Neri Pozza ristampa Mia cugina Rachele di Daphne du Maurier all’interno della collana I narratori delle tavole, offrendo agli estimatori della brava autrice inglese una nuova occasione per scoprire uno dei suoi titoli migliori.
Apparso in lingua originale nel 1951 con il titolo di My Cousin Rachel, il romanzo ha conosciuto diverse edizioni italiane, fra le quali quella mondadoriana del 1953 e la successiva apparizione negli Oscar Mondadori numero 43 del 1966.
La traduzione della presente edizione di Mia cugina Rachele è a cura di M. Morpurgo.
Come in altre opere di Daphne du Maurier siamo di fronte a un mystery-romance scritto con grande attenzione al dato psicologico e forte di una figura femminile interessante e ben definita.
L’ispirazione per il romanzo, si narra, arrivò alla scrittrice dopo aver visto il ritratto di Rachel Carew all’Antony House in Cornovaglia, dipinto che la impressionò e le fornì le basi per la protagonista di Mia cugina Rachele.
Philip Ashley, il narratore della vicenda, rimane orfano a meno di due anni, in seguito alla morte improvvisa di suo padre e sua madre, nella Cornovaglia di metà Ottocento. Viene quindi cresciuto da suo cugino, Ambrose, scapolo, ricco e misogino, che non pensa al matrimonio e resiste a ogni tentativo di intrallazzo da parte di amici e parenti.
Gli anni passano e Philip cresce: suo cugino, per motivi di salute, si reca a Firenze e, dopo poco tempo, gli scrive comunicandogli di essersi sposato con una parente alla lontana, la cugina Rachele. Lei è rimasta vedova dopo aver perso suo marito in un duello, perdita che l’ha lasciata anche in cattive acque dal punto di vista finanziario e fra i due sembra essere scoppiato un improvviso quanto intenso amore che ha quindi portato al matrimonio.
Le seguenti lettere di Ambrose, però, fanno preoccupare sempre di più Philip, che alla fine decide di raggiungerlo a Firenze per capire meglio cosa stia accadendo. In Italia è accolto da una terribile sorpresa, in quanto Ambrose è morto dopo una breve malattia. Rachele è scomparsa poco dopo il decesso, chiudendo la villa e portando con sé tutti gli effetti personali del marito.
Philip, rientrato in Cornovaglia, comincia a nutrire un crescente odio nei confronti della cugina, che sospetta abbia avvelenato Ambrose: grande è la sua sorpresa quando Rachele si presenta sulla soglia della magione, per consegnargli quel che apparteneva al cugino. La donna sembra essere ben migliore della spietata assassina che lui si era immaginato, e Philip non sa bene cosa pensare, fino a quando…
Mia cugina Rachele ha conosciuto anche due trasposizioni cinematografiche: una del 1952 diretta da Henry Koster con Olivia de Havilland e Richard Burton e una recentissima, del 2017, diretta da Roger Michell con Rachel Weisz nella parte della protagonista.
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