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Oggi al Thriller Café segnaliamo l’uscita in libreria di Muori come dipendesse da te, nuovo thriller in l’autore Carlo K. Bare ci introduce ancora una volta nell’intricato mondo delle indagini e dei misteri che circondano la Chiesa cattolica e il Vaticano. Ambientato nella calda Torino dell’agosto 2018, il romanzo segue le vicende di Don Luca Catena, un prete gesuita perennemente in crisi di fede ma con un’insaziabile curiosità per le indagini poliziesche.

Il romanzo si apre con un evento drammatico e misterioso: un frigorifero che cade da un palazzo, con una mano insanguinata che spunta dallo sportello. Da qui prende il via una serie di delitti enigmatici che portano Don Luca a Roma, sulle tracce della ‘Scatola Bianca’, un raccoglitore contenente dossier segreti della Chiesa Romana, che si dice siano stati lasciati dal Papa Emerito al Pontefice attuale.

A Roma, Don Luca si riunirà con due vecchie conoscenze: il commissario Mauro Iaccolino e l’investigatore privato Giangi Sgringi. Insieme, i tre protagonisti dovranno affrontare misteri complessi e sventare un complotto che minaccia la vita del Pontefice.

Questa in sintesi la trama di Muori come se dipendesse da te, romanzo che possiamo collocare quindi nel thriller a sfondo ecclesiastico: un sotto-genere che deve molto a Umberto Eco o recentemente a Dan Brown e Glenn Cooper, e in cui Bare ha iniziato a muoversi a proprio agio già a partire dal precedente romanzo con protagonista Don Luca Catena, La comunione con il Diavolo.

Se la presentazione solletica il vostro interesse, abbiamo qui l’incipit del libro.

Incipit

Roma, domenica 24 marzo 2013 –ore 22:37

Era in tuta e scarpe da tennis e fu quindi tentato di cambiarsi d’abito, perché tutto si attendeva per la sera meno che ‘quella chiamata’. Ma il messaggero era stato esplicito: doveva andare subito, l’incarico doveva essere svolto con la massima urgenza. Sicuro che fuori facesse piuttosto freddo, indossò una sciarpa, si infilò un berretto di pile nero che copriva anche le orecchie e indossò il suo giaccone imbottito grigio scuro. Appena uscito una sferzata di aria gelida lo fece tremare come un ramoscello di abete in alta montagna. Un vento gelido da nord-est si era impadronito della città negando clamorosamente quanto designava il calendario a proposito della primavera romana. Salì in fretta sulla sua Panda e si diresse verso la Domus Sanctae Marthae. In pochi minuti fu davanti al portone. Il piazzale era deserto come sempre, giorno e notte, ma quella sera pareva più desolato del solito. Le guardie avevano seguito con lo sguardo il suo passaggio senza dare segni di osteggiarlo in alcun modo. Non potevano averlo riconosciuto per cui si domandò come facessero a sapere dove stesse andando. Scese dall’auto senza chiuderla, sarebbe ripartito subito, e si avviò al portone. Non vi erano campanelli da suonare, percosse allora il grande battiporta d’ottone. Gli venne aperto quasi subito. Entrò e si trovò di fronte un prete alto e brizzolato che non conosceva.

— Finalmente! — lo apostrofò. — Si sbrighi che è già tardi.

— Ho fatto il prima possibile.

— Sa dove deve andare?

— Si… credo. Secondo piano?

— Appartamento due-zero-uno. Entri senza bussare. Sulla consolle alla sinistra della porta, poi venga subito. Niente ascensore, prenda le scale.

Non gli rimase che abbozzare un cenno di assenso e avviarsi verso l’ampia scalinata di marmo.

Quando ridiscese, due minuti dopo, aveva una grossa scatola bianca tra le mani.

Il prete di prima non si era mosso dall’ingresso. — L’ha incontrato? — gli domandò con una punta di preoccupazione.

— No.

—Bene. Mi raccomando, deve essere consegnata questa sera stessa.

— Non dubitate.

Come fu fuori si guardò intorno, il piazzale sempre più deserto. Tra le ombre della notte, interrotte solo dalla fioca luce di pochi lampioni, il Vaticano gli apparve, in quell’attimo, un luogo sinistro ed inquietante.

Torino, venerdì 3 agosto 2018 – ore 6:50

Luca si alzò pensando a cosa aveva per colazione. Gettò uno sguardo al bilocale di sua proprietà, al disordine ‘organizzato‘ come lo definiva lui, il disordine e basta come lo aveva bollato cento volte Federico, suo cugino e compagno di sempre, nonché sacerdote gesuita come lui. Quell’appartamento era per lui motivo di grande soddisfazione, in quanto segno di autonomia e indipendenza dal padre. Lo aveva acquistato due anni prima con i proventi della vendita di un podere della tenuta del nonno materno Antonio. Pur trovandosi all’ultimo piano di un edificio vetusto, era luminoso in quanto svettava sulle altre case del quartiere, da lì vedeva ergere il monumento simbolo di Torino, la guglia della Mole Antonelliana.

Prese il cellulare e premette il pulsante di accensione, convinto, come era, che di notte facesse male riceverne le onde elettromagnetiche. Stava per riporlo sul tavolo quando un bip lo avvertì che era arrivato un messaggio.

Per quel messaggio che giungeva da padre Raffaele, l’equilibrio della giornata appena iniziata si rivelò solido quanto un castello di carte e non meno infido d’un mucchio di bastoncini dello Shangai.

Padre Raffaele, suo mentore e padre spirituale, non aveva mai posseduto cellulari, ma il suo modo di comunicare si appoggiava comunque ad essi. Scriveva di suo pugno, usando un lapis appuntito con cura sui fogli di un quadernino a righe a ricordare come le situazioni della vita si svolgono in una serie di fatti casuali, ma numericamente ordinati (una volta gli aveva citato perfino Dante: ‘La contingenza, che fuor del quaderno de la vostra matera non si stende’). Poi, un allievo del collegio ecclesiastico scelto fra i tanti, lo fotografava e inviava al destinatario, per SMS o per Whatsapp.

Luca aveva letto il messaggio una, due, tre volte. Non era firmato ma non c’erano dubbi: la calligrafia di padre Raffaele era inconfondibile.

Carlo K. Bare

Carlo Barbanera con lo pseudonimo di Carlo K. Bare, firma racconti e romanzi di genere giallo/thriller. Ha pubblicato nel 2009 il suo primo romanzo “Omicidi Infinitesimali” (ed. Nuova Ipsa) giallo all’inglese; nel 2016 esce “Le Ombre dopo il delitto” (ed. Il Molo), antologia di racconti noir tra i quali “Il futuro della pioggia” premiato nella sezione racconti editi a StorieNoir 2024; nel 2021 esce il romanzo “La comunione con il Diavolo“, premiato nella categoria “Miglior Trama” al Giallo Festival 2020 di Bologna. Sempre per “Storie Noir” è finalista nella sezione racconti inediti con “Il buio nel Nero” pubblicato nella omonima antologia. Esce ora il suo nuovo thriller “Muori come dipendesse da te“, sequel de “La comunione con il Diavolo“.

Con lo pseudonimo di Carlo Barba ha scritto commedie e fiabe per bambini, tra le quali “La vera storia di Giovannino Senzapaura” premiata al concorso “Favole e Fiabe 2023”.

Con lo pseudonimo di Carlo Sbaraglini, ha pubblicato nel 2023 “Il fieno di Francesco“, romanzo storico con protagonista il Santo di Assisi.

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Muori come se dipendesse da te
  • Carlo K. Bare (Autore)

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