Buongiorno! Oggi vi accogliamo qui, al bancone del Thriller Café, con cappelli a tesa larga e sottofondo di musica country, perché presentiamo l’ultimo libro dello scrittore texano Joe Robert Lansdale: Cronache dal Selvaggio West, edito da Einaudi. Il titolo è un po’ lontano dall’originale americano “Of mice and minestrone”, che fa il verso a un celebre romanzo di John Steinbeck, ma, come sempre accade in compagnia di Lansdale, vi posso assicurare che il divertimento non mancherà e che, una volta arrivati alla fine, ne vorrete ancora.

Si tratta di una raccolta di racconti dedicata alle origini di Hap & Leonard. La coppia è ormai leggendaria, ma forse vale la pena spendere due parole per chi non li conosce ancora: Hap Collins è un quarantenne che cerca di sopravvivere tra lavori non proprio entusiasmanti (dalla produzione di sedie di alluminio fino ai campi di rose) e storie d’amore non sempre felici. Da ragazzo è stato in prigione, per essersi rifiutato di combattere in Vietnam. A menare le mani è un fuoriclasse. Non cerca la violenza, ma spesso la violenza trova lui. Leonard Pine, invece, è un veterano del Vietnam dai rigidi valori repubblicani, ma è anche afroamericano e gay… e decisamente intollerante con i razzisti e gli omofobi. Anche lui sa il fatto suo in tema di arti marziali. I due vivono in una cittadina immaginaria del Texas Orientale, LaBorde, e conducono esistenze tutt’altro che noiose. Non sono dei detective convenzionali, ma si trovano sempre invischiati in situazioni complicate di crimini e violenze, che risolvono in modi rocamboleschi. Questi, in poche parole, sono Hap e Leonard, e questo è quello che potete aspettarvi dalle “Cronache dal Selvaggio West”.

I cinque racconti esplorano epoche precedenti del sodalizio di Hap & Leonard: ci troverete tanta azione ma anche una vena poetica. Ad esempio il primo racconto, “La cucina”, parla dell’infanzia di Hap e di una riunione familiare nella casa di sua nonna, in cui regnano i sapori e i profumi del vecchio Sud, dal pollo fritto nello strutto fino al tè Lipton, “che la maggior parte dei texani considerava il nettare degli dèi”.

Viene poi “Budino alla banana”, in cui il giovane Hap è un adolescente che lavora d’estate presso la stazione locale di Polizia, e si trova ad assistere a un torbido caso di violenza su una donna, circondata dal razzismo e del maschilismo di quell’epoca. Il finale, però, è diverso da come ve lo aspettereste…

Segue “Il Watering Shed”, un racconto in cui i due amici alle prime armi decidono di “andare a bere qualcosa” in una bettola in mezzo ai boschi, famosa per il suo proprietario che usa in modo disinvolto la mazza da baseball e il fucile a canne mozze e la clientela non proprio progressista. Se conoscete Leonard, saprete già come andrà a finire…

Sparring Partner” vede i nostri due texani alle prese con il mondo della boxe: per guadagnare qualche dollaro provano a fare gli sparring partner in una palestra malfamata, facendo scintille!

E infine “Il sabine era in piena”, che forse è il mio preferito di questo poker, perché ha un’atmosfera un po’ hemingwayana: Leonard è appena tornato dal Vietnam, dove ha vissuto orrori che gli tolgono il sonno, e Hap è reduce dalla galera, perché quella guerra non ha voluto farla. Vanno a pescare, e mentre i pesci non abboccano [come ahimè spesso accade anche a chi scrive questa recensione, n.d.r.], si raccontano i loro guai. “Ci sono persone con cui non parli per un paio d’anni, forse di più, ma appena le vedi ti sembra che abbiano lasciato la stanza solo un momento fa, e così era per me e Leonard”: sapete dare una descrizione migliore per una grande amicizia? Io no.

Insomma, come vi dicevo in apertura, con Lansdale non ci si annoia, perché sa come si racconta una bella storia. C’è l’azione. C’è l’umorismo. C’è uno stile di scrittura fatto di metafore mirabolanti. Miscelati con il divertimento, però, ci sono anche temi grandi e seri, affrontati senza retorica ma con grande umanità.

Dulcis in fundo, c’è anche una bonus track, perché Cronache dal Selvaggio West non è soltanto una raccolta di cinque racconti, ma anche un ricettario, che lo scrittore ha redatto in compagnia di sua figlia Casey Lansdale. Si comincia con una cosa semplice, “il tè ghiacciato di HC”, e poi si procede con altri manicaretti descritti nei racconti, come il “budino alla banana” di Leonard o l’“intruglio messicano di mamma”. Sono ricette per stomaci forti e coronarie impavide, leggendole si ha l’impressione di stare in cucina con un vecchio amico.

Per accompagnare la lettura vi consiglio un disco del Texas Trobadour, Ernest Tubb, anch’esso citato nel libro.

So long!

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Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: