Assalto a Villa del Lieto Tramonto di Minna LindgrenCon ritmo insolitamente serrato, tenendo conto che stiamo parlando di tre ultra-novantenni, Sonzogno con Assalto a Villa del Lieto Tramonto completa la trilogia di Helsinki firmata da Minna Lindgren e chi ha amato le insolite indagini delle tre vecchiette potrà finalmente esibire sugli scaffali la raccolta completa delle loro gesta.

E credo che “insolite” sia un aggettivo che ben si adatta a questo trio di storie, insieme a “originali”: Minna Lindgren, attraverso la narrazione delle avventure delle sue tre vecchiette, è riuscita a discostarsi da buona parte del giallo contemporaneo, vuoi per la scelta delle protagoniste e delle tematiche affrontate, vuoi per il misto di garbo, humor e ironia che caratterizza il suo stile.

E, in aggiunta a quanto già detto, l’autrice prosegue anche in Assalto a Villa del Lieto Tramonto quella sua sottile ma sempre presente opera di critica al welfare finlandese che già appariva in Fuga da Villa del Lieto Tramonto e che in generale spunta in molti suoi scritti.
Sotto mira questa volta è la tecnologia, elemento che la Finlandia, ben più di tante altre nazioni, ha saputo abbracciare, favorire e impiegare anche a livello sociale.

Ma evidentemente non tutto fila sempre liscio nel rapporto fra umano e robotico, come scoprono le tre protagoniste del romanzo. Uscito in lingua originale nel 2015 con il titolo di Ehtoolehdon tuho, Assalto a Villa del Lieto Tramonto viene pubblicato in Italia con la traduzione di Irene Sorrentino e la bella copertina (e mappa interna di Helsinki) realizzata da Valentina Cinetto: cerchiamo ora di scoprire qualche elemento della trama.

Villa del Lieto Tramonto è cambiata, improvvisamente e drasticamente, e il cambiamento non sembra convincere la gran parte degli ospiti della casa di riposo, in prima linea Siiri, Irma e Anna-Liisa, le tre simpatiche vecchiette protagoniste di passate “indagini”. L’ospizio impiega ora un avveniristico progetto di teleassistenza che, combinato con le più recenti soluzioni della domotica, ha permesso alla direzione di fare a meno del personale umano.

Ci sono quindi frigoriferi parlanti che ricordano gli alimenti che mancano al loro interno, robottini da compagnia pronti a intrattenere gli anziani e vari altri prodigi della tecnologia. Che tanto prodigi non sembrano, pronti come sono a incepparsi, ripetere all’infinito le stesse frasi e in generale scombussolare ritmi e abitudini, disturbando i residenti dell’ospizio.

Sparito il personale umano, compaiono però alcuni misteriosi volontari che sembrano più che altro ben disposti a raccogliere parecchio denaro attraverso donazioni, senza migliorare le condizioni degli arzilli vecchietti. Toccherà ancora una volta a Siiri, Irma e Anna-Liisa far luce sulla faccenda, in un giallo-commedia che con tatto, gentilezza e acuta ironia sembra volerci dire che la tecnologia non sempre equivale a progresso e non si traduce automaticamente in benessere.

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Articolo protocollato da Elvezio Sciallis

Elvezio Sciallis è stato uno dei più attenti e profondi conoscitori di narrativa e cinema di genere horror. Ha collaborato per molti anni con La Tela Nera e con Thriller Café prima della sua tragica scomparsa nel maggio 2019.

Elvezio Sciallis ha scritto 242 articoli: