Sicuramente il sogno nel cassetto di chi si cimenta a scrivere un romanzo è quello di pubblicare un best seller al primo tentativo. E che diventi anche e da subito un libro di culto.

Casi del genere sono rarissimi. Certamente un esempio è quello che capitò a George V. (per Vincent) Higgins, laureato in legge alla Stanford University, prima giornalista di nera e, successivamente, in diverse posizioni come procuratore nello Stato del Massachusetts. Il suo romanzo Gli amici di Eddie Coyle”, pubblicato nel 1970, divenne immediatamente un grande successo di pubblico e di critica. Al punto che lo scrittore e premio Pulitzer Norman Mailer si dichiarò stupefatto che un poliziotto potesse aver scritto un romanzo di quel calibro.

Perché “Gli amici di Eddie Coyle” riscuote da subito così tanto successo? Perché punta tutto sul dialogo: scarno, brutale, immediato, con una fraseologia che sembra tagliata con l’accetta e dove la traduzione in italiano del termine “What’s fuck” compare praticamente ovunque, nelle pagine del libro. Tutto questo non si era mai letto prima. E ha molto a che fare con l’esperienza di procuratore di Higgins, che deve confrontarsi con malavitosi di ogni genere e razza. Boston, la città del Massachussetts dove è ambientato il racconto, ha in ruolo marginale, di semplice sfondo.

“Non scrivo dialoghi perché mi piace dialogare,” dirà una volta Higgins, durante un’intervista. “Sono i personaggi a raccontare la storia, non io. Se lo faccio bene, voi potrete comprendere l’intero racconto.”

La trama racconta, appunto, la storia di Eddie Coyle, un gangster di mezza tacca vicino alla cinquantina, soprannominato “Eddie Dita” per via del fatto che, anni prima, gli avevano fracassato le dita di una mano schiacciandola in un cassetto, come punizione per fatto fare un po’ di galera ad un boss locale, a causa di un suo errore. Come ricordo, si ritrova un numero di nocche delle dita in più.

La sua attuale occupazione è quella di procurare le armi ad un certo Jimmy Scalisi, un rapinatore professionista, che svaligia banche in pieno giorno, assieme ai suoi complici. Lo stratagemma che usano per entrare è di tenere in ostaggio la famiglia di un funzionario della banca, ottenendo così un facile e rapido accesso al denaro in cassaforte.

Eddie Coyle si trova però in un guaio inaspettato. Tempo prima è stato arrestato con l’accusa di aver trasportato illegalmente del liquore nel vicino stato del New Hampshire per conto del suo presunto amico Dillon, proprietario a tempo pieno di un bar e killer d commissione per conto della mafia.

Coyle è preoccupato perché deve comparire, di lì a poco, davanti alla corte per rispondere del reato e teme di subire una condanna detentiva. Decide perciò di rivolgersi all’agente speciale Dave Foley, dell’Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF), chiedendogli aiuto.

“Beh, io ho moglie e tre figli e non posso certamente permettermi di finire dentro un’altra volta, sai com’è. I ragazzi crescono e vanno a scuola, e gli altri li prendono in giro. Cazzo, vado per i quarantacinque,” dice Coyle a Foley e questi gli propone di diventare un suo informatore, in cambio di una buona parola con il giudice.

Coyle viene a sapere che la persona che gli fornisce le armi, un trafficante di colore, è in trattativa per la vendita di una partita di fucili militari d’assalto tipo M16 ad un gruppo di militanti neri, le Pantere.

Quando si reca per ritirare delle pistole, che ha ordinato per conto di Scalisi, Coyle nota i fucili nell’auto del trafficante e, subito, informa Foley che interviene con altri agenti e arresta il trafficante. Coyle è così convinto di aver completato la sua parte dell’impegno, ma Foley non si accontenta e decide di spremerlo per avere altre informazioni, in cambio della sua collaborazione.

Nel frattempo, avviene il fatto che causerà il tragico epilogo del racconto. La compagna di Scalisi, stanca di continui maltrattamenti, denuncia alla polizia dove avverrà la prossima rapina. La banda viene colta sul fatto e, nella sparatoria che ne segue, ci lascia la pelle un ragazzo, che si dice essere imparentato con il capo di una delle famiglie criminali.

La stessa mattina, entrambi ignari che i rapinatori sono stati appena arrestati, Coyle propone di fare i nomi della banda delle banche a Foley, se il suo nome verrà cancellato nell’inchiesta del New Hampshire. Foley e Coyle decidono di incontrarsi più tardi, nella stessa giornata, con l’accordo che, se Coyle non si presenterà, vorrà dire che ha deciso di non tradire i rapinatori.

Il capo della famiglia criminale è convinto, erroneamente, che sia stato proprio Coyle a sputare fuori i nomi ed è furioso perché la polizia ha ucciso il suo giovane parente durante l’arresto. Decide perciò di commissionare l’uccisione di Coyle da parte di Dillon che è costretto, con dispiacere, ad accettare l’incarico.

Coyle non si presenterà mai all’incontro e, di conseguenza, non farà alcun nome. Mentre lo aspetta, Foley legge su un quotidiano che l’informazione non sarebbe più stata utile, in quanto i rapinatori sono già stati arrestati. Ma il destino di Coyle è ormai segnato. Nel tardo pomeriggio, Coyle si reca nel bar di Dillon ed è di pessimo umore in quanto consapevole che dovrà presto trascorrere del tempo in prigione. Dillon riceve la chiamata che gli conferma l’ordine di uccidere Coyle e lo invita ad assistere insieme ad una partita allo stadio la sera stessa. Durante la partita, Dillon fa ubriacare Coyle e, mentre fanno rientro a casa, lo uccide in auto sparandogli alla testa e abbandona il corpo in auto in un parcheggio.

Nel capitolo finale, il trafficante d’armi è davanti alla corte per rispondere del reato di possesso di armi militari. Si dichiara innocente e viene stabilita la data del processo. Procuratore ed avvocato della difesa discutono sul possibile esito del processo, ma entrambi sono rassegnati al fatto che, qualsiasi cosa accada al trafficante, nulla cambierà nel mondo del crimine.

Il titolo del romanzo è ironico. Eddie Coyle non ha amici. Solo persone che lui usa e altre persone che, a sua volta, lo usano. L’abilità di Higgins sta proprio nell’uso del linguaggio di strada e in quel senso di tragedia shakespeariana che circonda Eddie Coyle nel racconto.

Molti autori famosi considereranno questo romanzo degno di essere elencato nei primi posti delle classifiche dei migliori libri del genere di sempre. Tra costoro due, uno scrittore e un regista cinematografico, che useranno il nome del trafficante d’armi in due loro opere, e che vi lascio indovinare chi siano. Questo trafficante nel romanzo di Higgins si chiama Jackie Brown…

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Gli amici di Eddie Coyle
5 Recensioni
Gli amici di Eddie Coyle
  • Higgins, George V. (Autore)

Articolo protocollato da Alex Stefani

Alex Stefani è nato e vive a Genova. Ha studiato all’Istituto Nautico e, dopo un periodo in Marina, ha lavorato nel settore navale, per conto di società multinazionali, ricoprendo diverse posizioni e con frequenti soggiorni all’estero. L’esordio come scrittore è con un romanzo noir ambientato a Genova ed intitolato “Il destino di Valeria”, pubblicato dalla Nuova Editrice Genovese. Il secondo romanzo, sempre stile noir con ambientazione genovese, si intitola “Camera 311 Hotel Fontane Marose” e viene pubblicato dai Fratelli Frilli di Genova, seguito da una ristampa. Seguono, sempre in stile noir, “Il mio mestiere sono i guai” stampato da Europa Edizioni, e “L’ultima notte”, edito da Pegasus Edition. Quest’ultimo ha vinto i primi premi nella categoria, ai Concorsi Golden Selection di Pegasus Edition e Città di Pontremoli. Oltre alla narrativa, Alex Stefani collabora con riviste tecniche nel settore navale ed ha pubblicato un testo in inglese sull’automazione delle navi, di cui ha curato l’edizione aggiornata che sarà pubblicata a fine 2020. Attualmente lavora come consulente marketing ed è docente presso l’Accademia della Marina Mercantile di Genova.

Alex Stefani ha scritto 12 articoli: