Questo nuovo giallo medievale di Fausto Tanzarella (che siamo onorati di avere tra i nostri collaboratori) è il quinto di quella che l’autore definisce la “Serie gotica di Siena”. Tuttavia pur essendo l’ultimo, in un certo senso possiamo considerarlo il primo, perché è ambientato in un tempo anteriore rispetto agli altri, il che ne rende agevole e piacevole la lettura anche a chi non abbia letto i precedenti. Protagonista è ancora l’avvocato criminalista Bernardino Cristofori, indagatore di delitti e malefici,  assistito dal suo allievo e amico Jacopo, che è la voce narrante della storia. Siamo a Siena, nel 1342, da oltre cinquant’anni la Repubblica Senese è retta dal governo dei Nove, espressione dei ceti più dinamici della città, artigiani, mercanti, banchieri, che ha allontanato dal potere le famiglie patrizie, storicamente causa di continui disordini per gli odi feroci che le dividevano. Grazie ai Nove, per tutta la prima metà del ‘300, la città ha conosciuto prosperità economica, sicurezza dei confini e si è arricchita di quelle splendide opere e monumenti che ancor oggi la rendono meravigliosa, come la piazza del Campo e la Torre del Mangia. I Nove si sono a lungo impegnati a sedare le antiche faide che ancora contrapponevano l’una all’altra le famiglie patrizie, con frequenti scontri armati e uccisioni. L’opera è a buon punto: pacificati ormai anche gli storici nemici Salimbeni e Tolomei, resta da porre tregua tra Mazenghi e Guastelloni. Anche la trattativa tra queste due casate è quasi conclusa e il sogno di una Siena del tutto pacificata è vicino a realizzarsi, ma un evento delittuoso viene improvvisamente a dissolverlo: il patriarca dei Mazenghi, Anselmo il Vecchio, muore dopo aver bevuto vino avvelenato. Per la sua agguerrita famiglia non ci sono dubbi: l’assassino è Giorgio, capo dei Guastelloni, che aveva appena incontrato Anselmo per definire la tanto attesa tregua. Insieme avevano bevuto vino: non può che essere lui l’avvelenatore. L’odio si riaccende, tornano in campo le armi, la pacificazione sembra irrimediabilmente compromessa.

Ma Giorgio Guastelloni è davvero colpevole? L’avvocato Bernardino Cristofori, esperto criminalista, è convinto di no, perché conosce una verità che gli altri ignorano. E proprio alle sue capacità di indagatore si rivolgono i Nove per far luce sull’oscura vicenda. Prende quindi avvio una complessa, rischiosa indagine, che dovrà far luce anche su altri delitti che si aggiungeranno al primo, una scia di sangue segnata dalla strategia di una mente deviata ma geniale.

Lungo il racconto si delinea sempre più la singolare personalità di Bernardino: è un giurista ma la sua sete di conoscenza e la naturale vocazione a investigare su delitti di sangue lo hanno spinto anche a studiare a fondo l’anatomia umana e la medicina in generale. Ci troviamo quindi di fronte a  una sorta di pioniere della moderna criminologia, che riesce ad utilizzare le limitate nozioni dell’epoca per costruire una vera e propria teoria della scena del crimine. In pieno Medioevo, osservando il cadavere, l’indagatore Cristofori sa stabilire quando, come e dove la vittima è stata uccisa e mediante quale tipo di arma; in base alla posizione e alla profondità dei colpi inferti è in grado anche di ipotizzare le caratteristiche fisiche dell’omicida. Ma a parte questo le armi migliori di Bernardino restano quelle di cui è dotato naturalmente ogni vero investigatore, a qualunque tempo o Paese appartenga: capacità di osservazione analitica dei fatti, profonda conoscenza dell’animo umano, intuito. Altri assi nella manica di Bernardino sono l’aiuto del coraggioso e intraprendente Jacopo e le competenze scientifiche di Giuditta, una bella alchimista ebrea esperta di veleni, con la quale l’avvocato intreccia un’appassionata storia d’amore, purtroppo clandestina, perché sia la Chiesa che lo Stato in quel tempo non ammettevano che il sangue cristiano potesse mischiarsi a sangue giudeo.  

Saranno molti i pericoli e le avventure che i tre, indagando, dovranno affrontare, mettendo anche a rischio la propria vita, ma alla fine riusciranno a svelare la trama omicida che mirava a opprimere il popolo e a minare la sicurezza della gloriosa Repubblica di Siena.

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Prigionieri del sangue
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Prigionieri del sangue
  • Tanzarella, Fausto (Autore)

Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1646 articoli: