Jeremy Benton, spia inglese molto in gamba, è morto, ucciso da un cartello della droga nella giungla colombiana; Fuentes, il suo informatore locale nonché più stretto collaboratore, è scomparso. Alla sede dei Servizi segreti britannici l’aria è a dir poco tesa, bisogna scoprire chi ha ucciso Benton e perché e soprattutto su cosa stesse indagando, perciò bisogna prima di tutto trovare Fuentes. A questo scopo è necessario inviare un agente altrettanto in gamba, uno con un addestramento militare, che sappia gestire situazioni ad alto rischio, che conosca lo spagnolo e la Colombia e soprattutto che sappia badare a se stesso: l’uomo giusto è Luke Carlton. Quando arriva nella terra in cui ha passato gran parte della sua infanzia, Luke Carlton è pronto, gasato, carico; quando se ne andrà sarà di animo totalmente diverso: la missione, infatti, va male, è una disfatta completa e Luke scampa alla morte violenta per un soffio: ha scoperto che Benton stava seguendo una pista legata a uno scambio tra la Colombia e un Paese asiatico di una merce destinata proprio al suo Paese, l’Inghilterra, che corre un pericolo imminente; per scoprirlo, però, si è fatto un nemico altrettanto pericoloso, Nelson Garcìa, El Pobrecito, uno dei peggiori narcotraficantes colombiani, il capo di uno dei cartelli più sanguinari. Tornato in patria, Luke dovrà scoprire quale pericolo minaccia Londra e dovrà affrontarlo direttamente, a viso aperto, mettendo a rischio anche la vita sua e di chi gli è vicino. Ma Luke, come se non bastasse, ha anche un altro nemico: il tempo.

Crisis vuole essere un thriller d’azione, una spy-story che tratta un argomento noto con piglio (troppo) sicuro. Il libro si lascia leggere senza particolari problemi, la storia fila via senza intoppi… Tuttavia, a lettura ultimata, sorgono non poche perplessità su questo libro che prometteva faville: in primis, proprio perché tratta un argomento inflazionato ed è impossibile non fare raffronti con  libri più celebri ed amati (giusto per citarne qualcuno, la trilogia di Art Keller di Winslow), questa storia avrebbe dovuto presentare margini di originalità che le permettessero di differenziarsi, di spiccare. Anche solo leggendo la trama, però, si può notare che non è così: questa storia è sempre, sempre, sempre prevedibile, in ogni momento si riesce a prevedere lo sviluppo successivo; se poi consideriamo che si tratta di un libro non brevissimo (544 pagine) la cosa non depone bene nel quadro complessivo: alla lunga ci si stanca di leggere qualcosa di cui già si immagina la fine. Se a una prosa senza guizzi aggiungiamo una certa lentezza che affligge buona parte del libro (la vera tensione decolla solo nell’ultimo quarto), beh, è un po’ difficile dare una valutazione del tutto positiva. E dire che la lentezza in una spy-story non è necessariamente un elemento negativo, basta saper accrescere debitamente la tensione (come fa, per esempio, Terry Hayes in Pilgrim, dove 890 pagine volano via pur senza ritmi vertiginosi).

Inoltre, come apprendiamo dalla biografia, l’autore è un esperto di sicurezza nazionale e un inviato di guerra, cosa che avrebbe dovuto rappresentare un plus, ma che invece non traspare dalle pagine piene di luoghi comuni e cose già lette/viste…  Altra mancata occasione: i personaggi, in particolare il protagonista, non sono sufficientemente caratterizzati. Di Luke Carlton, il fulcro dell’azione e delle emozioni della storia, sappiamo lo stretto indispensabile, notizie frammentate sull’infanzia, poco approfondimento sul passato se non informazioni fuggevoli che non si stabilizzano nella mente di chi legge; manca quasi del tutto l’analisi psicologica… lo stesso dicasi per la controparte colombiana o per gli altri membri dei servizi: sappiamo qualcosina di tutti, ma non basta per empatizzare, per crearsi una mappa mentale, per spingersi a leggere.

In sintesi, il (grande) problema di questo libro è che non ha nessun punto di forza: sì, si fa leggere, sì, è lineare, ma una spy-story, un thriller d’azione, non può essere solo lineare: deve stupire, catturare, emozionare!

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Crisis
  • Gardner, Frank (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

Rossella Lazzari ha scritto 166 articoli: