Gli anni belli - Stefano Brusadelli

Il titolo di questo romanzo di Stefano Brusadelli suona paradossale rispetto al contenuto. Ma si tratta di un paradosso ricorrente nella nostra mentalità. Spesso col termine “anni belli” si allude a quelli dell’adolescenza, della scuola, i tempi delle grandi amicizie, dei primi grandi amori.  Sappiamo bene che non sempre è così, non per tutti almeno. Una classe di liceo è un microcosmo al cui interno, sotto una patina di scherzi e ilarità, si annidano spesso rivalità, nascoste o aperte, invidie, gelosie, rancori. Poi c’è il bullismo, l’odiosa pratica che per alcuni ragazzi, quelli più fragili, impacciati o sgraziati, trasforma la scuola in un inferno. Tutto questo non sempre termina con gli esami di maturità: a volte il male represso tra i banchi, continua la sua opera negli anni a venire, nell’età adulta o anche ai confini della vecchiaia. Per questo il luogotenente di polizia Giuseppe Tribolato, cinquantatreenne in forza ad un commissariato della Capitale, rimane sorpreso e sconcertato dalla visita nel suo ufficio di Perelli, suo compagno di scuola al liceo, oggi modesto commesso in un negozio di calzature. Perelli era stato il bullizzato della classe, offeso, tormentato e anche picchiato dai compagni, maschi e femmine. A causa del suo goffo aspetto fisico, obeso e sformato, della sua timida mitezza, della sua incapacità di difendersi.

Eppure Perelli appare felice di rivedere il suo ex compagno poliziotto e gli parla con affetto di tutti gli altri amici di quella sezione D, che di sua iniziativa continua a riunire annualmente in pizzeria. E stupefacente è la ragione di quella visita: Perelli vuole denunciare il furto avvenuto nella sua abitazione, di un album di foto, quelle dei tempi di scuola, di fine anno, delle gite. Una memoria che lui, la vittima, avrebbe dovuto cancellare con orrore, alla quale invece è rimasto affettuosamente legato. Non gli hanno sottratto altro, solo l’album, ma per lui è una privazione penosissima.

Il poliziotto, più che sconcertato, è letteralmente disturbato da tanto masochismo e liquida Perelli affidandolo a un agente per redigere la denuncia, rifiutando inviti a incontri o rimpatriate.

In realtà Tribolato ha un pessimo ricordo degli anni del liceo. Lui non era sottoposto a bullismo, al contrario aveva sempre saputo difendersi, ma aveva sinceramente detestato quella classe, dominata da una cricca di giovani arroganti e volgari che, nati ricchi, ricchi erano rimasti. Per la verità Giuseppe ha un cattivo rapporto anche con il resto del mondo. La scomparsa della moglie, la scelta del figlio Adamo di farsi prete che il padre ha vissuto come un abbandono, lo hanno reso ostile, chiuso, negativo. A poco gli serve l’amore di Marisa, scialba e rassegnata vedova attaccata a lui come a un’ancora di salvezza. Per lui è solo sesso, quello necessario, quando occorre, senza alcun vero legame. E Tribolato poi beve, troppo. In fine ha un hobby più che discutibile: di notte picchia la gente. Non gente a caso, ma persone che secondo lui se lo meritano. Fa appostamenti, studia le abitudini e al momento opportuno colpisce, con un pugno di ferro, facendo molto male.

L’ultima cosa a cui Tribolato pensa è occuparsi della denuncia del povero Peretti. Vadano alla malora le foto della classe. Ciononostante di quella classe dovrà presto occuparsi. Perché alcuni dei ragazzi che ne erano parte, ora ultracinquantenni, cominciano ad essere assassinati, uno dopo l’altro. E il poliziotto viene attirato in un’indagine che sembra una maledizione, al cui centro ci sono, come spesso accade, i soldi: soldi finiti, prestati, negati, dati a usura e non resi, nei meandri di un sottobosco della borghesia romana squallido e violento. L’indagine, come in ogni thriller che si rispetti, avrà un esito del tutto inaspettato, che sconvolgerà il lettore.

Gli anni belli” è un ottimo romanzo, che si legge tutto d’un fiato, perché scritto con un sapiente dosaggio di tutti gli elementi del genere e con uno stile narrativo maturo e originale.

Stefano Brusadelli è giornalista e scrittore. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo il romanzo I santi pericolosi, uscito nel 2013 per Mondadori e vincitore del il premio Crovi per il miglior esordio nel genere noir.

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Gli anni belli
  • Brusadelli, Stefano (Autore)

Articolo protocollato da Fausto Tanzarella

Fausto Tanzarella è nato a Taranto nel 1951, dal 1975 vive a Siena; laureato in giurisprudenza ha lavorato nei servizi legali di un istituto di credito. Editore, pubblicista e scrittore, è autore di una serie di romanzi gialli ambientati nella Siena del XIV secolo: “I giorni del corvo” 2009; “Un’ombra nera”, 2011; “Il codice dei corpi”, 2015; “Affresco” 2017 e da ultimo, nel novembre 2021, “Prigionieri del sangue”; tutti editi dalla Pascal Editrice. Tanzarella ha pubblicato anche due gialli di ambientazione moderna: “Via delle Vergini” (Mauro Pagliai editore) con il quale è risultato finalista nel premio letterario “Garfagnana in giallo” 2014 e il “Il cerchio del fantasma”, Oakmond Publishing, 2018.

Fausto Tanzarella ha scritto 56 articoli: