“Nei casi di femminicidio il colpevole più probabile è sempre il partner, ma in questo caso …”.
In questo caso bisogna ascoltare la natura, interrogare gli elementi e lasciarsi andare a pratiche antiche come la lettura dei tarocchi. Ovviamente il metodo della squadra della questura di Milano, detta “desbruja’ rugne”, è più tradizionale per cui, quando dal Seveso in piena emerge un polpaccio umano, l’ispettore Annalisa Consolati ed i suoi effettuano sopralluoghi, ascoltano le persone informate sui fatti ed aspettano gli esiti autoptici.
Ma Annalisa vive con Minerva la saggia, che è meno concreta di lei, e con un padre in preda ad un decadimento senile per cui inventa happy end per qualsiasi film, opera lirica o documentario veda (e se ne autoproclama sempre artefice). Delizioso. “Ammetterai che gli effetti della sua malattia sono a loro modo invidiabili”.
Il polpaccio esige una buona dose di cultura extra investigativa, visto che riporta un peculiare tatuaggio: un tratto dell’albero sephirotico, e questa caratteristica ne fa individuare l’identità del cadavere depezzato a cui apparteneva.
La squadra è ben assortita: Caterina Cederna si aggira nel fango in tacco 12 e gonna zebrata, mentre Vilnev Rosaspina, aspirante profiler, resta folgorato da una testimone come un principiante emozionale.
La vicenda è una di quelle storie di provincia che ora vanno molto di moda: una storia piccola, quasi da pendolari, nella banlieu martoriata dall’inquinamento prodotto dai suoi stessi abitanti, dove gli scarichi “abusivi censiti dalla magistratura sono più di mille eppure mai individuati né perseguiti”.
La protagonista è dura e spiccia come lo sono le ispettrici letterarie, più o meno tutte. Qual è allora il lato originale? Il suo aiutante occulto. Ecco, lui è un personaggio peculiare e ben tratteggiato: un informatore, che si divide tra il ruolo di investigatore privato e quello di gigolo’, e spesso ne mischia vezzi e virtù. Ci sa fare davvero perché tutti lo amano e con lui si confidano. Il suo immenso pregio è di sapersi godere la vita, di divertirsi dove altri si incupiscono, come nelle realtà parallele del vecchio Patrizio, dove in futuro loro saranno Danny Wilde e Lord Sinclair, i due a cui stare attenti.
Ma chi è l’assassino?
Beh, che domanda, ovviamente il marocchino, contro cui milita ogni evidenza (vi ricordate il film La giusta distanza?). Ha i suoi “cadaveri nell’armadio”, ma nega esserci pure quello di Lea…
Mente?
La risposta al Seveso….

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Sotto scorre il fiume
  • Sironi, Paola (Autore)

Articolo protocollato da Alessia Sorgato

Alessia Sorgato, classe 1968, giornalista pubblicista e avvocato cassazionista. Si occupa di soggetti deboli, ossia di difesa di vittime, soprattutto di reati endo-famigliari e in tema ha scritto 12 libri tra cui Giù le mani dalle donne per Mondadori. Legge e recensisce gialli (e di alcuni effettua revisione giuridica così da risparmiarsi qualche licenza dello scrittore) perché almeno li, a volte, si fa giustizia.

Alessia Sorgato ha scritto 121 articoli: