Alla fine del viaggio - Antonio FuscoApprodato a giugno 2019 nelle librerie italiane, quest’oggi per gli amici del Thriller Café recensiamo l’ultima opera scaturita dalla magistrale penna di Antonio Fusco.
Alla fine del viaggio è l’ultima avventura dell’ormai amatissimo commissario Tommaso Casabona, a capo della squadra mobile del fittizio comune toscano di Valdenza.
Dopo Ogni giorno ha il suo male, La pietà dell’acqua, Il metodo della fenice e Le vite parallele, questo quinto episodio delle vicende del Commissario Casabona non deludono affatto le ormai alte aspettative dei lettori accaniti ed affezionati, regalandoci una nuova esperienza di livello alto, come ormai il Fusco ha saputo abituarci.
La storia si dipana come sempre nel borgo toscano di Valdenza, durante la notte della vigilia della festa patronale di San Jacopo, durante la quale un uomo su una sedia a rotelle, inspiegabilmente, viene travolto da un Freccia Rossa sulle rotaie.
La città è in festa è pronta a regalarsi il meritato riposo per le ferie estive, la calura la fa da padrone e la squadra mobile dovrà rimboccarsi le maniche per risolvere un caso più complesso del previsto.
Chi è la vittima? Si tratta solo di un incidente? Come ci è arrivata in cima alla collina dove sono posizionate le rotaie? Queste e molte altre domande arrovelleranno le menti di Casabona e dei suoi azzeccatissimi collaboratori che, a onor del vero, in questo romanzo rimangono più nell’ombra, lasciando l’azione e l’indagine nelle mani del loro amato e stimato leader, offrendo un romanzo sempre meno noir è sempre più giallo.
Protagonista dell’intera storia, però, è senza dubbio la solitudine.
Casabona è rimasto ormai solo, la moglie si è allontanata del tutto, i figli vivono all’estero, e il nostro commissario passa le sue notti nello stanzino in Questura adibito alle soste notturne. È la sua palpabile solitudine che fa da sfondo a una vicenda triste, che sfiora temi difficili, sensazioni che suscitano anche quel timore atavico insito in ciascuno di noi, che sposta più di una volta il punto di vista da ciò che è giusto a ciò che è lecito.
Come sempre, nei lavori di Fusco, la verità sembra sempre dietro l’angolo, per poi sparire una volta affacciatisi oltre di esso. La verità è sempre difficile da raggiungere, anche se nascosta in bella vista sotto i raggi di quel sole di fine luglio che irradia i nostri personaggi e la nostra storia, cercando di penetrare la matassa complessa e ingarbugliata che è la trama di questo romanzo, che sorprenderà in più di un’occasione fino a quel finale inaspettato, forse affrettato, ma che chiarisce quasi tutti gli aspetti della vicenda.
E’ infatti un giallo che avvince da subito, con un ritmo serrato e senza pause inutili, ma che scivola su una macroscopica dimenticanza nella risoluzione finale del caso, che lascia quel pizzico di amaro in bocca al lettore più esigente e preciso, il quale comunque, siamo seri, la propria idea su quel particolare aspetto l’aveva formulata già molte pagine prima.
Fortunatamente la prosa meravigliosamente scorrevole, la trama fitta e ben costruita, le ottime vette letterarie che ogni tanto esaltano il palato e la mente del lettore che ama la bella scrittura e una quantità ridotta di pagine, fanno sì che questo romanzo meriti di essere letto, anche sotto l’ombrellone, rimanendo un’altra ottima dimostrazione del livello alto raggiunto da quest’autore e dalle sue storie.

Articolo protocollato da Nicola Agrelli

Leggo da che ho memoria e forse anche prima di allora. Lettore appassionato di gialli, noir e thriller, alla luce del sole sono un giovanissimo avvocato penalista, ma di notte mi immergo nelle pagine dei libri, divorandoli. Passione che condivido con la mia metà, perché leggere insieme è una dolcissima espressione della condivisione.

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