Nina sente” è il quinto romanzo della scrittrice, giornalista e conduttrice radiofonica Claudia De Lillo (aka Elasti). Edito nel 2018 da Mondadori (i precedenti appartenevano sempre alla grande distribuzione, “griffati” Tea, Feltrinelli, Einaudi), narra le vicende di Nina Forte, una giovane donna disoccupata, che riesce a barcamenarsi nel precariato,  ma non può permettersi di entrare a far parte della generazione dei falliti perché ha Davide, un figlio adolescente da crescere. Così accetta di rilevare la licenza NCC del padre, Nicola Forte, il quale nel frattempo si ammala di demenza senile (malattia che conferirà al suo personaggio un alone di ironica tenerezza). Nina ha anche un fratello del quale cerca sempre l’approvazione: è Giovanni, maresciallo dei carabinieri, nei confronti del quale si sente inadeguata. Neppure semplice appare il rapporto con l’ex marito, Matteo, arrivista e fedifrago. E poi c’è Guido, l’amico di una vita che se la passa peggio di tutti: è indebitato, e ha un figlio segreto con l’amante segreta. Guido però è anche investor relator presso la “Banca Sempre”, la quale ha bisogno di un autista privato per gli spostamenti dei propri dirigenti, ed è in questo modo che Nina finisce per lavorare per la banca e per carpire indiscrezioni sulle operazioni finanziare o sulle relazioni umane e del personale, origliando senza volere le conversazioni telefoniche che avvengono all’interno del suo abitacolo. I soldi però non bastano mai, e così la nostra eroina decide di registrarsi a Uber e di tenere alcune lezioni private di inglese, per arrotondare.  Nei ritagli di tempo cerca di imparare a gestire i propri contrastanti sentimenti, in particolare la frustrazione e la rabbia generate da clienti scostumati, da un matrimonio andato male, da un figlio quattordicenne che non riesce a gestire come vorrebbe, e da una vita che sembra sfuggirle da tutte le parti. Ed ecco il pugilato per scaricarsi e lo yoga per caricarsi, nella continua ricerca di un complesso equilibrio (mai davvero raggiunto) attorno al quale tentare un assestamento.

L’incipit (più precisamente il prologo) “in media res”, sebbene costituisca un accattivante gancio, rischia di essere fuorviante: ci predispone a un giallo dalle fosche e drammatiche tinte, mentre quel che ci aspetta è una quasi neorealista commedia sociale, screziata di giovanilismo postmoderno. Si parla di finanza, di banche, di scalate e di opa (Offerte Pubblica di Acquisto), laddove la laurea in economia e commercio, come pure il lavoro da caposervizio per l’Economia nell’agenzia Reuters, suggeriscono una certa familiarità della “Elasti” con questi temi. Nel romanzo si parla anche  di una donna alle prese con la società contemporanea e con un figlio adolescente, e la De Lillo conosce piuttosto bene le donne di oggi, essendo autrice del blog Nonsolomamma e scrivendo per “D-La Repubblica delle donne”. Quanto a figli adolescenti ne può vantare  ben tre (da cui le vicende del blog “Elasti e i tre hobbit”, per il quale è stata perfino insignita del titolo di “Ufficiale al merito della Repubblica”).

Diciamolo in modo più chiaro: le dinamiche familiari, in questo libro, sono molto ben costruite, vivide, avvincenti, e funzionano a meraviglia. L’autrice naviga in acque conosciute, e lo fa con maestria e invidiabile sicurezza. Lo stile narrativo è alquanto “easy”, leggero, fruibile. L’autrice utilizza una scrittura classica, al tempo stesso contemporanea e al passo coi tempi, sorvegliata e prudente ma ironica, senza grandi slanci o voli pindarici, formalmente ineccepibile senza risultare mai noiosa. Un frequente e ben calibrato uso dell’interpunzione conferisce ritmo e dinamismo al testo, nel quale ricorrono con frequenza frasi brevi distribuite all’interno di numerosi capitoli altrettanto brevi, alcuni dei quali intercambiabili, i quali contribuiscono anch’essi a dare ulteriore varietà e ritmo alla narrazione. Moltissimi i dialoghi, ben scritti, credibili e adeguati ai personaggi.

Ci sono piaciuti meno alcuni dettagli, come l’insistenza su una fissazione di Nina per la dizione, che oltre a caratterizzare il personaggio (però già ben caratterizzato), non sembra avere un preciso scopo. Al contrario l’ossessione per gli odori trova una sua precisa (seppur tardiva e non determinante) funzionalità all’interno della trama. Qualche dubbio nutriamo anche su alcuni snodi del plot in cui l’autrice quasi abbandona alla deriva il suo personaggio, lasciandolo in balia delle casualità o delle occasionali coincidenze. Accade ad esempio quando Nina si ritrova nella sala riunioni della “Banca Sempre” durante un importante e riservatissimo vertice, soltanto perché qualcuno le ha dato informazioni poco chiare su dove si trovasse l’uscita dell’edificio. Accade ancora quando per pura coincidenza incontra la moglie del suo amico con un’altra, o quando le figlie di lui incontrano loro padre col figlio che questi ha con l’amante (informazioni che al lettore sarebbero comunque trapelate attraverso le confidenze tra personaggi). Nina neppure sceglie il proprio mestiere, dal momento che la licenza è di suo padre, il quale non è più in grado di lavorare e spinge la figlia al subentro. Non sceglie la Banca, per la quale fa l’autista solo grazie alla conoscenza dell’amico Guido. Perfino lo yoga e la boxe le vengono all’inizio quasi imposti da circostanze fortuite e da personaggi secondari. Tutto questo potrebbe essere una scelta per dipingere un’eroina che non è poi così forte come appare, un personaggio complesso e in fondo insicuro, trascinato dagli eventi. Da queste fasi di breve galleggiamento il personaggio rischierebbe però di uscirne deprezzato, se non fosse che sul finale si riscatta ampiamente e – in aperta lotta con le proprie inquietudini e le proprie mediocrità – assume un suo peso decisionale, trovandosi a scegliere senza sconti, senza suggerimenti né provvidenziali aiuti.

In conclusione abbiamo trovato il testo gradevole e interessante. Pur rivolto a un pubblico generalista, a nostro avviso potrebbe essere molto amato soprattutto da sensibilità materne e femminili, non di genere.

Recensione di Leonardo Dragoni

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Nina sente
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Nina sente
  • De Lillo, Claudia Elasti (Autore)

Articolo protocollato da Leonardo Dragoni

Romano, classe 1974, dottore in scienze politiche con due master e varie esperienze umane e lavorative, si è tardivamente innamorato di scrittura creativa e di narrativa, in particolar modo quella gialla e noir ad ambientazione storica, generi nei quali ha pubblicato due romanzi ("La psicologia del viola", 0111 Edizioni, 2015; "I figli dell’oblio", Clown Bianco Edizioni, 2018 - candidato al premio internazionale Lattes Grinzane).

Leonardo Dragoni ha scritto 59 articoli: