Giancarlo Narciso, scrittore poliedrico e grande viaggiatore, ci regala un’antologia: “Come d’Arco scocca”, pubblicata con la “sua” Border Fiction (collana “Nervi”), casa editrice di cui è appassionato animatore da tempo. Milanese di nascita e formazione, Narciso vive oggi a Riva del Garda (al netto di qualche salgariana incursione in Indonesia) e proprio all’Alto Garda dedica questa sua antologia, perché l’arco da cui scocca è sì l’arco che lancia la freccia, ma è anche l’Arco comune affacciato sulla sponda Nord del Lago di Garda, la cui rocca domina la piana sottostante ed è protagonista di quasi tutti i racconti dell’antologia. All’antologia hanno fornito i loro contributi 12 autori italiani contemporanei, tra i più importanti autori di gialli e thriller storici.

E, nel suo complesso, l’antologia è proprio un viaggio nella Storia, partendo dall’anno 1253, fino al 1944, che ci racconta una serie di episodi avvenuti all’ombra o nelle vicinanze della rocca di Arco e vuole essere un omaggio a questo paesaggio unico e a questo ambiente meraviglioso che alla foce del Sarca, in una piana dal clima temperato dominata dagli ulivi, apre lo sguardo alla vista del Lago. Episodi frutto di una ricostruzione storica accurata, che ci permettono di fare un veloce viaggio nel tempo e ci affascinano fin dall’inizio. L’effetto è quello di farci percepire un duplice aspetto. Da un lato, il castello diventa il “testimone” di avvenimenti che nella loro manifestazione esteriore hanno segnato il procedere della Storia, il susseguirsi di abitudini differenti, di stili di vita che cambiano. Dall’altro, però, ci sono degli invarianti che rimangono immutati nella Storia: i meccanismi di fondo dei delitti, inscritti nel profondo nell’animo umano e presenti nel corso dei secoli.

Si passa così, dagli albori della scienza medica, laddove cura, stregoneria, magia e alchimia si mescolano in un crogiuolo di misteri, al fascino dell’epica cavalleresca, agli intrighi delle corti rinascimentali che ospitavano artisti di fama internazionale. Numerosi sono i racconti che svelano le contese interne alla Chiesa, in epoche nelle quali non era affatto netta la separazione tra potere spirituale e temporale. Fino alle vicende ambientate in tempi più moderni, dove le guerre somigliano sempre più a quelle che si combattono oggi e dove molto spesso si parla del passato con un occhio al presente (questo in realtà è vero anche per i racconti ambientati in epoche più remote e vale per tutti i romanzi storici).

Alcuni altri temi ricorrenti possono essere citati e forniscono una sorta di caratterizzazione di questa antologia. Il tema femminile. Non solo perché diverse tra le scrittrici dell’antologia sono donne, ma probabilmente anche perché fare un viaggio nella Storia osservando in qualche misura la condizione femminile può più di altri elementi dare il senso dello scorrere del tempo. Si parla quindi speso di segregazione, di accuse di stregoneria, di marginalità. Altro tema ricorrente è senza dubbio la guerra. Non solo perché gli ultimi racconti sono ambientati nel corso delle due guerre mondiali, ma perché già in origine il Castello di Arco doveva avere una funzione eminentemente difensiva. In questo caso, più che percepire lo scorrere del tempo, la guerra ci aiuta a fotografare gli aspetti più deteriori e immutabili degli essere umani.

La brevità dello spazio concesso a ciascun autore non permette ovviamente lo sviluppo di intrecci troppo sofisticati, ma nonostante questo va detto che le storie raccontate sono ben strutturate e riescono a essere avvincenti. In definitiva, direi un esperimento riuscito. Anche perché, pur nella differenza degli stili e dei caratteri dei narratori, il libro ha una sua organicità e alcuni fili rossi (talvolta esplicitati con stratagemmi narrativi) che ne permettono di cogliere una fisionomia unitaria.

Racconti di: Maurilio Barozzi, Andrea Carlo Cappi, Alfredo Colitto, Patrizia Debicke, Leonardo Gori, Giulio Leoni, Gian Luca Margheriti, Giancarlo NarcisoPierluigi Porazzi, Renzo Saffi, Claudia Salvatori, Giada Trebeschi.

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Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

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