L’ora dell’aperitivo s’avvicina, al Thriller Cafè oggi si serve il Patterson, prodotto newyorkese qualche tempo fa piuttosto di moda, ma forse recentemente un po’ meno…
Titolo: La casa degli inganni
Autore: James Patterson & Peter De Jonge
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2004
ISBN: 9788830421349
Pagine: 276
Prezzo: € 16,00
Trama in sintesi:
Jack Mullen è un giovane che si è fatto dal nulla. Povero, ma determinato a riuscire, si è laureato in Legge e ha ottenuto un posto di rilievo in un importante studio legale di Manhattan. Coinvolto quasi controvoglia nel giro di amicizie del fratello Peter, Jack non immagina che un fine settimana in una magnifica villa sulla spiaggia possa trasformarsi in un incubo. Peter muore misteriosamente, annegato in piscina, una fine che tutti hanno troppa fretta di liquidare come accidentale. Con l’aiuto di Pauline, investigatrice da sempre innamorata di lui, Jack comincia a raccogliere prove, a scavare dove non dovrebbe…
(Dalla scheda su Ibs)
I barman devono essere onesti coi clienti, per cui lo dico subito: non è un libro eccezionale. Ok, James Patterson ha vinto l’Edgar Award per la migliore opera prima a soli 27 anni ed è attualmente l’autore di thriller più venduto negli Stati Uniti, con oltre 45 milioni di copie: evidentemente, qualche numero deve averlo, e non solo per quanto riguarda il conto in banca. La casa degli inganni, però, non rientra a mio parere nel novero dei suoi libri migliori. I tempi di Mastermind o de Il Collezionista (dei quali parleremo in qualche prossima occasione) sembrano piuttosto lontani e la collaborazione con Peter De Jonge non pare aver avuto effetti molto positivi, se non dal punto di vista della prolificità.
Cosa c’è che non va? Innanzitutto la trama, che rivela ben pochi colpi di scena. Anzi, in pratica si sa tutto già dopo pochi capitoli, e ciò rende il libro piuttosto scontato, anche se comunque capace di catturare la lettura grazie a una prosa rapida e al solito stratagemma dei capitoli brevissimi: ce ne sono anche di una sola pagina che come le ciliegie “tirano” quello successivo. Sicuramente è difficile fermarsi a metà , una volta preso il volume tra le mani, e questo nonostante l’incipit a mio avviso poco felice (con un personaggio che si rivolge ai lettori parlando in prima persona). Di buono ci sono anche alcuni protagonisti che per quanto già visti riescono lo stesso a suscitare reazioni nel lettore (in particolar modo lo sceriffo Volpi, tipico esempio del bastardo che vorremmo tutti riempire di calci), ma non molto altro. Nel complesso La casa degli inganni non va oltre un piacevole intrattenimento e ben poco aggiunge al panorama affollatissimo del thriller. Un libro sufficiente e nulla più.
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