L’agente del caos di Giancarlo De CataldoEinaudi pubblica L’agente del caos di Giancarlo De Cataldo all’interno della collana Stile Libero Big, un volume che, già a partire dal titolo, segna una importante aggiunta e cambiamento nella bibliografia dell’importante autore di Taranto.

Avevamo lasciato il magistrato e scrittore alle prese con il foschissimo ritratto della Capitale e dell’Italia tutta ne La notte di Roma, un titolo che è riuscito a fotografare come pochi altri il crollo, morale, civico, politico, sociale e di tanti altri titoli, nei quali sembra annegare da ormai troppo tempo il nostro Paese.

Un crollo che, essendo appunto prolungato e continuo, ormai non ci pare più tale, come la crisi perenne nella quale ci dibattiamo dal 2008, che sembra essere diventata normalità e consuetudine. Crolli e crisi che sembrano, alle volte, opera de L’agente del caos, anche se in questo nuovo romanzo l’autore impiega questa figura in ben altro modo.

Un modo, verrebbe da dire, postmoderno, con un libro dentro un libro, una narrazione che ne suscita un’altra, il tutto dietro una cortina e impasto di cospirazioni, servizi segreti, sesso, droga, ribellione, ideali, ex nazisti, rock e terroristi. Il caos impiegato come dispersione di possibili cambiamenti e quindi, paradossalmente, come elemento conservatore dell’ordine e dello status quo.

A guardare i pochi dati in nostro possesso, siamo di fronte a una delle più interessanti e sperimentali opere di Giancarlo De Cataldo, cerchiamo di capire qualcosa di più della trama de L’agente del caos.

Uno scrittore romano pubblica un romanzo basato su ricerche, che lui pensa accurate, sulla figura e vita di Jay Dark, un agente statunitense che ebbe il compito di immettere massicci quantitativi di droga negli ambienti dei movimenti rivoluzionari, a cavallo fra gli anni Sessanta e settanta, con lo scopo di deviarne attenzione e smorzarne lo slancio.

Il romanzo ha un certo successo, ma l’autore viene contattato da tale Flint, un avvocato californiano che, dopo aver letto l’opera, manifesta parecchie perplessità in quanto lui era presente in quei tempi e luoghi e conosce parecchi segreti.

Flint lo invita a riscrivere il libro, rivelandogli molte informazioni: si delinea quindi un quadro ben più complesso e caotico, con uno scenario internazionale sorprendente, fra servizi segreti deviati, narcotraffico, abbondanti dosi di sesso, ex nazisti e tanti, tanti altri fattori in gioco.

Un breve dialogo da L’agente del caos:

– Il suo racconto è privo.
– Ne ho sentite anche di peggio, mi creda.
– Privo perché manca l’elemento essenziale, – riprese, imperterrito, Flint.
– E quale sarebbe questo elemento essenziale? – lo interrogai, sarcastico. Cominciavo a perdere la pazienza. Flint assunse un’aria ispirata.
– Il caos. Manca il caos.
– Io mi sono attenuto alle fonti, – protestai.
– Le fonti! Non deve credere a tutte le notizie che si spacciano ogni giorno. Meglio affidarsi a testimoni più attendibili, quando si ha la fortuna di incontrarli.
– Sta parlando di lei, per caso?
– Sì.
– E perché dovrei crederle?
Flint allargò le braccia.
– Io c’ero.

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L'agente del caos
  • Editore: Einaudi
  • Autore: Giancarlo De Cataldo

Articolo protocollato da Simone Della Roggia

Appassionato di gialli e thriller, della buona cucina, e di bassotti (non necessariamente in quest'ordine). Scrittore a tempo perso, ovvero di notte. Passo molto tempo sui treni italiani, lo inganno leggendo.

Simone Della Roggia ha scritto 178 articoli: