchiarsi la coscienza con un omicidio pur di vincere il prestigioso trofeo sportivo. Deve inoltre riflettere sugli sponsor, sui presidenti delle varie squadre, sugli scommettitori, sugli allenatori, i meccanici e sui giornalisti – tutti possono avere un movente in questo romanzo, per quanto losco e crudele.

Oltre all’odio e al risentimento, il secondo grande movente per commettere un crimine è l’avidità e, trattandosi di una competizione prestigiosa come il Tour, era possibile che gli attacchi avessero l’obbiettivo di alterare il risultato della corsa. Sembrava assurdo ma non lo era: i corridori rischiavano letteralmente la vita lanciandosi in folli discese a novanta chilometri orari. Alcuni percepivano la paura degli avversari e proprio in quei momenti si buttavano in attacchi pressoché suicidi. Se erano disposti a morire, perché non avrebbero potuto essere disposti ad uccidere ?

Lo sviluppo del romanzo segue sapientemente le varie tappe con tanto di classifica con tempi, distanze e appunti personali di Moreau alla fine di ogni capitolo – come se il tabellone di gara fosse un personale taccuino per appunti dell’indagine – che consente al lettore di tirare le redini di ogni tappa, di ogni avvenimento e di provare ad indovinare l’assassino e il suo movente.

E’ un giallo un po’ lento forse ma molto accurato a livello sportivo che delizierà tutti gli esperti o anche semplici appassionati di ciclismo – o chi voglia leggere qualcosa di diverso dai soliti romanzi di questo genere, riflettendo anche sull’immenso giro di denaro che ruota intorno anche a questo sport.

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Omicidio al Tour de France
82 Recensioni
Omicidio al Tour de France
  • Zepeda Patterson, Jorge (Autore)

Articolo protocollato da Elena Rossi

Lettrice onnivora fin da piccola, amante dei cani, della montagna, della fotografia e con una totale avversione verso lo shopping e le discoteche.

Elena Rossi ha scritto 26 articoli: