Il gioco del silenzio - Rob KellerÈ disponibile in libreria dal 24 settembre 2019 “Il gioco del silenzio” (DeA Planeta Libri), romanzo d’esordio di Rob Keller, autore che ha atteso di superare la soglia dei sessant’anni prima di presentarsi al grande pubblico con quest’opera prima. Prima di trasferirsi in Québec, Keller ha vissuto per circa quarant’anni nelle prossimità del lago di Como, dove – seguendo una lunga tradizione familiare – ha lavorato come mastro orologiaio.

I trascorsi dell’autore sono allora un chiaro indizio sul perché questo thriller sia ambientato proprio in una villa sul lago di Como, in particolare nella Villa degli Orologi, una spaventosa tenuta della potente famiglia Radlach, che domina gli affari di tutta la zona.

Cristina – la protagonista – è una criminologa che si è appena lasciato alle spalle un caso molto pesante. Decide così di prendersi una pausa dal lavoro e di rifugiarsi in un’esistenza più ordinaria. Questa nuova situazione le permette di occuparsi a tempo pieno di suo figlio Leone, che soffre di disturbo da deficit di attenzione, meglio noto come iperattività. Sembra la scelta migliore, finché un giorno il telefono trilla e suo padre dall’altra parte della cornetta le consegna una terribile notizia: zio Francesco si è suicidato. Il ritorno al paese sul lago di Como, dal quale Cristina è fuggita molti anni prima, significa per lei ritrovare suo padre, con il quale ha un rapporto tormentato, e ritrovare la Villa degli Orologi della potente famiglia Radlach, presso la quale suo padre e il suo defunto zio hanno lavorato una vita. Una volta sul posto, il suicidio di zio Francesco le appare subito come un possibile omicidio. Cristina si ripromette di non assecondare il suo fiuto da investigatrice e s’impegna per non cedere alla sua deformazione professionale, che la porterebbe a indagare. L’istinto però continua a suggerirle che qualche scomoda verità potrebbe annidarsi nel ginepraio di segreti che lega la sua famiglia a quella dei Radlach. Percepisce che investigare su quel caso potrebbe risucchiarla in un vortice oscuro e pericoloso. Tuttavia – come dice l’autore stesso – “non puoi fermare il meccanismo perfetto del destino”. Così, quando Leone trova in soffitta un orologio da taschino con una misteriosa dedica, diventa impossibile per Cristina resistere al richiamo di un doloroso passato e alla tentazione di rovistare nel torbido presente.

L’autore ci immerge poco alla volta in questa storia, attraverso una scrittura molto fluida che riesce a disegnare dentro i pensieri del lettore con leggiadria, evocando immagini vivide e profumi intensi. Una scrittura semplice (nel senso positivo del termine), chiara, brillante e delicata. Però a tratti anche ingenua e descrittiva, come una voce fuori campo che si spinga fino al confine in cui la buona regola dello “show, don’t tell” (“mostra, non raccontare”) rischi d’essere infranta.

La tensione narrativa e la suspense hanno l’effetto di mantenere sempre alta l’attenzione del lettore, coinvolto in un sistema d’ingranaggi narrativi che richiamano anch’essi il meccanismo di un orologio, e che – per trattarsi di un autore esordiente – appaiono piuttosto ben rodati e oleati.

I personaggi sono ben costruiti, caratterizzati e credibili perché vivi e imperfetti, a cominciare dalla protagonista Cristina, una donna determinata in pubblico (di giorno) ma allo stesso tempo fragile in privato (di notte, quando è anche sonnambula), con un solido background da criminologa che tuttavia non la esenta dal soffrire problematiche e paure affettive, familiari o lavorative. Un thriller che ha anche un risvolto pedagogico-sociale nella misura in cui l’iperattività di cui soffre il bambino Leone ha come effetto collaterale quello di sensibilizzare il lettore rispetto a un disturbo neuro-psichico inquadrato soltanto di recente e sui c’è ancora una scarsa informazione. Restando su un piano più concettuale potremmo dire che questo romanzo prende in esame le tenebre dell’animo umano (a volte più scure e profonde di quelle abissali del lago di Como), i non-detti e i segreti dietro cui si celano dolori, paure, ricatti, convenienze. In una parola l’umanità più scura, quella che non si ostenta e che non conviene sfoggiare.

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Il gioco del silenzio
  • Keller, Rob (Autore)

Articolo protocollato da Leonardo Dragoni

Romano, classe 1974, dottore in scienze politiche con due master e varie esperienze umane e lavorative, si è tardivamente innamorato di scrittura creativa e di narrativa, in particolar modo quella gialla e noir ad ambientazione storica, generi nei quali ha pubblicato due romanzi ("La psicologia del viola", 0111 Edizioni, 2015; "I figli dell’oblio", Clown Bianco Edizioni, 2018 - candidato al premio internazionale Lattes Grinzane).

Leonardo Dragoni ha scritto 59 articoli: