The Fireman, l’isola della salvezza di Joe HillCon mossa che non possiamo non avvertire come cinica, Sperling & Kupfer ha spezzato in due il quarto romanzo di Joe Hill, The Fireman e, dopo averci proposto la prima parte appena due mesi fa, porta ora in libreria la seconda, intitolata The Fireman, l’isola della salvezza.

L’operazione è stata tutto sommato semplice da eseguire, vuoi per la lunghezza del volume, che in originale supera abbondantemente le settecento pagine, vuoi per la scrittura di Joe Hill, ben strutturata e divisa in atti che facilitano il passaggio dalla pandemia alla distopia.
Può forse sorprendere un po’ il fatto che le date di uscita dei due volumi siano così ravvicinate, ma è probabile che l’editore stia cercando di aggiungere al traino di un nome ormai relativamente ben noto anche quello delle sempre più vicine festività natalizie.

Pandemia e distopia, dicevamo, e se nel primo volume, The Fireman, l’uomo del fuoco, abbiamo assistito alla diffusione del mortale fungo parassita, il Trichophyton draco incendiarius, in grado di portare alla morte per autocombustione, ora tocca a una svolta piuttosto comune a questo tipo di storie.

Si passa dalla fase della terribile azione distruttiva del parassita a quella del classico viaggio della speranza, contornato di figure più o meno salvifiche, più o meno misteriose e/o aggressive, nella speranza di raggiungere un luogo sicuro, nel quale l’umanità possa reagire all’ennesimo pericolo mortale, rifondando la società.
Cerchiamo di fornire qualche dettaglio di The Fireman, l’isola della salvezza.

Il Trichophyton draco incendiarius, letale fungo parassita dell’uomo, in grado di portare alla morte per autocombustione e ribattezzato Scaglia di Drago, si è diffuso con velocità e come una moderna peste per il nuovo millennio, ha decimato la popolazione, lasciando i pochi sopravvissuti in balia di un destino incerto.

Harper, l’infermiera che abbiamo conosciuto nel primo volume, è incinta e, nel tentativo di salvare il figlio che porta in grembo, si è messa in cammino, nella speranza di raggiungere un’isola che potrebbe rappresentare la salvezza. Ad accompagnarla attraverso un Paese irriconoscibile e impazzito, abitato da comunità che non sempre sono quello che sembrano, da gruppi di orfani sbandati, cacciatori privi di scrupoli e ogni tipo di soggetto e strane figure, c’è il Pompiere, un misterioso eroe solitario che ha sviluppato poteri straordinari.

Armato di una pesante sbarra uncinata e coperto da una giacca da vigile del fuoco, John Rockwood, questo il vero nome dell’eroe, è in grado di controllare le fiamme, riuscendo così a proteggere i superstiti che condividono con lui parti del viaggio. Un viaggio che si rivela allucinante e terrorizzante, durante il quale verrà scoperto un diario ricco di particolari e rivelazioni riguardanti la Scaglia di Drago, un viaggio che porta alla luce il peggio dell’umanità ma anche il suo lato migliore, nella speranza che l’amore riesca ancora una volta a salvarci.

La figura dell’eroe, la donna incinta che reca la promessa di una nuova vita, il tomo del sapere che permette di conoscere meglio la minaccia, un lontano Eden che potrebbe ospitare una nuova umanità, il viaggio costellato di momenti di ogni tipo…
Sono tutti elementi che abbiamo già visto molte volte in questo tipo di narrativa, un genere nel quale l’originalità è difficile da trovare, e tutto sommato è probabilmente stupido cercarla.

C’è in The Fireman, l’isola della salvezza più di una somiglianza con L’ombra dello scorpione di Stephen King, padre di Joe Hill, ma anche sufficienti differenze, nella materia narrata così come nello stile, da garantire interessanti ore di lettura ai fan di pandemie e distopie.

Chissà cosa avrebbe pensato King, nel vedere L’ombra dello scorpione spezzato e pubblicato in due volumi. Ma d’altra parte è anche vero che dopo alcuni anni il testo fu ripubblicato con alcune parti in più, che l’autore aveva lasciato fuori in occasione della prima pubblicazione…

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The Fireman l'isola della salvezza
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Articolo protocollato da Elvezio Sciallis

Elvezio Sciallis è stato uno dei più attenti e profondi conoscitori di narrativa e cinema di genere horror. Ha collaborato per molti anni con La Tela Nera e con Thriller Café prima della sua tragica scomparsa nel maggio 2019.

Elvezio Sciallis ha scritto 245 articoli: