La vendetta di Oreste - Giovanni Ricciardi Uscito per la prestigiosa collana “Darkside” di Fazi, con il romanzo La vendetta di Oreste lo scrittore Giovanni Ricciardi è giunto alla nona avventura con protagonista il commissario Ottavio Ponzetti. Per questa indagine Ricciardi ha scelto la suggestiva ambientazione del villaggio Giuliano Dalmata di Roma. Si tratta quindi di un’indagine quasi storica per il commissario che si trova presto a indagare su due esuli istriani fuggiti a Roma all’inizio degli anni ’50.

L’evento scatenante è la morte del vecchio geometra Oreste Zarotti. Oreste era stato trasportato in ospedale in seguito a una caduta accidentale nella sua abitazione. Prima di essere sottoposto a un intervento, l’anziano aveva chiesto di poter parlare con il commissario Ponzetti, amico di famiglia. Ma Oreste non fa in tempo a parlare con Ponzetti e muore portando con sé il suo segreto nel segno di una sola frase: “L’amore può legare più del sangue. E il sangue a volte più dell’amore”.

Oreste Zarotti era di origini istriane, emigrato in Italia all’indomani della Seconda guerra mondiale, quando l’Istria fu annessa alla Jugoslavia, ed era legato al commissario Ponzetti da una vecchia amicizia.

Nina, la moglie, era di Fiume, e Oreste di Pola: i due si erano conosciuti proprio in quel villaggio Giuliano-Dalmata, dove Nina era giunta bambina, mentre Oreste, di diversi anni più grande di lei, era arrivato a Roma nel 1954. Figlio unico, i suoi genitori erano scomparsi, portati via dalla guerra e dalle persecuzioni contro gli italiani. Oreste non aveva conservato memoria della sua famiglia, anzi, non parlava mai del suo triste passato, perché evidentemente  gli procurava troppo dolore rievocare quei giorni tristi di rastrellamenti e paura.

Dopo la morte di Nina, malata da tempo, il figlio Marco fa uno strano ritrovamento nella vecchia abitazione dei genitori, e invita il commissario Ponzetti a raggiungerlo. Nascosti in un ripostiglio del padre, Marco ha trovato una pistola ancora funzionante con sette colpi in canna, insieme a una lettera di una donna, forse indirizzata al padre, ma che inizia con uno strano appellativo: “Carissimo Ulisse…”.

Si tratta di una vera e propria lettera d’amore, ma per Marco è un colpo al cuore, un segreto che mai avrebbe potuto immaginare potesse nascondere un uomo schivo e taciturno come suo padre. Per Marco quindi  le pistole sono due: una vera, l’altra di carta e non sa dire qual è quella che gli faccia più male. Indagando più a fondo sulla vita del padre, Marco comincia a scoprire diverse anomalie come il titolo di geometra conseguito molti anni dopo l’inizio della sua attività.

Ponzetti e Marco Zarotti, incuriositi da quegli strani ritrovamenti, cominciano ad andare più a fondo nell’indagare il passato di Oreste, anche per ricostruire la figura di un uomo e di un padre ancora piena di ombre nel suo privato.

Il commissario Ponzetti, coadiuvato dal suo ispettore di fiducia Mario Iannotta, con pochi elementi a disposizione  riuscirà a ricostruire un passato doloroso e zittito per anni, fatto di amori interrotti dall’incombere di eventi  storici e di una oscura voglia di vendetta che ha segnato la mente di di Oreste nonostante una vita apparentemente tranquilla. Ripercorrendo la vita di Oreste attraverso i suoi luoghi da Pola a Roma, le indagini lo porteranno a scoprire la dolorosa verità con la quale l’uomo ha dovuto fare i conti per tutta la sua vita senza poterla rivelare nemmeno le alle persone a lui più care. Un mistero intriso di eroismo e codardia, di passione amorosa e fedeltà famigliare.

Nel descrivere i suoi personaggi Ricciardi lascia da parte la pura descrizione somatica per addentrarsi nei meandri dell’animo umano, con la raffigurazione della loro emotività, dei loro stati d’animo e delle loro abitudini di vita.

L’autore, come da abitudine nei suoi libri, gioca con le citazioni, in questo romanzo è la volta della poesia Ulisse di Umberto Saba, che rievoca due figure della classicità: l’Oreste tragico, di Eschilo ed Euripide, e l’Ulisse di Omero, per una narrazione che si arricchisce di cultura, talvolta espressa con la poesia, la musica o l’architettura, elementi che fanno parte dei registri della narrazione e la rendono più accattivante ai lettori.

Con La vendetta di Oreste, Ricciardi riesce a regalarci una nuova appassionante avventura della serie e un romanzo profondo e completo da ogni punto di vista. Dona infatti  al lettore la possibilità di riscoprire la storia, riportando alla memoria eventi come i massacri delle Foibe e la durissima repressione di Tito, tragedie a oggi spesso dimenticate, con il merito di documentare una pagina dell’immediato dopoguerra poco approfondita: l’esodo istriano. Tra le pagine del libro si evocano con emozionante realismo i sentimenti delle popolazioni giuliane, fiumane e dalmate italiane costrette ad abbandonare le terre d’origine per conservare la loro identità.

Un romanzo noir che è anche un viaggio nel tempo, dal passato al presente, e nei luoghi: da Pola a Fiume, dall’Istria alla Dalmazia fino alla capitale d’Italia, Roma, e ai quartieri dell’Eur. Un viaggio fatto di amori vendette e ricordi.

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Articolo protocollato da Salvatore Chianese

Salvatore Chianese è sociologo e vive e lavora a Napoli. Adora la lettura, la musica e il cinema. Sin da bambino è attratto dal mondo del mistero e dell’horror. È cresciuto ascoltando la musica dei Queen, Led Zeppelin, Black Sabbath, Metallica, Iron Maiden, Y.J. Malmsteen… e tutto il rock hard and heavy. Nutre una venerazione per la letteratura horror di Stephen King, e dei maestri E.A. Poe e H.P. Lovecraft. Le letture che hanno segnato la sua esistenza sono Dracula di Bram Stoker, Il fuggiasco di Carlotto e Il conte di Montecristo di Dumas.

Salvatore Chianese ha scritto 41 articoli: