Minette WaltersBasta una sommaria ricerca in Rete e accanto al nome di Minette Walters vedrete molto spesso spuntare la definizione di “regina del thriller psicologico” ma, sebbene le etichette abbiano spesso più di un fondo di verità, troviamo che nel caso di questa grande scrittrice una definizione del genere sia in qualche modo limitante e non ci fornisca l’esatta misura della sua importanza all’interno del giallo contemporaneo.

Per molti versi Minette Walters è una delle scrittrici più atipiche del campo e sono molti gli aspetti della sua carriera e della sua scrittura che bisogna prendere in considerazione nel tentativo di analizzare e comprendere la sua opera.

E se le etichette, per quanto precise, possono sempre trovare persone che hanno opinione diversa, sui fatti è invece ben più facile trovarsi d’accordo e quando noi di Thriller Café pensiamo alla Walters ci vengono immediatamente alla memoria due fatti: il gran numero (e qualità) di premi vinti dai suoi romanzi e il fatto che questa autrice britannica non abbia mai scritto una serie con personaggi ricorrenti.
Ma andiamo con ordine e, prima di occuparci delle sue parole, cerchiamo di fornire qualche coordinata crono-geografica ai nostri lettori…

Biografia

Minette Walters nasce il 26 settembre 1949 a Bishop’s Stortford. Sua madre, Coleen, ha sposato un ufficiale dell’esercito e sappiamo tutti cosa significhi questo dato: un continuo girovagare di base militare in base militare, senza riuscire a mettere radici, stabilire amicizie durature e tutto quel che di solito accade nella vita di un bambino.
E così Minette trasloca spesso visitando il nord e il sud dell’Inghilterra, un girovagare che purtroppo si conclude con la morte di suo padre nel 1960.

La prossima data di una certa importanza nella vita e formazione di questa scrittrice è il fatidico 1968: mentre il mondo è attraversato da lotte e marce per la pace, mentre l’amore e i fiori degli hippie cominciano di lì a poco a mutare nelle lame e violenza di Altamont o dell’helter skelter mansoniano, ecco che la Walters si prende un anno di “pausa” prima di cominciare gli studi universitari e si reca in Israele, per una serie di incarichi di volontariato che la porterà anche a contatto con dei giovani criminali nell’equivalente israeliano dei nostri riformatori: sarà esperienza che getterà più di un seme nella fertile mente di questa giallista.

Facciamo un salto di dieci anni e troviamo Minette laureata e sposata con Alec Walters: i due avranno due figli e lei è già freelance da un anno circa.
Ha infatti iniziato a lavorare in ambito editoriale molto presto e nel 1973 era già editor di un settimanale, mischiando a quella attività anche la scrittura di opere romantiche di varia lunghezza, ma il tuffo nel “crimine” è ancora piuttosto lontano nel tempo.

Bisognerà infatti attendere il 1992 per la pubblicazione de La morte ha freddo ma da allora nulla sarà più come prima.
Rifiutato da varie case editrici per circa due anni, The Ice House, questo il titolo originale, viene acquistato per appena 1250 sterline da Mcmillan e nel giro di quattro mesi diventa un caso editoriale: vince infatti l’ambito John Creasey Award come opera prima ed è pubblicato in undici lingue.

Si tratta dell’avvio di una carriera formidabile e non è la consueta formula generica e banale: formidabile in questo caso significa tre romanzi straordinari nel giro di tre anni e tre fra i massimi riconoscimenti mondiali portati a casa, uno per romanzo.

Ombra del camaleonteOltre al John Creasey ecco infatti che la Walters si aggiudica l’Edgar Award con La scultrice (1993) e il Gold Dagger per Il segreto di Cedar House.
Da lì in poi la storia ci parla di una produzione ben ritmata e ponderata: Minette Walters non è scrittrice da un romanzo all’anno, si prende spesso e volentieri pause fra un titolo e l’altro ma ha comunque accumulato, fra romanzi e racconti lunghi, ben quindici titoli da allora ai giorni nostri, titoli che hanno come caratteristica comune una alta qualità e una grande attenzione sia alle connotazioni psicologiche che al realismo.

La contea di Dorset nella quale la Walters ama collocare molte delle sue storie è quell’azzeccato misto di invenzione e realtà che contraddistingue molti grandi autori, dal Maine di Stephen King a certe città evocate da H. P. Lovecraft, e i suoi romanzi sono spesso studi esemplari di quel che passa fra la nozione di giustizia e quella di vendetta, il tutto su uno sfondo di rapporti disfunzionali ed emarginazione, ovvero l’humus che genera buona parte dei “criminali”.

Minette Walters sta ormai per compiere ben un quarto di secolo di onorata carriera letteraria e spegnerà le candeline di quella specialissima torta con un particolare vanto: è riuscita a farsi conoscere e a continuare a pubblicare con grande successo senza mai adagiarsi nella routine di una serie, senza mai creare personaggi che tornano di romanzo in romanzo ma continuando, di pagina bianca in pagina bianca, a sfidare se stessa nel creare qualcosa di originale e vincere la pigrizia del lettore che non può riconoscersi immediatamente in un personaggio che ritorna puntuale a ogni titolo.

Per noi si tratta di una sfida vinta alla grande e se è vero che Minette Walters manca dalle nostre librerie da qualche anno di troppo (L’ombra del camaleonte, 2007) ci sono ottimi segni per il futuro prossimo: la pubblicazione in originale della sua nuova opera, The Cellar, è prevista per il prossimo maggio e vogliamo sperare che venga tradotta in breve tempo anche nel nostro Paese.

Bibliografia minima di Minette Walkers

La morte ha freddo (The Ice House, 1992)
La scultrice (The Sculptress, 1993)
Il segreto di Cedar House (The Scold’s Bridle, 1994)
La stanza al buio (The Dark Room, 1995)
The Echo (1997)
The Breaker (1998)
Un’esca per l’assassino (Burning Point, 1999)
Il corpo del nemico (The Shape of Snakes, 2000)
Acid Row (2001)
Caccia alla volpe (Fox Evil, 2002)
Prove sepolte (Disordered Minds, 2003)
La piuma del diavolo (The Devil’s Feather, 2005)
Chickenfeed (2006)
L’ombra del camaleonte (The Chameleon’s Shadow, 2007)
A Dreadful Murder (2013)
The Cellar (2015)

Sito ufficiale.

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