Bel romanzo di Gillian Flynn, oggi recensiamo L’amore bugiardo, terza opera della scrittrice americana entrato nella classifica dei best seller del New York Times e finora accolto in Italia con meno calore di quanto meriterebbe.
Titolo: L’amore bugiardo
Autore: Gillian Flynn
Traduttori: Francesco Graziosi (Nick); Isabella Zani (Amy)
Editore: Rizzoli
Anno: 2013
Trama: Nick e Amy Dunne sono una giovane coppia di successo, vivono in un elegante appartamento di New York e la loro vita è meravigliosa. Poi… Poi la crisi economica piega l’America, perdono entrambi il lavoro e la malattia che colpisce i genitori di Nick li costringe a lasciare la City per trasferirsi nello squallido paesino natale di lui, sulle sponde del Missisipi. È qui che Nick si sveglia la mattina del loro quinto anniversario con un nodo in gola, un senso di oppressione che si fa sempre più angosciante, ed è qui che quella stessa mattina Amy scompare. Segni di colluttazione in salotto, il ferro da stiro ancora acceso, la porta di casa spalancata. E Nick che non riesce, proprio non ce la fa, a mostrarsi preoccupato, perché non la ama più da tempo, perché il loro matrimonio è agli sgoccioli e perché Amy non era l’unica.
I sospetti si concentrano a poco a poco su di lui, che con la sua faccia da ragazzo bello e arrogante, i sorrisi inopportuni, le bugie raccontate e immancabilmente smascherate sembra essere l’immagine perfetta del marito uxoricida, ma sarà proprio l’unico ad avere qualcosa – molto – da nascondere?
Un romanzo intelligente: questa è la prima impressione che si ha leggendo L’amore bugiardo. Originale, è la seconda, che segue a brevissima distanza.
Intelligenti sono la trama, l’architettura ingegnosa che sorregge una scrittura arguta e brillante, che si immagina essere colta per la capacità che ha di discernere in modo così chiaro le varie sfaccettature dell’animo umano e di riproporle nel testo con autenticità e una moltitudine di chiaroscuri che lascia ammirati. Originale è l’uso dell’ambiguità che è alla base della storia: l’autrice gioca con le parole, le impressioni, le azioni, i dialoghi, proponendo sempre chiavi di lettura non univoche, portando a poco a poco il lettore a dubitare, a chiedersi cosa sia davvero accaduto e cos’altro potrà accadere e non è solo una questione di trama, ma soprattutto di sensazioni, dell’ambiguità che caratterizza ogni elemento della storia. Originale è la struttura del romanzo: due punti di vista, quello di Nick e Amy, narrati in prima persona, che si alternano nella girandola di un gorgo che si fa sempre più stretto verso la fine. Punti di vista diversi anche sul livello temporale: contemporaneo agli accadimenti quello di Nick, di cui si assapora ogni emozione negativa; passato quello di Amy, che sottoforma di diario ci fa vedere l’evoluzione del loro matrimonio nei cinque anni precedenti, dall’incontro fulminante, all’amore passionale e totalizzante, al lento spegnersi di Nick verso l’indifferenza e, infine, il fastidio.
Ma quando tutto sembra chiaro, i due punti di vista chiariti, i presupposti delineati e la fine scontata, ecco che si apre la Seconda Parte del romanzo: e i punti vista cambiano, si ribaltano, i presupposti certi di poco prima vengono visti sotto una luce diversa – sempre l’ambiguità all’opera – e il lettore trova ancora nuove chiavi di lettura.
È una scrittura sicura, saporita e affilata quella della Flynn, che propone sempre immagini originali, spunti interessanti sui quali riflettere, osservazioni del mondo intriganti, e lo fa attraverso personaggi che conquistano nel bene e nel male, che non sono mai piatti, ma vibrano di sentimenti pulsanti e caldi e, soprattutto, non sono mai solo positivi o negativi, ma ricalcano le qualità e i difetti presenti in ogni essere umano. La Flynn riporta i dualismi, i contrasti interiori, le contraddizioni e le zone d’ombra delle persone vere. Sono personaggi ai quali ci si affeziona, che si perdona perché sono umani e peccano di umane debolezze.
La storia evolve a un ritmo serrato, fino ad arrivare alla Terza Parte, l’ultima, e anche qui i colpi di scena non mancano. Per dirla con le parole di Nick: “Siamo un unico, lungo, terrificante crescendo.”
Anche il finale è inconsueto, inaspettato: magari potrà non piacere a molti, ma fra le alternative che il lettore immagina, è l’ultima che prenderebbe in considerazione. La meno scontata.
L’amore bugiardo è un romanzo imperdibile per la bravura dell’autrice, per l’intensità della storia, lo spessore dei personaggi e la novità che porta, sotto vari punti di vista, nel panorama dei thriller, affollato di cose già viste e sentite.
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