La donna nell’ombra - Ruth Dugdall La donna nell’ombra è il romanzo d’esordio dell’inglese Ruth Dugdall, che prima di dedicarsi completamente alla scrittura ha lavorato per dieci anni in prigione come consulente per il controllo di chi è sottoposto a regime di libertà vigilata.
Esperienza che ha dato lo spunto per la trama e l’ambientazione di questo romanzo che ha per protagonista Rose Wilks, una donna accusata dell’omicidio di Luke, un bambino di pochi mesi, figlio della sua migliore amica Emma.
Dopo quattro anni di prigione Rose può aspirare alla libertà vigilata per buona condotta; come consulente psicologica, arriva Cate, una giovane psicologa che riuscirà a svelare la terribile verità che Rose ha tenuto nascosta per lungo tempo.
Il romanzo della Dugdall ha ricevuto numerosi premi che hanno confermato il successo avuto dal pubblico, che l’ha consacrata regina del thriller psicologico, made in Britain.
La Dugdall nei suoi romanzi cerca di esplorare i lati più oscuri dell’animo umano, dove si celano i nostri segreti più reconditi, quelli che se nascosti troppo a lungo possono prima o poi esplodere con effetti devastanti sulla propria vita e su quella dei propri cari.
Lo stesso, infatti, accade alla protagonista, Rose, che attraverso il suo diario racconta in un lungo flashback tutta la sua vita, costellata da terribili perdite, che l’hanno costretta a vivere da sola alla perenne ricerca di un amore e di una famiglia di cui sempre è stata priva.
Il filo della storia segue poi il suo corso attraverso la storia di Cate, divorziata e madre di una bambina per cui nutre un forte senso di colpa per il tempo che sottrae alla sua crescita.
L’autrice riesce ad alternare il racconto del presente con i pensieri che Rose raccoglie nel suo diario, il libro nero, lasciando sempre il lettore assetato di curiosità, fino a condurlo al colpo di scena finale, che chiarisce e dipana tutta la morbosa vicenda che ha avviluppato come una ragnatela tutti i vari personaggi della storia.
Ci sono tante madri in questo romanzo, spogliate di ogni retorica: sono madri problematiche, spesso sole, prive dell’appoggio di un marito, di un padre che sappia sollevarle dalle difficoltà che questo ruolo comporta soprattutto nei primi anni di vita del bambino. Rose ha perso il suo bambino e ben presto si insinua nella vita della sua amica Emma, compagna di sala parto, per cercare di riprendersi il suo nido perduto.
E infatti il nido diventa una metafora potente della vicenda di Rose, che ne conserva uno quasi come se fosse una reliquia, perchè legato al ricordo di sua madre : il nido infatti rappresenta la casa, la famiglia, il luogo sicuro dove i genitori nutrono e accudiscono i propri piccoli. Il nido è sicurezza che a volte può essere violata come accadde a quello che tiene con sè Rose, quando i piccoli merli sono uccisi da una gazza ad impossessarsi impossessarsi del nido.
E’ un libro che vale la pena leggere, più che per il thrilling, per la cura con cui la Dugdall è riuscita a disegnare i propri personaggi, offrendoci un punto di vista privilegiato che ci permette di addentrarci nei contorti meandri della psiche umana.

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Articolo protocollato da Chiarastella Grande

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