Il cerchio si chiude di John BonvilleGuanda porta nelle librerie italiane Il cerchio si chiude di John Banville, una mossa che farà contenti i lettori e fan dell’anatomopatologo Quirke, la cui serie è pubblicata in originale dall’autore con lo pseudonimo di Benjamin Black.

Ma da parecchio tempo in realtà l’uso di un alter ego non servirebbe più a John Banville, in quanto le due “carriere” si influenzano positivamente l’una con l’altra e chi ama la produzione “alta” di questo scrittore irlandese solitamente divora con passione anche i romanzi di Benjamin Black, che conta fra gli ammiratori anche Don DeLillo che, al riguardo de Il cerchio si chiude, ha dichiarato: “Una scrittura limpida e tagliente come una lama… Un talento quasi feroce nel leggere l’anima degli uomini”.

Il cerchio si chiude è il settimo romanzo del ciclo di Quirke ed è apparso in originale nel 2015 con il titolo di Even the Dead, segue quindi la pubblicazione di False Piste.
Ritroviamo sì Quirke, ma all’inizio del romanzo c’è da temere sulla salute di questo personaggio e sul suo futuro.
Per nostra fortuna John Banville non tarda a riportarlo in azione e, fra suicidi che forse non sono tali e donne che scompaiono, l’anatomopatologo con un debole per l’alcol troverà modo di scoperchiare un potenziale vaso di Pandora e scontrarsi con un vecchio nemico.
È tempo di avventurarci “giù fra i morti”, come ama ripetere spesso Quirke: esaminiamo alcuni elementi della trama de Il cerchio si chiude.

Durante una calda nottata di giugno un uomo muore in un incidente stradale a Dublino: la sua auto è andata a schiantarsi contro un albero e inizialmente le autorità sono incerte se dichiararlo incidente o suicidio. Ma in occasione dell’autopsia Sinclair, assistente del primario, scopre una strana ferita sul cranio che lo obbliga a riconsiderare il caso e a chiamare il suo capo, Quirke, per una consulenza.

Quirke ha preso un periodo di riposo in quanto ha sperimentato allucinazioni e black out: temendo un tumore al cervello si è fatto visitare e lo specialista non ha trovato traccia di cancro, ma una vecchia ferita alla testa, a causa di un pestaggio, obbliga comunque il patologo a un lungo periodo di riposo. Purtroppo per Quirke rimanere inattivo è dannoso e, in preda all’apatia, è ben contento di tornare in azione e conferma subito i sospetti di Sinclair: non si tratta di un incidente e men che mai di un suicidio, occorre indagare ulteriormente.

Ma mentre è ancora impegnato sul caso, ecco che compare sua figlia Phoebe, che gli chiede aiuto: una sua conoscente, incinta, ha affermato di sentirsi in pericolo e in seguito è scomparsa. Quirke chiederà aiuto all’ispettore Hackett e ben presto i due si troveranno a investigare un ambiente di uomini tanto potenti quanto corrotti, che sfruttano politica e religione per accumulare osceni profitti.

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Il cerchio si chiude: I misteri di Quirke
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Articolo protocollato da Simone Della Roggia

Appassionato di gialli e thriller, della buona cucina, e di bassotti (non necessariamente in quest'ordine). Scrittore a tempo perso, ovvero di notte. Passo molto tempo sui treni italiani, lo inganno leggendo.

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