Freddo nelle ossa - Kathy Reichs

Kathy Reichs ci offre il suo ultimo romanzo che ha per protagonista l’antropologa forense Temperance Brennan, il cui titolo è “Freddo nelle ossa”, in uscita per Rizzoli, tradotto da Luisa Piussi e Isabella Zani. Gli avventori abituali del Thriller Cafè sono sicuramente avvezzi ai casi che la Brennan deve sbrogliare, casi che coinvolgono minuziose analisi di laboratorio, molta scienza forense, geniali scoperte derivate dal gusto per il dettaglio nella ricerca che parte dai reperti delle scene del crimine. Il tutto svolto a partire da ossa che vengono ritrovate sui luoghi del delitto, spesso ossa risalenti a crimini del passato. In questo romanzo, la nostra Tempe (come la soprannomina la Reichs) è invece più sul campo e meno in laboratorio e ne conosciamo l’altra veste (peraltro presente anche nei romanzi precedenti, seppur in misura limitata), quella di donna d’azione che sfodera una gran dose di coraggio.

C’è un serial killer che compie delitti a spasso per il North Carolina, dove Tempe vive e lavora e questi delitti hanno due caratteristiche essenziali: sono imitazioni di delitti precedenti e coinvolgono in qualche misura la vita personale della Brennan. Per riuscire a risolvere l’intricata situazione, la nostra investigatrice deve far ricorso non solo a Andrew Ryan, compagno della Brennan, che vive per lo più a Montreal (dove faceva parte della squadra investigativa della locale polizia e ora collabora come consulente esterno), ma anche a Erskine Sildell, detto affettuosamente Skinny, socio di Ryan ed ex agente della omicidi di Charlotte.

Reichs ci accompagna con la sua solità capacità di costruire un intreccio avvincente, che cuce una serie di percorsi differenti e li fa confluire in un finale rocambolesco che lascia il lettore senza fiato. Merito anche della bravura con la quale negli anni la scrittrice ha tratteggiato la figura della Brennan, personaggio affascinante e ricco di sfaccettature interessanti. Scienziata con il gusto dell’azione avventurosa e capace di condurre in prima persona indagini, ha una notevole capacità di introspezione e un enorme bagaglio culturale, riuscendo a districarsi nella Rust Belt della Carolina (la regione è chiamata così per via di un passato industriale che non ha lasciato troppa eredità intellettuale) con il piglio di un’accademica bostoniana. Il tutto associato a un compagno francofono che aumenta lo charme del personaggio.

Il tema portante della storia, fuori dalle vicende del forensic plot, è la situazione dei reduci dei conflitti in cui gli Stati Uniti sono intervenuti. Tornati in patria vivono spesso esistenze ai confini della società, marginali e marginalizzati, sovente con problemi psicologici ereditati dai teatri di guerra. Diventati un gruppo sociale importante dopo il conflitto del Vietnam (emblematica in questo senso la storia di Ron Kovic che Oliver Stone portò sul grande schermo, ma anche Cimino e Coppola hanno scritto in questo senso pagine memorabili), al giorno d’oggi sembrano non essere più d’attualità. Essendo oltretutto una minoranza non sono mai riusciti a incidere politicamente sulle vicende statunitensi. La stessa figlia Katy della Brennan, reduce dall’Afghanistan (anche l’ex marito Pete della Brennan ha servito nei marines), diventa protagonista ne “Il freddo nelle ossa”.

Il freddo per la Reichs non è quindi solo quello meteorologico dell’inverno (solitamente molto breve) della Carolina del Nord, che in questo caso ci regala anche qualche fiocco di neve, ma anche quello di chi non ha riconoscenza per chi ha servito il proprio paese e tornato a casa si trova abbandonato e fuori dai circuiti sociali tradizionali. C’è infatti da parte della scrittrice americana molta vicinanza per queste figure, vicinanza che va al di là della compassione e diventa quasi vero e proprio sostegno, perfino nelle situazioni più controverse. Anche perché molto spesso, sempre secondo l’autrice, chi serve nella polizia locale non ha invece la stessa dignità, ma abusa della divisa per fini assai poco nobili.

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Freddo nelle ossa
  • Editore: Rizzoli
  • Autore: Kathy Reichs , Isabella Zani , Luisa Piussi

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 142 articoli:

Libri della serie "Temperance Brennan"

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