HRF KeatingProseguiamo oggi con il racconto di H.R.F. Keating, “Credete ai fantasmi?” iniziato la settimana scorsa. C’eravamo lasciati con Bob Bridges sul punto di cominciare a narrare…

***

Era la vigilia di Natale, pochi anni prima della fine del secolo e attorno a Helston Manor la neve giaceva bianca e profonda. Nel cuore della grande sala erano state raccolte sei anime.

Innanzitutto, c’era il Signore della villa. Signore, in effetti, ma ridotto dal rigore finanziario a diventare alla mezz’età uno studente di medicina. Alla luce del fuoco egli guardava colei che era sua sposa da sei settimane, che chiameremo Julia, figlia del capo di una grande società di – per così dire – fabbricanti di pillole. Poi vi era un’anziana vicina, Lady Mortmain, seduta accanto al nipote James e a sua moglie, Alice. Di fronte a Julia nel semicerchio attorno al fuoco sedeva il baccelliere vicario della parrocchia, il reverendo Montague South.

Fu lui che ruppe il lungo silenzio. “E stiamo allora per vedere il tanto temuto fantasma di Helston Manor stasera?” domandò. “La Vigilia di Natale, credo, è l’unico giorno dell’anno in cui si dice appaia.”

“Oh, no. Spero di no,” esclamò Julia. “Il mio caro marito mi ha raccontato quella terribile storia solo ieri, di come nella nostra camera da letto cammini, a mezzanotte, la figura di una signora vestita di bianco, e di come, se ci dovesse essere qualcuno, uomo o donna, da soli, si appoggerebbe su di loro e li bacerebbe in fronte. Un bacio freddo. E la mattina verrebbero trovati morti, il marchio bianco del ghiaccio ancora lì dove è stato collocato. No, davvero non lo posso sopportare”.

Suo marito rise. “Mia cara moglie”, disse, “forse ho sbagliato a narrarti la storia. Ma che terribile destino si dice si sia realizzato in questa casa non una ma due volte nel corso degli anni! E ho pensato che sarebbe stato meglio se tu l’avessi saputo. Tuttavia, poiché sarò al tuo fianco per tutta la notte, puoi dormire tranquilla come un bambino. Ricorda che è solo l’anima solitaria che questo fantasma può toccare con quel freddo bacio”.

“Come pastore”, intervenne South “non posso accogliere favorevolmente questi racconti di orchi e ghouls”. Si fermò per un momento, guardò le vecchie pietre da lastricato ai suoi piedi. “Tuttavia…” disse.
E non aggiunse altro.

In quel momento, alla fine della larga sala dominata dall’oscurità, proprio accanto alla luce tremolante dell’alto albero di Natale con la sua gamma di piccole candele accese, una porta si aprì. Sotto la grande collana di vischio appeso ogni anno all’architrave, si stagliò un antico servo di famiglia, vestito di nero, curvo e coi capelli d’argento.

Lentamente, come un coleottero nero brillante, si fece strada lungo la camera immensa in cui il suo padrone sedeva. Nessuno parlò, anche se nessuno di essi avrebbe potuto dire il motivo per cui si sentivano obbligati a restare in silenzio, mentre il vecchio servo avanzava verso di loro.

Alla fine, giunse a pochi piedi dalla sedia del suo padrone. “Signore, c’è un messaggio.”

“Un messaggio? A quest’ora di notte? La vigilia di Natale? Chi mai mi invia un messaggio adesso?”

Il vecchio servo non rispose, ma consegnò al suo padrone un foglio di carta piegato, che sembrava essere stato maneggiato a lungo. Lui lo aprì, poi lo orientò verso il fuoco per ottenere una luce migliore. Ma, evidentemente, quando ebbe letto le poche parole che sembravano essere scritte sul foglio, restò seduto senza dir nulla.

“Mio caro, cosa c’è?” chiese infine la sua giovane moglie.

Si umettò il labbro. “Nulla. No. No, mia cara. Ho davvero paura che ci sia qualcosa. Una questione, a quanto pare, di vita o di morte, e devo uscire immediatamente”.

Tutti i presenti videro la paura improvvisa sul giovane volto di Julia.

“Dovrei veramente uscire subito” balbettò il marito. “E’ dannatamente urgente. Vorrei potervi spiegare, ma la verità è che non c’è tempo”. Balzò dalla sua sedia, poi si avvicinò rapidamente a sua moglie, le depose un bacio sulla sua guancia e, prima che qualcuno potesse fermarlo, svanì.

Gli ospiti restarono seduti in silenzio per più di un minuto, stupiti e confusi. Quando il vicario ebbe pensato di chiamare il servo per chiedere chi avesse portato il messaggio, il vecchio era già sgattaiolato, come un coleottero, fuori dalla porta.

Allora Julia parlò, con una risata un po’ forzata che avrebbe potuto essere un mezzo singhiozzo. “Così dovrò dormire da sola in quella stanza stasera. Nella notte di Natale”.

“Ora, sono sicuro che non ci sia nulla di cui preoccuparsi,” la rassicurò Mr. South.

“Certo che no,” aggiunse Lady Mortmain rapidamente. “Non sei veramente preoccupata, mia cara. Non è così?”

“No, no. Perché dovrei essere preoccupata? Nessuno oggi crede ai fantasmi. Ditemi, ditemi la verità, ciascuno di voi. Credete ai fantasmi?”

Quindi, uno per uno, ciascuno degli altri assicurò solennemente a Julia, con più o meno parole, che naturalmente non credevano ai fantasmi.

“Molto bene”, disse lei quando l’appello fu concluso. “Allora credo che andrò a letto, se mi scusate. Improvvisamente mi sento molto stanca”.

Si alzarono tutti dalle loro sedie. Qualcuno chiese a Julia se volesse qualcosa di caldo da bere. Il vecchio Mr. South domandò se ci fosse una camera da letto libera nella casa. Non c’era. L’uomo sembrò per un attimo un po’ turbato, ma poi, raddrizzate di colpo le spalle cadenti e borbottato un “No, no”, seguì Julia.

Ma fu Lady Mortmain che, anche se non aveva mostrato alcun particolare segno di ansia al caminetto, all’avvicinarsi della mezzanotte sentì l’urgenza di strisciare fuori dalla sua stanza lungo gli ampi corridoi ricoperti di rovere della vecchia casa, fino a che raggiunse la porta della camera in cui Julia avrebbe dovuto stare dormendo profondamente.

Picchiettò delicatamente alla porta. E fu ricompensata col sentire un piccolo grido di sgomento.

Entrò subito.

“Non dorme, mia cara?” chiese. “Avevo paura. Giacere da sola in quel letto in questa notte di tutte le notti è davvero troppo provante per i nervi. Tuttavia, trovo che il mio letto sia abbastanza grande per due, e insisto affinché veniate a condividerlo con me. Suo marito mi ha detto solo l’altro giorno che il suo cuore non è quello che i medici vorrebbero che fosse. Qualsiasi improvvisa apparizione, che sia un fantasma o anche solo un pipistrello nella canna fumaria, potrebbe portare a uno svenimento. Oppure a qualcosa di ancora più grave “.

Julia avanzò delle proteste. Ma non c’era cuore in esse. Tuttavia, non era destino che si addormentasse subito accanto alla gentile Lady Mortmain. Mentre si avvicinano alla camera delle signore, si aprì una porta sul lato opposto e James, il nipote di Lady Mortmain, mise fuori la testa.

“Pensavo di aver sentito delle voci”, disse.

Lady Mortmain, coprendo Julia, che indossava solo la vestaglia da notte, nella stanza spiegò brevemente ciò che era accaduto quando si era recata alla famosa camera stregata.

James si ritirò in camera sua. Lì, rispondendo alle richieste della moglie, spiegò ciò che era avvenuto.

“E sai cosa farò?” concluse. “Ho intenzione di trascorrere il resto della notte al posto di Julia, in quella stanza. Non è ancora mezzanotte, ma quando sarà, vedrò quel che vedrò.”

Sua moglie (erano sposati da due o tre anni) si mise a ridere. “E se dovessi avvicinarmi a quella porta”, ha detto, “Dovrei sentire quello che dovrei sentire. Il suono del tuo russare”.

Così, nella camera infestata, avvolto sotto le coperte di Julia, James era più che determinato a restare sveglio. Abbastanza presto i dodici colpi di mezzanotte suonarono tra i vorticosi fiocchi di neve della notte dall’orologio posto oltre le scuderie.

Come il suono si attenuò, una delle porte di un grande e vecchio armoire nell’estremo angolo della camera si aprì con un lento cigolio. James, la testa quasi sepolta sotto le coperte, scrutò in quella direzione.

Una figura fluttuante in bianco sembrava avvicinarsi lentamente.

James diventò rigido come una sbarra di ferro.

Che sia davvero… Esistono, esistono davvero cose come i fantasmi? La figura arrivò al capezzale. Tirò il cuscino accanto alla testa di James, facendolo volare via. James si fece ancora più piccolo sotto le coperte. Nel profondo buio della vecchia e grande sala, la figura si piegò verso di lui.

Quindi lui sentì sulla sua fronte pallida, l’unica parte di se stesso che fosse sporgente, un improvviso tocco di ghiaccio. Un momento dopo il cuscino gli calò sulla testa, pesante come un sacco pieno. E lo portò immediatamente alla vita.

Egli si alzò, le mani che abbrancavano l’aria. E un attimo dopo trovò che la sua mano destra aveva afferrato più che l’aria. In essa – sapeva che era così – c’era un piccolo pezzo di ghiaccio.

Ora il suo cervello era veramente attivo.

Ghiaccio? Un piccolo pezzo di ghiaccio freddo. Non poteva essere altro che realtà. Realtà da qualche parte di fuori, in questa fredda, fredda notte. Realtà da qualche posto. E fu fuori dal letto, inciampando verso quel vecchio armoire in cui la figura in bianco stava scivolando via. Non fu abbastanza veloce nel buio a cogliere la figura in fuga. Ma, con la testa dentro l’armoire, sentì, da ciò che sembrava essere una profonda e stretta scala a chiocciola che dal suo fondo correva verso il basso, il suono di passi rimbombanti.

“E questa,” disse Bob Bridges, “è davvero la fine della mia ghost story per la notte di Natale, che, come ho detto, forse è stato solo una sorta di storia di fantasmi. L’uomo che aveva cercato di attentare alla vita della sua ricca moglie fu, naturalmente, arrestato. Ma egli non fu riconosciuto colpevole di tentato omicidio. In tribunale si parlò di uno scherzo macabro. Così trascorse solo poco tempo in carcere”.

“E pensare che tutto ciò è accaduto in questa casa!” rabbrividì Marilyn. “Ma sono contenta che sia stato tanti anni fa. Quando ha detto, Bob, la vigilia di Natale, pochi anni prima della fine del secolo?”

“Beh, sì, ho fatto iniziare il mio racconto così. Sembrava adeguato per una ghost story. Ma, sapete, nel corso degli anni il secolo è cambiato un buon numero di volte. Una poco tempo fa. Siamo appena emersi dal ventesimo secolo, dopo tutto. ”

“Vuole dire…? Significa veramente l’uomo che ha cercato di fare quello scherzo col ghiaccio… Ehi, immagino che quel pezzo di ghiaccio fosse appena venuto fuori da un congelatore del ventesimo secolo. Sta dicendo che l’uomo è fuori dal carcere in questo momento?”

“Certo.”

Poi, nella luce del caminetto, Marilyn saltò in piedi.

“Adam”, disse. “Dove è Adam?”

***

Il racconto termina qui. Come la giudicate, questa prova di Keating?

Rights: racconto tratto da Strand Magazine.
Traduzione (zoppicante) di Giuseppe Pastore.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1641 articoli: